
IL METODO TRUMP: DALL’ISTRUZIONE ALLA DISTRUZIONE – UN GIUDICE FEDERALE HA SOSPESO TEMPORANEAMENTE IL PROVVEDIMENTO DEL GOVERNO CHE OBBLIGHEREBBE I 6.800 STUDENTI STRANIERI DI HARVARD A LASCIARE L’UNIVERSITÀ – MA È IMPROBABILE CHE “THE DONALD” SI FERMI E TRA GLI STUDENTI E GLI ALTRI ATENEI È SCOPPIATO IL PANICO: DOCENTI E RICERCATORI (ANCHE DI ALTRI ISTITUTI) HANNO PAURA DI PUBBLICARE STUDI SU TEMI CONSIDERATI “SCOMODI” DAL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO – IL PARADOSSO? IL TYCOON HA IMPOSTO LO STOP ACCUSANDO L'ATENEO DI DIFFONDERE PROPAGANDA ANTISEMITA, MA TRA GLI STUDENTI CHE RISCHIANO DI ESSERE CACCIATI CI SONO ANCHE ALCUNI ISRAELIANI...
1- HARVARD, STOP ALL’OFFENSIVA DI TRUMP ACCOLTO IL RICORSO SUGLI STRANIERI
Estratto dell'articolo di M. Ga. per il “Corriere della Sera”
Reazione immediata dell’università di Harvard alla mazzata di Donald Trump che giovedì ha revocato l’autorizzazione al reclutamento di studenti stranieri, […] sostenendo che quel campus è diventato un luogo pericoloso di propaganda antiamericana e di antisemitismo.
La giudice federale del tribunale di Boston Allison Burroughs ha accolto immediatamente il ricorso della più celebre accademia d’America, sospendendo temporaneamente la delibera della ministra per la Sicurezza interna, Kristi Noem, […] arrivata addirittura ad accusare Harvard di collusione col Partito comunista cinese e di dare spazio a sostenitori del terrorismo. Per questo Noem non solo aveva bloccato le nuove iscrizioni di studenti stranieri: aveva anche ordinato ai 6.800 che già studiano nel campus di Cambridge di lasciarlo e cercarsi un’altra università, o di tornare nei Paesi d’origine.
Una crisi devastante per l’università: gli stranieri sono un quarto del corpo studentesco, ma nella Kennedy School of Government sono più della metà e nella Business School più di un terzo. Ed è proprio questo che ha convinto la giudice a intervenire subito: nella sua ordinanza riconosce che l’applicazione immediata dell’ordinanza del governo Trump potrebbe provocare «un immediato e irreparabile danno» all’ateneo e ai suoi studenti.
Non appena raggiunta dall’ordine che Noem aveva giustificato con la mancata risposta dell’università a una serie di domande formulate dal governo, Harvard ha presentato il suo ricorso sostenendo di aver risposto a tutto e denunciando l’attacco dell’amministrazione Trump come «una vendetta incostituzionale» contro un’istituzione colpevole di non essersi piegata a un tentativo di mettere sotto controllo la governance dell’università, i suoi programmi di studio e perfino le convinzioni ideologiche di studenti e docenti.
harvard divisa nel conflitto israelo palestinese
La Casa Bianca aveva, infatti, sfruttato alcuni limitati episodi di antisemitismo avvenuti nel campus e ammessi dall’università che ha già cambiato le sue regole interne nel tentativo di evitare che si ripetano casi simili, per imporre ad Harvard cambiamenti radicali delle sue procedure, dei suoi programmi, dei criteri di selezione degli studenti e di assunzione dei docenti. Tutto respinto dal presidente dell’università, Alan Garber (difficilmente accusabile di antisemitismo, visto che è ebreo).
harvard - manifestazione pro palestina
Ma, proprio perché Trump intende vendicarsi, ed è nota la sua determinazione ad andare avanti a oltranza anche a costo di ignorare vincoli legislativi scavalcati invocando qualche emergenza, difficilmente l’attacco si fermerà. […]
Nell’emettere l’ordinanza con la quale ha revocato la certificazione di Harvard per lo Student Exchange Visitor Program, Kristi Noem ha detto esplicitamente che quanto da lei deciso nei confronti di Harvard è un avvertimento anche per tutti gli altri atenei americani. Ancora più esplicita: «Per le università l’ammissione di studenti stranieri coi loro benefici per le casse accademiche, non è un diritto ma un privilegio». […]
Per Harvard il danno potrebbe essere enorme: ha già perso 2,2 miliardi di dollari di contributi pubblici alla ricerca e ora rischia di perdere studenti stranieri che, oltre a rappresentare l’eccellenza per l’accademia e per l’America, […]sono anche quelli che pagano le rette più elevate. […]
2. UN TRATTO DI PENNA (PER RIPICCA) CHE CANCELLA I SOGNI DEGLI STUDENTI C’È UN CLIMA DI PAURA NEL CAMPUS
Estratto dell’articolo di Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”
Smarrimento, confusione, panico nel campus di Harvard dopo il provvedimento che obbligherebbe i 6.800 studenti stranieri a lasciare un ateneo che dovrebbe anche cancellare l’iscrizione di tutte le matricole. […]
Pochi gli studenti e i professori disposti a esporsi con nome e cognome, ma l’allarme è diffuso e comprensibile. Uno studente del Galles che, visto il prolungato braccio di ferro tra Trump e Harvard, aveva già deciso di provare a trasferirsi altrove, dice che ora entrare in un altro ateneo di rango diventa un’impresa proibitiva: minacciati dalla Noem, che ha presentato l’attacco ad Harvard come un avvertimento per tutto il mondo accademico Usa, le altre università potrebbero considerare gli «esuli» di Cambridge come degli appestati.
Sembrano timori eccessivi, ma l’autoritarismo di Trump ha già diffuso da tempo un clima di paura in tutto il mondo accademico. Un clima voluto — fin dal suo primo mandato il presidente repubblicano ha mostrato una preferenza per governare con la paura piuttosto che col consenso — che spinge studenti e docenti al silenzio e all’autocensura.
Un economista che ha insegnato di recente in due università della Ivy League (quelle dell’eccellenza) racconta che, avendo chiesto a un collega, docente di grande fama, vedute liberali e con le «spalle larghe», di consigliargli pubblicazioni accademiche utili per redigere uno studio sugli effetti economici dei dazi, è rimasto sorpreso davanti a un garbato rifiuto: «Non rischio di mettere in giro studi che potrebbero essere in contrasto con gli interessi del mio Paese».
Incredibile, ma studenti e docenti sussurrano di tante ricerche dal cui titolo sono sparite parole «pericolose» come ambiente o condizione femminile. […]
proteste pro palestina a harvard 5
Essendo quella colpita un’accademia di élite, poi, ci sono i casi imbarazzanti per il governo Usa di tanti studenti eccellenti cacciati in malo modo. Come la principessa Elizabeth, primogenita del re del Belgio ed erede al trono: un comunicato della Casa reale rende noto che la principessa, tornata a Bruxelles dopo gli esami, aspetta di sapere se potrà tornare a Cambridge per i corsi del secondo anno. Infine i casi paradossali come quelli degli studenti israeliani: alcuni di loro sostengono di essere stati vittima di episodi di antisemitismo, ma ora rischiano di essere cacciati anche loro. […]