
NETANYAHU È SEMPRE PIU’ ISOLATO - EYAL ZAMIR, NUOVO CAPO DI STATO MAGGIORE ISRAELIANO, NON LA PENSA COME “BIBI”: SE IL PREMIER VUOLE SPIANARE GAZA PER “SCONFIGGERE HAMAS” E CONCENTRARE I PALESTINESI IN CAMPI, ZAMIR HA COME UNICA PRIORITÀ QUELLA DI RIPORTARE GLI OSTAGGI A CASA – IL GENERALE HA IL POLSO DEI SUOI UOMINI E MOLTI RISERVISTI NON VOGLIONO PIÙ PARTECIPARE A UNA GUERRA “INGIUSTA” – TRUMP ANNUNCIA CHE SU "QUEL CHE SUCCEDERÀ A GAZA SI SAPRÀ DI PIÙ NELLE PROSSIME 24 ORE" – IL MINISTRO DELLA DIFESA ISRAELIANO, ISRAEL KATZ, MINACCIA L’IRAN: “QUELLO CHE ABBIAMO FATTO A GAZA, LO FAREMO A TEHERAN”
ISRAELE, FAREMO A TEHERAN CIÒ CHE ABBIAMO FATTO AD HAMAS
benjamin netanyahu nella striscia di gaza
(ANSA-AFP) - Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha minacciato oggi di fare ai leader di Teheran ciò che abbiamo "fatto ad Hamas a Gaza", 4 giorni dopo l'attacco dei ribelli Houthi yemeniti - alleati dell'Iran - all'aeroporto di Tel Aviv. "Avverto... i leader iraniani che finanziano, armano e sfruttano l'organizzazione terroristica Houthi: il sistema per procura è finito e l'asse del male è crollato", ha affermato Katz. "Siete direttamente responsabili. Quello che abbiamo fatto a Hezbollah a Beirut, ad Hamas a Gaza, ad Assad a Damasco, lo faremo anche a voi a Teheran", ha aggiunto in un comunicato.
ISRAELE, ULTIMA OPPORTUNITÀ PER GAZA I MILITARI SI OPPONGONO A NETANYAHU AMOS YADLIN
Estratto dell’articolo di Fabiana Magrì per "la Stampa"
Breve e stretta. È la finestra di opportunità offerta dall'annuncio della visita in Medio Oriente di Donald Trump, dal 13 al 16 maggio. Che si tratterà di un tour molto più che simbolico, è chiaro fin da questi giorni di attesa, scanditi da avvisi e indizi. Ancora ieri il presidente Usa ha alzato il livello della suspense: «Si parla molto di Gaza in questo momento. Probabilmente ne saprete di più entro le prossime 24 ore». Solo qualche ora prima l'agenzia Reuters aveva rivelato consultazioni «ad alto livello» tra Washington e Gerusalemme per un'amministrazione temporanea nella striscia, dopo la guerra, a traino statunitense ma insieme con altri Paesi, per supervisionarne la smilitarizzazione.
bombardamenti israeliani sulla striscia di gaza il giorno di pasqua
Sarebbe la soluzione auspicata dall'ex capo dell'intelligence militare israeliana - oggi analista - Amos Yadlin. La sua raccomandazione è che «prima si riportino a casa tutti gli ostaggi e si mette sul tavolo la questione della fine della guerra. Porrei il tema della smilitarizzazione di Gaza, che significa la fine di Hamas, come condizione per la ricostruzione di Gaza». Inoltre, suggerisce il generale che è stato anche numero due dell'aviazione militare israeliana, sarebbe fondamentale «un accordo bilaterale tra Stati Uniti e Israele, simile a quello in atto nel Nord, per tenere sotto controllo Hezbollah».
Anche Egitto e Qatar stanno aumentando la pressione su Hamas per raggiungere un'intesa con Israele, per salvare i civili di Gaza e gli ostaggi israeliani prigionieri della fazione islamista da 580 giorni.
Nei raid israeliani di ieri su Gaza City e Al-Bureij i funzionari ospedalieri sul posto hanno contato «almeno 59 palestinesi» uccisi. Esaurite le scorte, World Central Kitchen accusa Israele per il blocco degli aiuti. […] E non è l'unica a condannare l'assedio imposto dallo Stato ebraico per aumentare la pressione su Hamas. […]
Nello sgomento delle famiglie israeliane, il numero di ostaggi ancora vivi è stato aggiornato ufficialmente al ribasso dopo che si erano diffuse indiscrezioni. Il nuovo numero è stato pronunciato anche dal premier Benjamin Netanyahu - «Possiamo confermare che 21 sono vivi. Ce ne sono altri 3 la cui situazione è incerta» - dopo che ieri Trump aveva dichiarato: «Stiamo cercando di liberare gli ostaggi, ne abbiamo liberati molti. Come si dice, sono 21, più un sacco di cadaveri».
E mentre Israele è pronto a espandere l'operazione militare "I carri di Gedeone" a Gaza, non c'è sintonia sulle priorità, e quindi sull'approccio, tra vertici militari e politici. Yadlin promuove il nuovo capo di Stato Maggiore, il ramatkal Eyal Zamir, per il suo piano operativo con un'azione simultanea in tutte le città e duratura: dove si entra, si resta. Zamir può contare ora su maggiori risorse - le bombe precedentemente bloccate da Biden e le forze rientrate dal fronte Nord - e sull'esperienza accumulata in 18 mesi in superficie e nei tunnel. Oltre che sul sostegno dell'amministrazione Trump al blocco umanitario. La crepa con il governo di Netanyahu è sulla priorità di salvare gli ostaggi rispetto alla sconfitta di Hamas.
Zamir, che ha il polso della situazione sui suoi uomini, ne fa anche una questione di motivazione. Molti riservisti pensano che Hamas sia già stata distrutta abbastanza e non sentono più di aderire al dictat morale di partecipare a una guerra giusta.
BENJAMIN NETANYAHU E ISRAEL KATZ VISITANO LA STRISCIA DI GAZA
EYAL ZAMIR
EYAL ZAMIR
EYAL ZAMIR
DONALD TRUMP TRA LE MACERIE DI GAZA - IMMAGINE CREATA DALL INTELLIGENZA ARTIFICIALE