
VROOM! IN FUGA DA TRUMP – NEI PRIMI TRE MESI DEL 2025 QUASI DUEMILA AMERICANI HANNO CHIESTO LA CITTADINANZA BRITANNICA, IL NUMERO PIÙ ALTO MAI REGISTRATO DAL 2004, QUANDO SONO INIZIATE LE RILEVAZIONI – MA IL PREMIER BRITANNICO, KEIR STARMER, CHE HA APPENA ANNUNCIATO UNA STRETTA SULL’IMMIGRAZIONE, AVVERTE: “NON VOGLIAMO DIVENTARE UN’ISOLA DI STRANIERI” – DOPO I TAGLI VOLUTI DA TRUMP AGLI ATENEI A STELLE E STRISCE, GLI STUDENTI STATUNITENSI GUARDANO ALLE UNIVERSITÀ CANADESI…
Estratto dell’articolo di Enrico Marro per www.ilsole24ore.com
Nei primi tre mesi di quest’anno, la presidenza Trump ci ha regalato un nuovo record: il numero più alto di cittadini americani che hanno chiesto la cittadinanza britannica dall’inizio delle rilevazioni, nel 2004.
Si tratta di quasi duemila istanze, pari a un aumento del 12% rispetto al trimestre precedente, che a sua volta aveva segnato un aumento vertiginoso di domande grazie al ritorno del tycoon nello Studio Ovale.
Il tutto mentre gli studenti americani, dopo i tagli voluti da Trump agli atenei Usa, guardano alle università canadesi. Make America Expat Again.
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Altri dati dello studio Bambridge Accountants rivelano come nella prima metà del 2020 oltre 5.800 americani abbiano rinunciato alla cittadinanza, quasi il triplo rispetto a tutto il 2019. Motivo della fuga: il clima politico, la gestione della pandemia, le tasse.
Nel 2024 anche le domande per stabilirsi definitivamente in Gran Bretagna (in tutto circa 5.500, un quinto più che nell’anno precedente) hanno toccato nuovi record: se approvate, danno diritto a vivere, lavorare e studiare nel Regno a tempo indeterminato.
PROTESTA CONTRO DONALD TRUMP E ELON MUSK
Possono essere utilizzate anche per richiedere la cittadinanza. Peccato che il premier britannico Keir Starmer di recente abbia annunciato una stretta sulle immigrazioni, allungando di fatto i tempi di attesa per richiedere la cittadinanza.
L’obiettivo è concedere l’ingresso solo a chi può vantare titoli di studio di livello superiore, una conoscenza dell’inglese già avanzata e un concreto contributo alla crescita dell’economia britannica. «Non vogliamo diventare un’isola di stranieri», ha spiegato il premier britannico.