
ODISSEA NELLO SPACEY – FRANCESCO MERLO INTONA IL DE PROFUNDIS PER KEVIN SPACEY CHE, FATTO A PEZZI DA ACCUSE DI MOLESTIE DALLE QUALI È STATO ASSOLTO E ANCORA TRATTATO COME UN REIETTO: “L’ASSOLUZIONE NON NE HA FERMATO LA DISSOLUZIONE. BASTA CHE ARRIVI UN 'DAGLI ALL’UNTORE' PER AVVIARE, MAGARI CON UN PRIMO GIRO DI SOCIAL, L’ANTICA NEVROSI PLEBEA DEL CAPRO ESPIATORIO CHE HA MOLTIPLICATO GLI ACCUSATORI. KEVIN SPACEY È INNOCENTE. MA È PER SEMPRE SPORCATO…” (PER QUESTO PRIMA DI SPUTTANARE QUALCUNO, MEGLIO PENSARCI BENE)
Estratto dell’articolo di Francesco Merlo per “la Repubblica”
Che cos’è la reputazione? Vittima innocente di un MeToo demoniaco, Kevin Spacey, pur assolto da tutte le accuse, ha pianto, ha pronunziato parole di umiltà e di dignità, si è paragonato ai perseguitati del maccartismo che finirono nella lista nera di Hollywood come “comunisti”, ha persino ammesso una cattiva condotta «che non fa di me un colpevole e neppure un brutta persona». E tuttavia non riavrà la sua reputazione.
Timidamente gli hanno dato a Cannes un premio alla carriera non proprio nascosto, ma neppure esposto. E in una serata d’onore, fuori dal festival ma durante il festival, hanno persino provato a restaurare la sua reputazione.
Ma l’assoluzione non ne ha fermato la dissoluzione. È infatti un oggetto misterioso questa reputazione che si costruisce con il tempo e la fatica, il talento e la fortuna, la memoria e la cura di sé. C’entrano pure la vanità e l’abilità nella comunicazione e nella manipolazione, e chissà di quali imprevedibili ingredienti sono fatti il rispetto, l’ammirazione, il carisma, il buon nome, la stima.
Basta però che arrivi un “dagli all’untore” per avviare, magari con un primo giro di social, l’antica nevrosi plebea del capro espiatorio che, dal 2017 in poi, ha infatti moltiplicato gli accusatori di Spacey, portandoli circa a 50. E meno male che non è finita con la Colonna Infame dell’ingiusta condanna manzoniana. Al contrario, Kevin Spacey è innocente. Ma è per sempre sporcato, come il Jean Valjean dei Miserabili, la cui reputazione di ladro di pane lo schiaccerà come un destino.
kevin spacey in tribunale a londra.
E però Jean Valjean aveva davvero rubato quel pane. Kevin Spacey invece non ha violentato né molestato nessuno: «Il mio mondo è esploso», ha detto ai giurati di Londra, «c’è stata una corsa a giudicarmi, ho perso il lavoro, ho perso la reputazione, ho perso tutto in pochi giorni».
Ha perso anche la casa, affogato dai debiti per le spese legali. E lo hanno licenziato. Il regista Ridley Scott ha cancellato da un film appena finito le scene che Spacey aveva già girato.
Netflix gli ha tolto il ruolo di House of Cards, che, senza di lui, ha perso il fascino, che è anch’esso una reputazione.
[…] adesso lo stanno facendo un poco lavorare, ma senza crederci, ha scritto il New York Times. Per “rifarsi” la reputazione non bastano infatti le assoluzioni nei tribunali di New York e di Londra, le archiviazioni in Massachusetts e in California, i proscioglimenti e le ritrattazioni.
Nessuno potrà ridargli questa maledetta reputazione che la sociologia studia come un fenomeno sociale di devianza e conformismo, e la filosofia, sin dalla saggezza di Socrate, come una lotta tra l’essere e l’apparire, e la letteratura racconta con i “tipi”, dal furbo Ulisse all’avaro Shylock. […]
kevin spacey a processo a londra.
kevin spacey in tribunale a londra
kevin spacey al tashkent international film festival in uzbekistan.
kevin spacey a processo a londra
kevin spacey foto di bacco
kevin spacey a processo a londra
kevin spacey a oxford