
ITALIA VILLA ARZILLA – PER LA PRIMA VOLTA NEL NOSTRO PAESE, IL NUMERO DEGLI ULTRAOTTANTENNI HA SUPERATO QUELLO DEI BIMBI SOTTO I DIECI ANNI – NON SOLO: NELLA PENISOLA NON CI SONO MAI STATE COSÌ TANTE PERSONE CON PIÙ DI 100 ANNI E CIRCA UN QUARTO DEGLI ITALIANI HA ALMENO 65 ANNI - DEI DATI ALLARMANTI SE SI CONSIDERA IL RECORD NEGATIVO DELLE NASCITE, QUELLO DELL’INDICE DI NATALITÀ E IL CALO DELLA POPOLAZIONE: SAREMMO 5,4 MILIONI DI MENO SE NON CI FOSSERO GLI STRANIERI – IL RAPPORTO ISTAT…
Estratto dell’articolo di Al. Ar. Per il “Corriere della Sera”
Per trovare informazioni positive nel rapporto Istat di quest’anno bisogna andarsele a cercare, con impegno. Il Pil? In frenata. Il potere d’acquisto dei salari reali? Dal 2019 al 2024 è calato del 10,5%. Un italiano su quattro è a rischio povertà o esclusione. La produzione industriale è calata del 4% rispetto al 2023, quando era già calata di due punti.
Una cosa positiva da sottolineare c’è «il netto miglioramento» dei conti pubblici con la discesa dell’indebitamento netto dal 7,2% al 3,4% del Pil. C’è anche l’occupazione che cresce, +1,5% in un anno, ma cala la produttività visto che sono posti di lavoro a basso contenuto tecnologico e alta intensità di lavoro. Otto nuovi occupati su dieci hanno più di cinquant’anni. […]
Anche quest’anno il bollettino demografico dell’Istat fotografa un inverno con un freddo da record. Come quella cifra emblematica: per la prima volta nel nostro Paese il numero degli ultraottantenni ha superato quello dei bimbi sotto i dieci anni. Di poco (4,6 milioni contro 4,3), ma è un dato che si somma al record negativo delle nascite (nel 2024 solo 370 mila a fronte di 651 mila decessi) e anche quello dell’indice di natalità, 1,18 figli per donna.
Altri record: non ci sono mai state in Italia tante persone con più di cento anni (23.400), un cittadino su quattro ha almeno 65 anni. La popolazione residente è scesa sotto i 59 milioni (58 milioni 943 mila, per la precisione) e saremmo 5,4 milioni di meno se non ci fossero gli stranieri, gli unici nel nostro Paese che hanno un saldo positivo delle nascite. […]
[…] Il confine istituzionale dell’età anziana è rimasto a 65 anni. Ma i ricercatori dell’Istat hanno voluto fare dei calcoli, scegliendo come parametri le aspettative di vita nel 1952 e quelle di oggi. La vita si è allungata, di molto, e oggi ci si dovrebbe dichiarare anziani a cominciare dai 74 anni per gli uomini e dai 75 per le donne.
C’è poi un dato che salta subito agli occhi, come fosse scritto al neon: oltre un terzo degli italiani ha un titolo di studio non superiore alla terza media. Ce ne sarebbe anche un altro, ma a questo un po’ ci siamo abituati: i due terzi dei giovani tra i 18 e i 34anni (oltre il 63%) vivono in casa con mamma e papà. La media europea è di 49,6%.