
"LA 14ENNE MARTINA CARBONARO È MORTA DOPO LUNGHI MINUTI DI AGONIA IN SEGUITO AI COLPI ALLA TESTA INFERTI CON UNA PIETRA" - L'ORDINANZA DEL GIP CON CUI VIENE CONVALIDATA LA CUSTODIA CAUTELARE NEI CONFRONTI DI ALESSIO TUCCI, L'EX RAGAZZO 18ENNE E KILLER DI MARTINA, AMMAZZATA AD AFRAGOLA - SECONDO LA GIUDICE: "TUCCI HA AGITO CON CRUDELTÀ, EFFERATEZZA, TRANQUILLITÀ E DISINVOLTURA" - DOPO L'AGGRESSIONE, IL 18ENNE HA NASCOSTO IL CORPO DI MARTINA (PROBABILMENTE ANCORA VIVA) TRA I RIFIUTI DI UN EDIFICIO ABBANDONATO
'MARTINA MORTA DOPO LUNGHI MINUTI DI AGONIA'
(ANSA) - NAPOLI, 01 GIU - Martina Carbonaro, la ragazza di 14 anni uccisa ad Afragola dall'ex fidanzato Alessio Tucci, di 19 anni, sarebbe morta dopo lunghi minuti di agonia in seguito ai colpi alla testa inferti con una pietra.
E' quanto emerge dall'ordinanza con cui il giudice del Tribunale di Napoli Nord, Stefania Amodeo, ha confermato la custodia cautelare in carcere per Tucci. Lo riferiscono Il Mattino, il Corriere della Sera, Repubblica.
Dalla consulenza preliminare del medico legale emergerebbe dunque un quadro diverso rispetto a quanto detto da Tucci che ha spiegato che Martina non respirava più quando l'ha coperta di detriti nel casolare di Afragola.
alessio tucci martina carbonaro
Nel tratteggiare il profilo del giovane - si sottolinea nel provvedimento - emerge "una allarmante personalità", "incapace di controllare i propri impulsi". La procuratrice di Napoli Nord, Anna Maria Lucchetta aveva spiegato ieri che Tucci avrebbe agito con 'crudeltà'. 'Efferatezza', 'tranquillita', 'disinvoltura' sono alcuni dei termini utilizzati nell'ordinanza.
Il gip ha dunque motivato il provvedimento di custodia cautelare in carcere con "un pericolo concreto di reiterazione di reati della stessa specie". Tucci ha anche partecipato alle ricerche della ragazza subito dopo la sua scomparsa ma ha anche mentito - dice il giudice - ai genitori ed è stato abile a togliersi di dosso i vestiti sporchi di sangue.
LA CRUDELTÀ DI ALESSIO SU MARTINA “ERA VIVA, MOLTI MINUTI DI AGONIA”
Estratto dell'articolo di Dario Del Porto per "La Repubblica"
Martina Carbonaro non è morta sul colpo, ma è rimasta «plurimi minuti in agonia». Questo elemento, messo nero su bianco dal medico legale, viene evidenziato dalla giudice Stefania Amodeo nell’ordinanza che ha ritenuto sussistente l’aggravante della crudeltà contestata a Alessio Tucci, il muratore di 18 anni in cella per il femminicidio della ex fidanzata appena quattordicenne.
La vittima è stata colpita più volte alla testa con un sasso nel casolare abbandonato di Afragola, periferia settentrionale di Napoli, dove la coppia si rifugiava nei momenti felici e dove Martina ha trovato la morte la sera del 26 maggio scorso.
marcella e enzo carbonaro - genitori di martina carbonaro
«Non chiedete quanti colpi di pietra sono stati inferti e dove, perché questo solo l’autopsia lo stabilirà, ma posso dire che Alessio Tucci ha agito con crudeltà», spiega la procuratrice di Napoli Nord Anna Maria Lucchetta, che con la sua vice Maria Di Mauro e il pm Alberto Della Valle ha coordinato le indagini condotte dai carabinieri di Casoria e Castello di Cisterna.
All’indagato, spiega la magistrata, viene contestata anche un’altra aggravante, «quella della relazione affettiva che si era interrotta». Nel rapporto tra Alessio e Martina, sottolinea la magistrata, «non c’era alcun segnale di criticità. Parliamo di una bambina di 14 anni e un ragazzo di appena 18. Eppure Tucci ha ammesso di aver agito in questo modo crudele perché la povera Martina voleva continuare la sua vita non più con lui».
enza carbonaro - madre di martina carbonaro
Assistito dall’avvocato Mario Mangazzo, Alessio ha raccontato di aver colpito la vittima dopo che lei aveva respinto il suo tentativo di abbracciarla. Poi ha nascosto il corpo sotto un armadio ricoperto da rifiuti. L’autopsia dirà se, in quel momento, Martina respirava ancora oppure il suo cuore si era già fermato, come sostenuto dall’indagato. La giudice Amodeo mette sotto accusa il comportamento tenuto da Tucci subito dopo il delitto, quando ha«manifestato tranquillità all’esterno» e un «atteggiamento disinvolto».
Il muratore ha «mentito con grande naturalezza» ai genitori di Martina, ai propri familiari e agli investigatori, partecipando in prima persona alle ricerche della ragazzina. Azioni che appaiono alla gip come sintomatici di «lucidità ed estrema freddezza» e lasciano trasparire una personalità dal tratto definito «inquietante». [...]
Attraverso l’avvocato Sergio Pisani, i genitori di Martina hanno sporto querela per gli insulti ricevuti via social. «Atti vergognosi da perseguire », li definisce il deputato di Avs Francesco Emilio Borrelli che elogia lo striscione di solidarietà alla famiglia Carbonaro esposto a Napoli, in uno dei vicoli dei Quartieri Spagnoli. [...]