
“LADY GUCCI È STATA PREDA DI APPETITI INSAZIABILI” – LA PROCURA DI MILANO HA CHIESTO LA CONDANNA A 5 ANNI E 7 MESI PER LOREDANA CANÒ, EX COMPAGNA DI CELLA DI PATRIZIA REGGIANI, E 4 PER MARCO CHIESA, CONSULENTE BANCARIO DELL’EX MOGLIE DI MAURIZIO GUCCI – SECONDO L’ACCUSA REGGIANI SAREBBE STATA VITTIMA DI UNA “SISTEMATICA E MASSIVA SPOLIAZIONE DEL PROPRIO PATRIMONIO”: NEL RAGGIRO SAREBBERO FINITI IL CAPANNONE DI FAMIGLIA, VILLA REGGIANI A MILANO E ALTRE PROPRIETÀ…
patrizia reggiani - LOREDANA CANo
Milano: pm, 'condannare amici Lady Gucci, lei preda di appetiti insaziabili'
(LaPresse) - La Procura di Milano ha chiesto 5 anni e 7 mesi di reclusione per l'ex compagna di cella di Patrizia Reggiani, Loredana Canò, e 4 anni per Marco Chiesa, consulente bancario di 'Lady Gucci', in uno dei processi nati dall'inchiesta della guardia di finanza per circonvenzione d'incapace, corruzione, peculato e furto sul "patrimonio" milionario dell'ex moglie dello stilista, Maurizio Gucci, condannata a 26 anni per il suo omicidio.
Secondo l'accusa la 76enne, uscita dal carcere e ormai "fragile e malata", dopo la morte della madre Silvana Barbieri il 12 aprile 2019, sarebbe stata vittima di una "sistematica e massiva spoliazione del proprio patrimonio" da parte dell'amministratore di sostegno, l'avvocato Daniele Pizzi (che ha patteggiato 2 anni), consulenti e persone amiche a lei vicine.
maurizio gucci patrizia reggiani
Trattata come la "preda di appetiti insaziabili", ha detto durante la requisitoria la procuratrice aggiunta di Milano, Tiziana Siciliano, che sostiene la pubblica accusa con i pm Michela Bordieri e Marco Cirigliano.
Nel raggiro ci sarebbero finiti il capannone di famiglia in via Mecenate da 10mila metri quadrati, la villa Reggiani in centro a Milano e le altre proprietà immobiliari dietro Stazione Centrale di cui Chiesa si era fatto nominare amministratore attraverso la società Mauzia.
Quattro gli imputati - dagli 8 indagati dell'avviso conclusione indagini preliminari - davanti alla settima sezione penale del Tribunale di Milano (collegio Gallina-Malatesta-Clemente). Oltre a Canò e il consulente bancario anche i revisori Mario Wiel Marin e Marco Moroni per i quali sono state chieste condanne a 3 anni con pene accessorie.
La Procura ha chiesto di dichiarare estinto per intervenuta prescrizione l'ipotesi di furto di gioielli a casa Reggiani a carico dell'amica conosciuta in carcere e diventata una sorta di "assistente" una volta in libertà.
Chiesta anche l'interdizione temporanea dalla professione di consulente bancario per Chiesa. In aula si torna il 10 giugno per le discussione delle parti civili e le prime difese.
La sentenza potrebbe arrivare già alla successiva udienza del 17 giugno.
Patrizia Reggiani sarebbe stata la "gallina dalle uova d'oro" a cui far stipulare polizze vita e scritture private, indicandosi come beneficiari.
villa venduta da patrizia reggiani a milano 1
Per realizzare il piano, l'anziana e fragile che aveva subìto un intervento chirurgico al cervello che l'aveva compromessa ("voleva indicare come beneficiari di una polizza il pappagallo e il cane", ha detto il pm Cirigliano in aula per dimostrare lo stato di salute della donna), sarebbe stata "isolata" dal resto della famiglia (le due figlie), privata di "contatti con l'esterno" e accerchiata da "persone compiacenti e amministratori marionette" con il compito anche di "non passarle le telefonate" o "impedire la consegna della posta".
L'ex compagna di cella Canò è stata definita da alcuni testimoni come una "cozza attaccata allo scoglio" e gli imputati avrebbero mostrato una "mancanza di limiti e di ritrosia che in fondo una persona anziana, fragile, avrebbe dovuto umanamente far percepire".
Avrebbero "mosso le pedine" creando una "parvenza di legalità" e inducendo in errore anche il giudice tutelare che trattava il caso della donna.
Due, fra i tanti contestati, gli episodi chiave al centro del processo: il primo (il peculato) l'intervista a pagamento realizzata da Reggiani con Discovery Chanel in cui le "trattative con il team del canale e la giornalista" e i contenuti "dell'intervista" sono concordati con l'amministratore di sostegno e vengono ritrovati sui dei "bigliettini" sequestrati a Chiesa.
Il secondo (la corruzione) riguarda una fantomatica "due diligence" sul patrimonio familiare di cui viene incaricato per 105mila euro il commercialista di fiducia dell'avvocato Pizzi, "giovane penalista, non conosciutissimo che fa anche l'amministratore di sostegno" e che 3 mesi dopo riceve dallo stesso l'incarico di valutare la "fattibilità" di operazioni sulle energie rinnovabili di 4 società straniere.
Consulenza che avrebbe svolto "oralmente" tanto che gli inquirenti non avrebbero trovato "un whatsapp, una mail, una relazione o degli appunti cartacei" a riprova di aver svolto l'incarico
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