
IL CASO REGENI DOVREBBE AVERLO INSEGNATO: L’EGITTO NON È L’ITALIA – I PRO-PAL ITALIANI BLOCCATI AL CAIRO SONO PIÙ DI 40: IN 35 SONO STATI RILASCIATI, ALTRI SETTE INVECE SONO STATI RIMPATRIATI – ERANO PARTITI PER PARTECIPARE ALLA MARCIA INTERNAZIONALE CONTRO ISRAELE, AL VALICO DI RAFAH. NON PAGHE, MOLTE DI QUESTE TESTE DI GAZA DICONO DI VOLER RESTARE PER MANIFESTARE CONTRO ISRAELE...
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QUANDO DEGLI ITALIANI VENGONO ARRESTATI IN EGITTO, E SEMPRE BENE ALZARE LA GUARDIA
ITALIANI BLOCCATI AL CAIRO,'35 RILASCIATI E 7 RIMPATRIATI'
andrea usala e vittoria antonioli arduini
(ANSA) - Sono stati rilasciati 35 degli attivisti Pro Pal italiani bloccati all'aeroporto del Cairo per partecipare alla marcia internazionale per Gaza. Altri sette, invece, sono stati rimpatriati. E' quanto si apprende da fonti vicine ai movimenti.
PARTONO DA TORINO PER LA MARCIA PER GAZA, SUBITO FERMATI AL CAIRO: LIBERO UNO DEI DUE STUDENTI
Caterina Stamin per www.lastampa.it
Andrea Usala, lo studente della scuola Holden fermato questa mattina all’aeroporto del Cairo dalle autorità egiziane insieme a Vittoria Antonioli Arduini, è libero. Partito con Vittoria per aderire alla Global March to Gaza, una marcia partecipata a livello internazionale per raggiungere il valico di Rafah, è stato trattenuto ore appena atterrato, ma ora può lasciare lo scalo.
PRO PAL A PIAZZA CASTELLO, TORINO
«Ci hanno detto che la marcia non è autorizzata, ma siamo liberi di girare al Cairo», dice al telefono, contattato da La Stampa”. Vittoria? «Non ha il telefono, solo il computer. E al momento non sappiamo dove sia né se sia in stato di arresto», aggiunge, Ma «sappiamo che non vuole essere rimpatriata: vuole fare qualcosa per Gaza. Si opporrà».
[…] Andrea, al momento, si trova insieme al console italiano. Intanto da «piazza Palestina», a Torino, gli studenti che hanno sentito i racconti dei loro amici dicono che all’aeroporto «ci sono state violenze, qualche attivista è stato manganellato ma non Vittoria e nemmeno Andrea».
manifestazione pro palestina al cairo
«Sono riuscito a sentirlo poco fa: è arrivato il console e l'hanno rilasciato. Ora sta aspettando il rilascio della sua collega della scuola Holden», conferma Antioco Usala, ex sindacalista della Cgil sarda e padre di Andrea. Non pensa che il figlio tornerà ora in Italia, da dove era partito ieri notte: «Credo che la loro intenzione sia comunque di rimanere lì fino all'inizio della marcia», aggiunge, spiegando che, per quanto ha avuto modo di capire, il figlio al momento non sarebbe destinatario di alcun provvedimento di espulsione.
I due studenti della Holden – 25 e 21 anni – sono partiti ieri per partecipare alla Marcia per Gaza che doveva tenersi al Cairo. «Non possiamo continuare a stare in silenzio di fronte al genocidio a Gaza. Dobbiamo fare qualcosa, dobbiamo fermarlo». Fanno parte del gruppo di giovani che dal 19 maggio staziona con le tende per protesta in piazza Castello - ribattezzata simbolicamente piazza Palestina - per tenere alta l’attenzione e chiedere giustizia per Gaza. Secondo quanto si è appreso da persone in contatto con loro è probabile che vengano espulsi. Andrea e Vittoria erano partiti da Torino ieri sera, per raggiungere Milano e volare fino al Cairo.
[…]
Vittoria: «Voglio restare qui»
pro palestina al giro d italia - 2
Vittoria, di origine del Trentino, è a Torino da ottobre per studiare alla Holden. «Non ha il telefono con lei al momento. Nell’ultimo messaggio che ci ha mandato ci ha detto che li hanno fermati senza motivo - spiega Benedetta, un’altra studentessa della Holden che partecipa al presidio in piazza Castello - Vittoria ha intenzione di rimanere nell’aeroporto, così come altri attivisti fermi lì, non vuole ritornare in Italia perché vuole partecipare alla marcia il 15. Non fa niente di illegale, è una questione politica il fatto che li abbiano fermati». «Abbiamo sentito la famiglia di Vittoria - aggiunge Marco, un altro studente - sono spaventatissimi. La mamma capisce la causa ma allo stesso tempo ha paura per la figlia».
La marcia
manifestazione pro palestina a roma 2
«Vogliamo fare pressione sul governo egiziano - spiegavano ieri Andrea e Vittoria - così che aprano agli aiuti umanitari, che raggiungano chi ne ha veramente bisogno». E ancora: «Tutti dovranno vedere le persone che si muovono e hanno la forza e la speranza necessaria per combattere».
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