
“FAGNANI IS THE NEW LEOSINI?” – ALDO GRASSO PUNGE LA GIORNALISTA PER IL PROGRAMMA “BELVE CRIME” E PER LA SUA INTERVISTA A MASSIMO BOSSETTI, PARAGONANDOLA ALLA CONDUTTRICE DI “STORIE MALEDETTE”: “MENTRE CON UN CERTO IMBARAZZO ASCOLTAVO IL DIALOGO CON BOSSETTI, MI SONO TORNATE IN MENTE LE PROFEZIE DEL MAGISTRATO FRANCESE GARAPON, SECONDO CUI SAREMMO ANDATI INCONTRO AL FENOMENO DEL ‘PROCESSO CONTINUO’. GRAZIE AI PROGRAMMI TV, ORMAI ESISTONO PROCESSI SENZA FINE, CHE DEBORDANO DALLE AULE DEL TRIBUNALE E FINISCONO NELLE SPIRE DEI MEDIA” – VIDEO
Estratto dell’articolo di Aldo Grasso per www.corriere.it
francesca fagnani - belve crime
Mentre assistevo all’intervista di Francesca Fagnani (Fagnani is the new Leosini?) a Massimo Bossetti (Belve Crime, Rai2) nel corso della quale, fra molte incertezze, Bossetti ha raccontato la «sua» verità sull’omicidio di Yara Gambirasio per il quale è stato condannato all’ergastolo nel 2018 [...]; ebbene, mentre con un certo imbarazzo ascoltavo quel dialogo mi sono tornate in mente quelle che chiamo le due profezie di Garapon.
Antoine Garapon è un magistrato francese, segretario dell’Institut des hautes études sur la justice. All’attività di giudice affianca quella di saggista: in Italia sono stati tradotti i suoi volumi presso Raffaello Cortina e Vita e Pensiero.
massimo bossetti francesca fagnani
La prima profezia riguarda la tv. Nel suo libro «I custodi dei diritti. Giustizia e democrazia» (Feltrinelli, 1997), Garapon sosteneva che saremmo andati incontro a un fenomeno nuovo, quello del «processo continuo». Grazie ai programmi televisivi, ormai esistono processi senza fine, che debordano dalle aule del tribunale e finiscono nelle spire dei media assumendone le modalità espressive.
Avendo esaurito le parole per esecrare l’ossessione del crime in tv, faccio mie quelle di Garapon: «I media, strumento di indignazione di collera pubbliche, rischiano di accelerare l'invasione dell'emozione nella democrazia, di propagare un senso di paura e di vittimismo e di reintrodurre nel cuore dell'individualismo moderno il meccanismo del capo espiatorio». [...]
La seconda profezia è stata enunciata in una relazione tenuta all’Università Cattolica il 20 novembre 2018, nel corso dell’incontro «La giustizia al tempo dell’algoritmo». Meglio essere giudicati da una giuria o da un algoritmo? Gli algoritmi sostituiranno giudici e avvocati? Il digitale, secondo Garapon, elimina quei meccanismi di «finzione sociale» che servono a stabilire fondamentali legami simbolici senza i quali non esisterebbe vita collettiva.
Fagnani for ever, processi continui in video e, al posto degli avvocati ospiti fissi, un semplice computer che sentenzia.
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