
“CI CHIAMAVA NEL SUO UFFICIO SENZA UN MOTIVO, CI TOCCAVA, SI STROFINAVA, DICEVA FRASI SCONCE” - 7 STUDENTESSE DI MEDICINA ACCUSANO UN PROFESSORE DEL POLICLINICO DI CATANIA DI VIOLENZA SESSUALE MA I GIUDICI LO ASSOLVONO: “L’IMPUTATO LE HA APPOGGIATO I PALMI AL SENO MA NON USÒ LE DITA PER PALPARE” – “È EMERSA LA PROVA DI UN COMPORTAMENTO PREDATORIO, OSSESSIVO NEI CONFRONTI DELLE STUDENTESSE MA IL TRIBUNALE DEVE DISTINGUERE CASO PER CASO” – E SU UNA RAGAZZA CHE DENUNCIO’ CHE IL PROF LE SI BUTTO’ ADDOSSO, IL TRIBUNALE SCRIVE: “NON SI COMPRENDE COSA SIGNIFICHI BUTTARSI ADDOSSO E SE CIÒ ABBIA COINVOLTO LA SFERA SESSUALE"
Corrado Zunino per "la Repubblica" - Estratti
In sette, tutte studentesse di Medicina, hanno accusato il professor Santo T., 68 anni, di violenze sessuali, molestie verbali, di un comportamento asfissiante e reiterato nel tempo che aveva trasformato il reparto distaccato del Policlinico di Catania in un luogo di paura. «Ci chiamava nel suo ufficio senza un motivo, ci toccava, si strofinava, diceva frasi sconce».
L’hanno processato per diciannove fatti accaduti tra il 2008 e il 2014 all’ospedale Vittorio Emanuele Ferrarotto, in quegli anni ala del policlinico. A sorpresa, lo scorso 25 febbraio il professor Santo T. è stato assolto. Hanno firmato la sentenza di primo grado un giudice uomo e due giudici donne: «Non si è raggiunta la prova al di là di ogni ragionevole dubbio». Adesso sono diventate pubbliche le motivazioni.
Nelle prime righe delle 96 pagine, i giudici hanno scritto: «È certamente emersa la prova di un comportamento predatorio, ossessivo nei confronti delle studentesse che il professore sceglieva come oggetto dei suoi desideri sessuali». Ma — c’è subito un ma dopo una frase così perentoria — «il tribunale deve distinguere caso per caso» per capire «se i comportamenti sono sussumibili del reato contestato».
A pagina 32 si legge della violenza più plateale subita da Alessandra L., universitaria iscritta al corso di Tecniche di fisiopatologia circolatoria, e l’interpretazione di quell’atto da parte del collegio giudicante.
«Rileva la parte offesa che l’imputato le ha appoggiato i palmi al seno», ma «non c’è stata una pressione particolare delle mani. Appare poco verosimile che, volendole palpare una zona erogena, il docente non abbia fatto alcuna allusione sessuale». E poi: «Si tratta di un contatto che appare anomalo, poiché l’imputato non ha utilizzato le dita per palpare».
L’aspirante perfusionista, colei che mantiene accese le macchine in sala operatoria nel corso di un intervento, ha denunciato che il professore «quando ero nella sua stanza mi si è buttato addosso».
La quarta sezione del Tribunale di Catania ha scritto: «Non si comprende cosa significhi buttarsi addosso e se ciò abbia coinvolto la sfera sessuale della persona offesa». Su un piano giuridico, «se manca il dissenso, il fatto non sussiste. Non c’è violenza». E «non è emersa la prova di una manifestazione, anche tacita, di dissenso da parte di Alessandra L.».
(...) Il professore Santo T. è stato licenziato dal Policlinico e oggi è in pensione, impegnato in un percorso cattolico di revisione della vita. Gli avvocati delle studentesse- praticanti dicono: «La sentenza è allucinante, è grave che i giudici abbiano voluto interpretare i gesti».
Il difensore dell’imputato assolto: «Le attività del professore sono volgari ed eticamente sbagliate, ma non rappresentano un reato». Il pm sta valutando se proporre appello.