
“CONTRO DI NOI LE PIU’ ASSURDE E IMPLAUSIBILI PSEUDO-INFORMAZIONI” – LA FAMIGLIA CAPPA SI DIFENDE, DOPO CHE OMBRE E SOSPETTI SUL DELITTO DI GARLASCO HANNO TOCCATO LE GEMELLE PAOLA E STEFANIA - IN VISTA DEL MAXI INCIDENTE PROBATORIO IN PROGRAMMA FRA DUE SETTIMANE, IL CONSULENTE DELLA FAMIGLIA POGGI, MARZIO CAPRA, HA AVANZATO LA RICHIESTA DI ESTENDERE I PRELIEVI DI DNA OLTRE LA LISTA DI PERSONE GIÀ PREVISTA: “VOGLIAMO EVITARE DI TROVARCI FRA ANNI CON UN POSSIBILE “IGNOTO 3” O “IGNOTO 4” CHE È SEMPLICEMENTE IL DNA DI UN VECCHIO PERITO O CARABINIERE DEL RIS, OPPURE IL MIO CHE HO PARTECIPATO AGLI ACCERTAMENTI…”
I CAPPA ALL’ATTACCO: CONTRO DI NOI INCIVILTÀ E NOTIZIE ASSURDE E I POGGI: DNA DI TUTTI
Estratto dell’articolo di Pierpaolo Lio per il “Corriere della Sera”
«Dovendo constatare che, ormai, non passa giorno senza che vengano diffuse dagli organi di stampa e dai social, in modo del tutto incontrollato, le più assurde ed implausibili pseudo-informazioni, la famiglia Cappa comunica che non tollererà oltre questo modo di agire illecito e contrario alle norme di civile convivenza».
A firmare la nota sono gli avvocati […] della famiglia Cappa […] Nel frattempo, in vista del maxi incidente probatorio […] in programma fra due settimane, il consulente dei Poggi, Marzio Capra, ha avanzato la richiesta di estendere i prelievi di Dna oltre la lista di persone già prevista.
E che già comprende Alberto Stasi, fidanzato di Chiara condannato in via definitiva a 16 anni, Andrea Sempio, indagato in questa nuova inchiesta «alternativa» sul delitto di Garlasco, gli stessi componenti della famiglia Poggi, gli amici del fratello di Chiara (Roberto Freddi, Mattia Capra e Alessandro Biasibetti), Marco Panzarasa, amico dell’ex bocconiano, e poi il medico legale, tre investigatori e soccorritori.
A loro, il genetista forense che assiste i parenti della vittima vorrebbe aggiungere i tamponi di tutti quelli — dai medici legali, ai biologi, ai genetisti — che in passato hanno maneggiato i reperti al centro dell’accertamento irripetibile disposto in vista dell’eventuale processo, in modo da «evitare di trovarci fra anni — la motivazione del consulente — con un possibile “Ignoto 3” o “Ignoto 4” che è semplicemente il Dna di un vecchio perito o carabiniere del Ris, oppure il mio che ho partecipato agli accertamenti».
Ma nella nuova inchiesta che la Procura di Pavia sta svolgendo sull’omicidio non c’è solo la rilettura dei reperti per stabilire chi fosse presente nella villetta di via Pascoli quel 13 agosto 2007. Il lavoro degli investigatori potrebbe arrivare anche a rivalutare l’ora della morte di Chiara. «Togliendo» Stasi dalla scena del crimine, la finestra temporale indicata nelle sentenze (tra le 9.12, quando Chiara disattiva l’allarme, e le 9.35, quando Stasi torna a lavorare alla tesi) potrebbe allargarsi. Almeno di 11 minuti.
Visto che la 26enne non risponde a uno «squillo» del fidanzato alle 9.46. In quel momento Chiara potrebbe essere già morta. O quello potrebbe anche essere il momento dell’inizio dell’aggressione, avvenuta in due fasi, che le avrebbe impedito di replicare allo «squillo» di Stasi.
Il medico legale Marco Ballardini, nella consulenza del 5 novembre 2007, indicava in realtà come ora del decesso una fascia che va dalle 10.30 alle 12, con «centratura più probabile» tra le 11 e le 11.30. La successiva perizia collegiale del 2009, firmata da Fabrizio Bison, Carlo Robino e Lorenzo Varetto, decretò invece «non valutabile con precisione» l’ora della morte, affermando che «essa avvenne nel corso della mattinata».