
NON TUTTA LA MALVA VIEN PER NUOCERE - UN TEMPO ERA UNA DELLE PIANTE PIU' POPOLARI, AL PUNTO CHE CARLO MAGNO NE RESE OBBLIGATORIA NEI GIARDINI, MA OGGI È UN PO' TRASCURATA - NIENTE DI PIU' SBAGLIATO: LA MALVA PUO' ESSERE UTILIZZATA IN CUCINA PER MOLTISSIME PREPARAZIONI, MA HA ANCHE DIVERSE PROPRIETÀ BENEFICHE, CHE POSSONO ESSERE VALIDE ALTERNATIVE A MEDICINALI O "SUPERFOOD" - SEMBRA CHE IL NOME MALVA DERIVI DAL...
Estratto dell'articolo di Gemma Gaetani per “la Verità” dell'11 marzo 2023
Sapete che Carlo Magno aveva reso obbligatoria la coltivazione della malva nei giardini? Nel Capitulare de villis vel curtis imperii, databile tra 770 e 813 e più noto col nome semplificato Capitulare de villis cioè Decreto sulle ville, emanato per regolamentare le attività rurali, agricole e commerciali delle aziende agricole dell’impero o ville, al capitolo 70 elenca […]
Ben 73 ortaggi e 16 alberi che Carlo Magno voleva sapere coltivati. Magari fosse così anche oggi, che invece la malva è un po’ fuori dai radar: selvatica, fa capolino in città nei prati che sopravvivono alla cementificazione adesso, a inizio primavera, per lo più nella generale disconoscenza di chi passa e ripassa ogni giorno, ignaro, davanti a questi fiori deliziosi. […]
E invece la malva andrebbe conosciuta meglio perché è in primo luogo un bellissimo fiore, che - perché no? - si può anche coltivare sul proprio balcone. Poi, è una pianta curativa. Poi, è un alimento: possiamo mangiarne fiori e foglie e minoritariamente si mangia anche il fusto (spellato). […] Oppure, ancora più facile nel caso si vogliano provare i soli infusi di malva, acquistare bustine già pronte.
La malva è una pianta erbacea dal nome botanico Malva sylvestris. Malva è il genere, che contempla molte specie di malva, quelle più facili da rintracciare nel nostro Stivale, oltre al Sylvestris, sono: la Malva spec. moschata, cioè la malva muschiata; la Malva spec. punctata cioè il malvone punteggiato cosiddetto per i puntini rossi che può presentare sul fusto, che cresce in zone secche e rocciose molto soleggiate e sui bordi dei torrenti, da 0 a 600 m sul livello del mare; la Malva agrigentina ossia il malvone di Agrigento, tipica dell’agrigentino, dai fiori bianchi e l’odore un po’ puzzolente; la Malva arborea anche detta malvone maggiore, che assorbe l’acqua di mare ed espelle il sale dalle foglie perciò cresce sulle coste e sulle isole e può raggiungere anche 2 m di altezza.
[…] Se il fiore non viene raccolto si giunge al frutto. I frutti di malva sono poliacheni circolari, cioè tondi e contenenti più semi e sono frutti che si raccolgono quando si seccano sulla pianta (proprio come i frutti della pianta di basilico), per ricavarne i semi per piantare la pianta. […]
In cucina si usano in primo luogo i germogli, i fiori e le foglioline che possono sembrare una normale verdurina, ma per la ricchezza in mucillagini sono una via di mezzo tra, sì, la fogliolina di spinacio e la più stravagante - per il nostro palato - alga, essendo come questa le foglie di malva un po’ scivolose. Le foglie si possono mangiare fresche, meglio se piccoline e in abbinamento ad altre verdure, sia in insalate, sia cotte in minestre che risulteranno un pochino più dense grazie alle mucillagini che le foglie di malva rilasceranno nel brodo di cottura. Ci si possono anche riempire omelette o frittate, idem coi fiori.
Non bisogna esagerare a mangiare e bere malva, però, perché proprio la quota di mucillagine, se si assume tanta malva consecutivamente per molto tempo per effetto accumulo potrebbe diminuire l'assorbimento intestinale di farmaci e in generale di macronutrienti (carboidrati, proteine, lipidi) e micronutrienti (sali minerali e vitamine). O avere un importante effetto lassativo, come accadde a Cicerone. Si può mangiare, cotto, anche il midollo del fusto, spellandolo, dunque, un po’ come si fa coi cardi.
Sembra che il nome malva derivi dal greco malakos che vuol dire «morbido». Come l’effetto principale della malva sul nostro organismo, l’emollienza. Secondo altri l’etimologia sarebbe invece direttamente latina, dal latino mollire cioè «in grado di ammorbidire». Non conosciamo l’origine precisa del nome, ma in entrambi i casi suggeriti si nomina la pianta con l’effetto principale del suo uso interno ed esterno: ammorbidire, calmare, sfiammare. Le mucillagini della malva sono un po’ il superpotere di questa pianta: hanno un forte potere emolliente in grado di coaudiuvare la cura di un mal di gola, una bronchite, un reflusso gastroesofageo, una gastrite, le emorroidi, un’infiammazione urinaria, l’asma, se condotte all’interno dell'organismo tramite infusi o sciroppi.
[…] La malva presenta anche effetto antinfiammatorio, anche sulle mucose, effetto che quindi si può sfruttare per tutti quei casi che abbiamo appena citato ossia per le mucose infiammate di naso, esofago, stomaco, intestino eccetera. Il decotto, un po’ più potente dell’infuso perché l'erba si bolle qualche minuto insieme all’acqua in bollore, poi si spegne e lascia a infondere, o l’infuso, che prevede di versare l’acqua bollente sulla pianta fuori fuoco e lasciare infondere, sono due perfette bevande calde e dolcemente curative tradizionalmente consigliate in tutte le affezioni respiratorie proprio grazie allo scioglimento delle mucillagini nell’acqua, due-tre tazze al giorno vi daranno sollievo e saranno anche utili per calmare lo stimolo a tossire (si chiama effetto antitussigeno), ricordatevelo nel caso di raffreddamento. […] Secondo alcuni, la malva è anche calmante del sistema nervoso. […]
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risotto con malva