
“L'AZIONE POLITICA DOVREBBE BASARSI SULL'EVIDENZA SCIENTIFICA E NON SUL PREGIUDIZIO IDEOLOGICO” – IL PROFESSOR FRANCO LOCATELLI, EX COORDINATORE DEL CTS, AZZANNA LA DUCETTA PER L’ASTENSIONE DELL'ITALIA DAL PIANO PANDEMICO DELL'ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ: “NON NE CAPISCO PROPRIO LA LOGICA. DOVEVAMO ESSERE I PRIMI A VOTARE SÌ, DOPO QUELLO CHE ABBIAMO VISSUTO CON IL COVID” – “MI PARE CHE L'ACCORDO SIA RISPETTOSO DELLA SOVRANITÀ NAZIONALE. IN NESSUN MODO VIENE CONFERITA ALL'OMS LA FACOLTÀ DI INTERVENIRE SULLE SCELTE POLITICHE DEI SINGOLI PAESI, NÉ DI IMPORRE PROVVEDIMENTI RESTRITTIVI…”
Estratto dell’articolo di Niccolò Carratelli per “la Stampa”
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«Non ne capisco proprio la logica», dice subito il professor Franco Locatelli, a proposito dell'astensione dell'Italia sul piano pandemico dell'Organizzazione mondiale della sanità. «Dovevamo essere i primi a votare sì, dopo quello che abbiamo vissuto con il Covid», aggiunge l'oncoematologo del Bambin Gesù di Roma e presidente uscente del Consiglio superiore di sanità (il suo mandato è scaduto a marzo).
Ma, soprattutto, per un anno, tra il 2021 e il 2022, coordinatore del Comitato tecnico scientifico e principale consulente del premier Mario Draghi e del ministro della Salute, Roberto Speranza, nella gestione della seconda fase della pandemia. […] «Non si può negare che questo accordo pandemico sia un passo avanti significativo».
Anche se, dopo lunghe trattative, il documento è stato ridimensionato in alcuni passaggi?
«Il risultato è comunque positivo per migliorare la capacità di prevenzione e l'organizzazione di una risposta condivisa alle future minacce pandemiche. Si prevede una maggiore sinergia fra i Paesi, anche per quanto riguarda la produzione e l'approvvigionamento di vaccini. E poi un coordinamento internazionale dell'attività di ricerca, per mettere in rete tutte le informazioni utili su nuovi agenti patogeni che dovessero emergere».
ACCORDO PANDEMICO - ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITA
Il governo italiano ha deciso di astenersi per «riaffermare la sovranità degli Stati nell'affrontare le questioni di salute pubblica». Che ne pensa?
«Mi pare che l'accordo sia assolutamente rispettoso della sovranità nazionale. In nessun modo viene conferita all'Oms la facoltà di intervenire sulle scelte politiche dei singoli Paesi, né di imporre provvedimenti restrittivi, come il lockdown o il divieto degli spostamenti».
Quindi, il ministro Schillaci e la premier Meloni hanno letto male?
«Non so cosa ci sia davvero alla base della scelta di chiamarsi fuori. Ma da medico, da scienziato, da rappresentante della sanità pubblica è una decisione che mi lascia molto perplesso. Perché non ci sono critiche specifiche, non c'è la richiesta di modificare questo o quel passaggio: tutto è perfettibile, per carità, ma a mio avviso c'erano le condizioni per approvare il documento».
Invece non l'abbiamo fatto, al pari di Russia e Iran o, restando in Europa, di Polonia e Slovacchia.
«Tutti i più importanti Paesi europei hanno votato a favore, un minimo di coerenza avrebbe consigliato di fare altrettanto. Siamo stati uno dei Paesi più colpiti dal Covid, con un altissimo numero di vittime, la lezione della pandemia non può assolutamente essere dimenticata».
ACCORDO PANDEMICO - ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITA
C'è chi, come la Lega, vorrebbe uscire dall'Oms, sulla scia degli Stati Uniti di Donald Trump. Come giudica questa idea?
«Penso che l'azione politica debba basarsi sull'evidenza scientifica e non sul pregiudizio ideologico. Ovviamente non sono per nulla d'accordo sull'ipotesi di uscire dall'Oms: è una struttura sovranazionale fondamentale, per tutelare soprattutto chi vive nei Paesi più svantaggiati». […]
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