robert francis prevost papa leone xiv pietro parolin

LE COINCIDENZE IN UN CONCLAVE DIVENTANO SEGNI DIVINI – ROBERT PREVOST, DURANTE LA SESSIONE DI VOTO, ERA SEDUTO NELLO STESSO PUNTO DELLA CAPPELLA SISTINA DOVE SI TROVAVA BERGOGLIO NEL 2013, QUANDO FU ELETTO PAPA – NEI QUOTIDIANI AMERICANI IMPAZZANO I RETROSCENA SULL’ELEZIONE DI LEONE XIV: PAROLIN ERA IN VANTAGGIO MA HA PAGATO LE DIVISIONI TRA ITALIANI. LA “SVOLTA” PER PREVOST È ARRIVATA AL QUARTO VOTO – IL PONTEFICE HA “DELIBERATAMENTE” SMINUITO LA PROPRIA AMERICANITÀ PER POTER VINCERE (E INFATTI DOPO L’ELEZIONE HA PARLATO IN ITALIANO E SPAGNOLO E NON IN INGLESE)

papa leone xiv canta il regina caeli

1. I CARDINALI: NOI IN PIEDI, LUI RIMASE SEDUTO

Estratto dell’articolo di V. Pic. per il “Corriere della Sera”

 

La meditazione che si protrae e un «conteggio inconcludente, con tre principali contendenti»: il cardinale italiano Pietro Parolin, l’americano Robert Francis Prevost e l’ungherese Peter Erdo. La descrive così, la prima serata di Conclave, il New York Times . […]

 

Il quotidiano statunitense cuce assieme le frasi rilasciate da una dozzina di cardinali per ricostruire il film della votazione. «Non avevamo cenato e non c’erano pause, nemmeno per il bagno.

 

PIETRO PAROLIN - ROBERT FRANCIS PREVOST

Ma si decise di procedere alla votazione», avrebbe riferito il cardinale David delle Filippine. Fu «una sorta di sondaggio preliminare», avrebbe aggiunto il cardinal Juan José Omella. E secondo il cardinal Lazarus You Heung-sik della Corea del Sud, «diversi candidati ottennero voti significativi».

 

Così, […] tornati a Casa Santa Marta si discusse cosa fare durante la cena. E, secondo il Nyt, si fece notare che gli italiani erano divisi e ciò avrebbe penalizzato il cardinale Pietro Parolin.

 

Ma il cardinale Peter Erdo […] non aveva potenzialità di aggregare consensi in un elettorato di cardinali in gran parte nominati da Francesco.

 

PRETI AMERICANI IN PIAZZA SAN PIETRO ESULTANO PER L ELEZIONE DI PAPA LEONE XIV

Rimaneva il cardinale Prevost, emerso nella votazione serale. Sabato 3 maggio, cinque giorni prima del conclave, i cardinali estrassero a sorte gli incarichi e Prevost fu scelto per aiutare a gestire le riunioni quotidiane prima che iniziasse la votazione.

 

Più i cardinali lo conoscevano e più apprezzavano i suoi metodi. Tanto che il cardinale Joeph W. Tobin di Newark gli avrebbe detto: «Bob, potrebbero proporlo a te».

 

«Nella quarta votazione, le schede si spostarono in modo schiacciante verso il cardinale Prevost», avrebbe riferito il cardinale You della Corea del Sud.

 

LAZARUS YOU HEUNG-SIK

E il cardinale Tagle […]  avrebbe aggiunto di averlo visto fare respiri profondi: «Gli ho chiesto: “Vuoi una caramella?”. E lui ha risposto: “Sì”».

 

Il cardinale Tobin del New Jersey aggiunse di averlo visto — durante una delle votazioni — «con la testa tra le mani».

 

Nel pomeriggio l’ultima votazione. Quando il cardinale Prevost raggiunse 89 voti, la soglia dei due terzi necessaria per diventare Papa, la Sistina sarebbe «esplosa in un’ovazione in piedi».

 

PAPA FRANCESCO ORDINA CARDINALE ROBERT FRANCIS PREVOST

Ma lui, avrebbe riferito David, «rimase seduto! Qualcuno dovette tirarlo su. Eravamo tutti con le lacrime agli occhi».

 

E intanto i voti si avvicinavano alle tre cifre. Quindi congratulazioni entusiastiche. Chiosa il cardinal Désiré Tsarahazana del Madagascar. «Ha ottenuto una maggioranza molto, molto ampia di voti» .

 

2. PAPA LEONE HA "DELIBERATAMENTE" MINIMIZZATO LA SUA IDENTITÀ AMERICANA PER ASSICURARSI LA CANDIDATURA AL PAPATO

Traduzione di un estratto dell’articolo di Anders Anglesey per https://www.mirror.co.uk/

 

LA BANDIERA AMERICANA A PIAZZA SAN PIETRO IN ONORE DI PAPA LEONE XIV - ROBERT FRANCIS PREVOST

Papa Leone XIV ha compiuto una mossa “deliberata” per sminuire la propria americanità, mossa che alla fine lo ha portato a vincere la corsa al papato, ha dichiarato un esperto al Mirror.

 

I cardinali si sono rapidamente riuniti attorno a Robert Prevost, nato a Chicago, nominando il primo Papa americano nella storia della Chiesa cattolica.

 

Nonostante fosse ampiamente considerato un moderato in grado di soddisfare sia le ali conservatrici che quelle progressiste del Vaticano, la sua americanità era vista come un ostacolo importante […].

 

Eppure, in modo sorprendente, un breve conclave ha incaricato Papa Leone di guidare la Chiesa cattolica dopo la morte dell’influente Francesco.

 

CARDINALI AFFACCIATI DALLA BASILICA DI SAN PIETRO DOPO L ELEZIONE DI PAPA LEONE XIV

[…] “Hanno scelto un americano che possiede anche un passaporto peruviano e sospetto che si identifichi tanto come peruviano quanto come americano, e credo che ciò abbia reso possibile la sua elezione in un modo che non lo sarebbe stato, ad esempio, per l’arcivescovo di New York (Timothy Dolan)”, ha dichiarato il dottor Pattenden al Mirror.

 

“Da tempo esiste un riflesso di antiamericanismo all’interno della gerarchia della Chiesa cattolica, perché si considera che l’America possieda già abbastanza potere globale senza dover avere anche il papato, ed è ciò che pensavamo.”

 

ROBERT FRANCIS PREVOST - PAPA LEONE XIV

Ma vi è stato un segnale rivelatore del fatto che Papa Leone volesse ridimensionare la propria identità americana durante la sua prima apparizione pubblica come pontefice.

 

“Una delle cose più importanti che abbiamo già visto di Papa Leone”, ha aggiunto il dottor Pattenden, “è che […] non ha parlato in inglese.”

 

“Sono certo che sia stata una scelta deliberata. Vuole prendere le distanze, in un certo senso, dalla sua americanità. Ha parlato in italiano, in spagnolo, ma non in inglese.” […]

 

3. COME UN CARDINALE AMERICANO HA SUPERATO OGNI PRONOSTICO PER DIVENTARE PAPA

Traduzione di un estratto dell’articolo di Stacy Meichtry, Margherita Stancati, Ian Lovett e Marcus Walker per il “Wall Street Journal

 

[…] L’elezione del primo papa americano in assoluto ha sorpreso le folle riunite in Piazza San Pietro, ha smentito i pronostici dei mercati delle scommesse e ha infranto l’assunto secondo cui la Chiesa non avrebbe mai affidato il suo massimo ufficio a un cittadino della più grande superpotenza del mondo.

 

papa leone xiv incontra i giornalisti

Ma giovedì, il 69enne Prevost era diventato la scelta naturale per i cardinali rinchiusi nella Cappella Sistina. Per settimane avevano cercato un successore che offrisse continuità con il sogno di Papa Francesco di una Chiesa inclusiva e umile — ma che mostrasse maggiore deferenza verso la tradizione cattolica e migliori capacità gestionali per governare una città-stato finanziariamente in difficoltà ma di portata globale.

 

Ancor prima che il conclave iniziasse […], un blocco di cardinali geograficamente e ideologicamente eterogeneo aveva capito che tra loro c’era un candidato “completo” che rispondeva a quei criteri.

 

LEONE XIV ROBERT FRANCIS PREVOST E ACCANTO A LUI IL CARDINALE PIETRO PAROLIN

Il vescovo di lunga data di Chiclayo, in Perù, era americano, ma proveniva dal sud globale. Molti dei suoi sostenitori lo descrivevano con le stesse quattro parole: “cittadino del mondo.”

 

Gli anni di esperienza missionaria gli avevano conferito una reputazione di difensore dei poveri e degli emarginati. Aveva servito nel cuore del Vaticano, ma non abbastanza a lungo da essere intaccato dagli scandali […].

 

Il cardinale Parolin, al contrario, aveva trascorso la sua carriera nel servizio diplomatico vaticano prima di diventare per quasi 12 anni segretario di Stato, in pratica il numero due di Francesco.

 

robert francis prevost in peru

Parolin era il favorito per succedere al suo ex capo e soddisfare le aspirazioni italiane di riottenere un ufficio che la penisola aveva detenuto per la maggior parte dei duemila anni di storia della Chiesa. Ma come recita un detto italiano: “Chi entra papa in conclave, ne esce cardinale.”

 

[…]  Parolin aveva ancora un netto vantaggio.

 

[…] Mercoledì pomeriggio, i cardinali elettori sono entrati nella Cappella Sistina e hanno prestato giuramento di segretezza in latino. Tutti i dispositivi elettronici erano vietati. La cappella era stata bonificata. […]

 

peter erdo

Dentro, gli oppositori di Parolin avevano già una strategia. Al primo scrutinio, dispersero i voti tra vari candidati per valutarne l’attrattiva.

 

[…]  Quando le schede furono conteggiate, Parolin era in testa con oltre 40 voti. Il resto del campo era frammentato.

 

Con il proseguire delle votazioni giovedì mattina, Parolin era ancora in testa, ma il suo conteggio era bloccato. Prevost, invece, stava colmando il divario mentre i cardinali si fermavano per il pranzo. […]

 

jorge mario bergoglio robert francis prevost

Un caucus frustrato di cardinali italiani sedeva per lo più tra sé, parlando in italiano. Poco più in là, cardinali da Asia, Americhe ed Europa conversavano in inglese o con traduzioni improvvisate.

 

“A pranzo, le cose si sono chiarite,” ha detto il cardinale americano Blase Cupich.

 

[…]

 

Per una coincidenza significativa, Prevost era seduto nello stesso punto della Cappella Sistina in cui si trovava il cardinale Jorge Mario Bergoglio nel conclave del 2013 che lo elesse Papa Francesco, ha fatto notare Dolan.

 

Il conteggio finale di Prevost ha superato i 100 voti.

 

[…]  Parolin è stato il primo a baciargli l’anello, racconta il cardinale William Goh di Singapore. “Parolin è un gentiluomo,” ha detto. […]

robert francis prevost in peru

PAPA LEONE XIV - ROBERT FRANCIS PREVOST LO STEMMA DI PAPA LEONE XIV maurizio crozza imita papa leone xiv 3RITRATTO UFFICIALE PAPA LEONE XIV

Ultimi Dagoreport

pupi avati antonio tajani

DAGOREPORT! PUPI, CHIAGNE E FOTTI – ASCESE, CADUTE E AMBIZIONI SBAGLIATE DI PUPI AVATI, “CONSIGLIERE PER LE TEMATICHE AFFERENTI AL SETTORE DELLA CULTURA” DI ANTONIO TAJANI - IL REGISTA CHE AI DAVID HA TIRATO STOCCATE ALLA SOTTOSEGRETARIA AL MIC, LUCIA BORGONZONI, È LO STESSO CHE HA OTTENUTO DAL DICASTERO FONDI PER OLTRE 8 MILIONI DI EURO TRA IL 2017 E IL 2023 – L’IDEA DI UN MINISTERO DEL CINEMA AVALLATA DA TAJANI (“IL GOVERNO VALUTERÀ") PER TOGLIERE I QUASI 700 MILIONI DI EURO CHE IL MIC HA IN PANCIA PER PROMUOVERE, A SPESE DEI CITTADINI, IL CINEMA ITALICO – IL SEQUESTRO DEI BENI PER EVASIONE IVA DA 1,3 MILIONI CON L'INCREDIBILE REPLICA DI PUPI: “NON E’ UN BEL MOMENTO PER IL CINEMA ITALIANO...” - LA SUA SOCIETA', ‘’DUEA FILM’’, CHE DA VISURA PRESSO LA CAMERA DI COMMERCIO DI ROMA È IN REGIME DI CONCORDATO PREVENTIVO, DEVE A CINECITTÀ CIRCA 400 MILA EURO PER UTILIZZO DEGLI STUDI - L’86ENNE AVATI STA PER INIZIARE IL SUO 46ESIMO FILM (“NEL TEPORE DEL BALLO”) PER UN BUDGET DI 3,5 MILIONI CHE GODE GIÀ DI UN DOVIZIOSO FINANZIAMENTO DI RAI CINEMA DI UN MILIONE... – VIDEO

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…

starmer - zelensky - macron - tusk - merz - a kiev giorgia meloni fico putin

DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN - PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E MELONI PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALLA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI LEONE XIV, IN PIAZZA SAN PIETRO...

orchesta la scala milano daniele gatti myung whun chung myung-whun ortombina fortunato

DAGOREPORT: CHE GUEVARA VIVE ALLA SCALA – ALLA FINE DEL 2026, SARÀ IL DIRETTORE D’ORCHESTRA COREANO MYUNG-WHUN CHUNG IL SUCCESSORE DI RICCARDO CHAILLY - IL CONIGLIO (CONIGLIO, NON CONSIGLIO) DI AMMINISTRAZIONE DELLA SCALA AVEVA SUGGERITO IL NOME DEL MILANESE DI FAMA MONDIALE DANIELE GATTI. MA LA CGIL DELL’ORCHESTRA, SOTTOTRACCIA, HA SUBITO FATTO CAPIRE CHE NON ERA DI SUO GRADIMENTO: A GATTI VENIVA “RIMPROVERATO” UN ATTEGGIAMENTO UN PO’ SEVERO VERSO GLI ORCHESTRALI (POCO INCLINI A NON FARE QUEL CHE VOGLIONO) – ORA I SINDACATI RECLAMANO L’AUMENTO DI PERSONALE (DEL RESTO, LA SCALA, HA SOLO MILLE DIPENDENTI!), AUMENTI RETRIBUTIVI, SCELTA DELL’UFFICIO STAMPA ALL’INTERNO DEL TEATRO, FINANCO LA RICHIESTA DI PARCHEGGIARE I MONOPATTINI NEL CORTILETTO INTERNO…

orcel giorgetti nagel castagna bpm unicredit

DAGOREPORT - RISIKO INDIGESTO: LA PROTERVIA DI GIORGETTI A DIFESA DI BPM DALLE GRINFIE DI UNICREDIT, INDISPETTISCE FORZA ITALIA E I FONDI CHE HANNO INVESTITO MILIARDI IN ITALIA - GLI SCAZZI SUL DECISIONISMO DI ORCEL NEL BOARD DI UNICREDIT: IL CDA PRENDE TEMPO SULL'OFFERTA DI SCAMBIO SU BPM, CHE LA LEGA CONSIDERA LA "SUA" BANCA - LA STILETTATA DI NAGEL A LOVAGLIO ("PER BUON GUSTO NON RIPERCORRO LA STORIA DEL MONTE DEI PASCHI") E L'INSOFFERENZA DI CALTAGIRONE PER IL CEO DI BPM, CASTAGNA...

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...