
BRUTTE NOTIZIE PER I PIPPAROLI D'OLTRALPE - IL SITO "PORNHUB" NON SARÀ PIÙ ACCESSIBILE IN FRANCIA: È UNA PROTESTA DELLA PIATTAFORMA CONTRO LA LEGGE VARATA DAL GOVERNO PER LA VERIFICA DELL’ETÀ DEGLI UTENTI - IL FONDO "AYLO", PROPRIETARIO DEL SITO: "LE MISURE ADOTTATE DAL GOVERNO FRANCESE SONO IRRAGIONEVOLI, SPROPORZIONATE E INEFFICACI" - UNA LEGGE SIMILE ENTRERÀ IN VIGORE IN ITALIA IL PROSSIMO NOVEMBRE: IL CONTROLLO DELL'ETÀ POTREBBE AVVENIRE ATTRAVERSO L'APP IO OPPURE...
Estratto dell'articolo di Benedetta Perilli per www.repubblica.it
porn hub limitazione minorenni
Poche ore ancora e chi cercherà di entrare su Pornhub, YouPorn e RedTube in Francia troverà al posto dei contenuti pornografici un avviso con un’immagine del quadro “La libertà che guida il popolo” di Eugène Delacroix, accompagnata dalla scritta “la libertà non ha un tasto di spegnimento”.
Il blackout del principale distributori di contenuti per adulti – conta 7 milioni di visitatori giornalieri in Francia, numeri che fanno del Paese il secondo al mondo a utilizzare Pornhub e del sito il quinto più visitato – arriva come una forma di protesta da parte di Aylo, il gestore delle tre piattaforme, contro la legge voluta dal governo francese per la verifica dell’età degli utenti che punta a tutelare i minori dalla visione di contenuti non adeguati, colpevoli di veicolare un’idea della sessualità fatta di violenza, umiliazioni e soprusi.
Una stessa legge entrerà in vigore in Italia da metà novembre, ma si studia ancora la tecnologia che permetterà il controllo dell’età e il rispetto della privacy degli utenti: non lo Spid, forse l’app IO, un sistema di Qrcode o a pagamento.
Secondo l’Arcom, l’autorità francese che si occupa di regolamentare la comunicazione Audiovisiva e digitale, in Francia sono 2,3 milioni i minori che accedono abitualmente a contenuti pornografici utilizzando la semplice autodichiarazione di maggiore età richiesta dai siti.
A scegliere di interrompere le trasmissioni non è stato però il governo francese ma Aylo, la casa madre delle tre principali piattaforme pornografiche, che lo ha comunicato durante una conferenza stampa online attraverso il vicepresidente Alex Kekesi. “Abbiamo preso la difficile decisione di sospendere l’accesso ai nostri siti in Francia a partire dalla mezzanotte del 3 giugno e di utilizzare le nostre piattaforme per rivolgerci direttamente al nostro pubblico francese”, ha spiegato Kekesi.
"Google, Apple e Microsoft hanno tutti la capacità di verificare l’età dell’utente a livello del sistema operativo o del dispositivo, e di fornire un’informazione sull’età a qualsiasi sito o applicazione", ha dichiarato Solomon Friedman del fondo di investimento Ethical Capital Partners, proprietario di Aylo. "Le misure adottate dal governo francese sono irragionevoli, sproporzionate e inefficaci", ha aggiunto.
"Proteggere i minori è il nostro impegno, la nostra responsabilità. Si rifiutano di adeguarsi alle nostre disposizioni legali e scelgono di andarsene. Tanto meglio. Ci saranno meno contenuti violenti, degradanti, umilianti accessibili ai minori in Francia", ha commentato la ministra per l’Uguaglianza tra donne e uomini e per la Lotta contro la discriminazione Aurore Bergé.
Ed è sulla stessa linea la ministra delegata all’Intelligenza Artificiale e al Digitale, Clara Chappaz: “Chiedere ai siti di verificare l’età non significa stigmatizzare gli adulti, ma semplicemente proteggere i nostri bambini. Se Aylo preferisce lasciare la Francia piuttosto che applicare la nostra legge, è una loro scelta", ha affermato.
Aylo contesta alla Francia l’aver imposto a partire dall’11 gennaio scorso una forma di verifica dell’età degli utenti basata però sulla garanzia del principio del “doppio anonimato”: ovvero che permetta di riconoscere se l’utente è maggiorenne o meno ma che contemporaneamente gli garantisca l’anonimato. In questo senso alcune start-up nazionali hanno messo a punto sistemi che permetterebbero agli utenti di caricare un documento di identità e alle piattaforme di ricevere le informazioni sull’età senza conoscere l’identità di chi lo carica.
Un rompicapo anche per gli editori che, come ha spiegato Kekesi, hanno provato a dialogare più volte con i rappresentanti del governo francese senza riuscire però a trovare una soluzione. Da qui la scelta del blackout che arriva due giorni prima della data ultima imposta dall’Arcom per sanzionare i siti porno che non si sono ancora adeguati alla legge francese.
Una stretta, quella di Parigi, che segue la linea europea dopo che Bruxelles – forte del nuovo regolamento sui servizi digitali, il Digital Services Act (Dsa) – ha annunciato nei giorni scorsi l’apertura di un’inchiesta sulle principali piattaforme (non solo Pornhub ma anche Stripchat, Xnxx, XVideos) accusate di non fare abbastanza per tutelare i minori dall’accesso ai contenuti per adulti.