
TE CREDO CHE I GIOVANI CERVELLI ITALIANI SCAPPANO ALL’ESTERO: GUADAGNANO QUASI IL DOPPIO – LA RETRIBUZIONE MEDIA PERCEPITA ALL’ESTERO A UN ANNO DALLA LAUREA SUPERA DEL 54,2% RISPETTO A QUELLE DI CHI È RIMASTO IN ITALIA, CHE NON RAGGIUNGONO I 1500 EURO – IL RAPPORTO ALMALAUREA 2025: IL 4,1% DEGLI OCCUPATI A UN ANNO DELLA LAUREA LAVORA FUORI DAI CONFINI NAZIONALI…
(Adnkronos/Labitalia) - Tra i laureati di secondo livello con cittadinanza italiana, il lavoro all'estero riguarda il 4,1% degli occupati a un anno dalla laurea e il 4,6% degli occupati a cinque anni. E le retribuzioni medie percepite all'estero sono notevolmente superiori a quelle degli occupati in Italia: a un anno dalla laurea superano i 2.200 euro mensili netti, +54,2% rispetto a quelle di chi è rimasto in Italia, che non raggiungono i 1.500 euro.
E' quanto emerge dal Rapporto AlmaLaurea 2025 presentato oggi. La propensione a lavorare all'estero riguarda in misura maggiore gli uomini (4,7% a un anno e 5,6% a cinque anni) rispetto alle donne (3,7% e 3,8%, rispettivamente) e i laureati più brillanti (in particolare in termini di voti negli esami e di regolarità negli studi).
A lavorare all'estero sono soprattutto i laureati dei gruppi disciplinari informatica e tecnologie Ict (5,6% tra gli occupati a un anno e 11,3% tra quelli a cinque anni), scientifico (8,2% e 10,3 %), linguistico (8,6% e 7,7%, rispettivamente), nonché i laureati del gruppo politico - sociale e comunicazione (5,8% e 7,6%) e ingegneria industriale e dell'informazione (5,6% e 8,2%).
A cinque anni dalla laurea le retribuzioni sfiorano i 2.900 euro per gli occupati all'estero, +61,7% rispetto ai quasi 1.800 euro degli occupati in Italia. Dalle dichiarazioni rese dai laureati emerge come i motivi del trasferimento all'estero siano legati in particolare a d aspetti lavorativi.
Tra gli occupati all'estero a cinque anni dalla laurea il 32,0% ha dichiarato di aver lasciato il nostro Paese avendo ricevuto un'offerta di lavoro interessante da parte di un'azienda che ha sede all'estero e un ulteriore 31,1% ha dichiarato di essersi trasferito all'estero per mancanza di opportunità di lavoro adeguate in Italia.
La valutazione dell' ipotesi di rientro in Italia rileva una scarsa propensione a tornare in Italia, quanto meno nell'arco dei prossimi cinque anni. Il 38,2% degli occupati all'estero, infatti, ritiene molto improbabile il rientro in Italia e un ulteriore 33,7% valuta tale ipotesi poco probabile. Solo il 15,3% lo ritiene molto probabile. Infine, il 12,7% non è in grado di esprimere un giudizio