
IL PROSSIMO PASSO È IL “REGIME CHANGE” IN IRAN – L’OBIETTIVO DI NETANYAHU A TEHERAN NON È SOLO DISTRUGGERE LE CAPACITÀ NUCLEARI DEL REGIME, MA DESTABILIZZARLO E, FORSE, ROVESCIARLO – DOPO AVER DECIMATO LA CATENA DI COMANDO MILITARE, IL PROSSIMO OBIETTIVO POTREBBERO ESSERE LE PERSONE PIÙ VICINE A KHAMENEI O, ADDIRITTURA, LA STESSA GUIDA SUPREMA – UN COLPO DI STATO È IMPROBABILE: L’OPPOSIZIONE È DEBOLE, ANCHE SE LA POPOLAZIONE FREME: GIÀ OGGI DAI BALCONI CI SAREBBE CHI HA URLATO “MORTE A KHAMENEI”
Video from Tehran shows Iranians dancing and celebrating after #Israel's strikes on the IR.
As natural allies of Israel, the U.S., and the free world, the people of #Iran seek the fall of the regime and welcome the strikes.#IranIsHappy#IraniansStandWithIsrael#????_??????? pic.twitter.com/vN4JQT3muh
— #No2IR (@S13802002) June 14, 2025
IRAN: KHAMENEI 'HA PERSO', DAVANTI A LUI ORA SOLO SCELTE DIFFICILI
MEDIORIENTE DI FUOCO - VIGNETTA BY GIANNELLI
(Adnkronos) - "Se è onesto con sé stesso, dovrà ammettere di avere perso. Tutto quello per cui ha lavorato, sta crollando davanti ai suoi occhi".
Lo dice al Wall Street Journal Afshon Ostovar, professore associato alla Naval Postgraduate School di Monterey, in California, parlando dell'ayatollah Ali Khamenei: "La nave" che la guida spirituale ha comandato in questi anni "si è arenata".
Architetto dell'espansione della potenza politica e militare della Repubblica islamica in Medio Oriente, la cosiddetta 'rivincita sciita', l'ultraottantenne Khamenei dovrà "passare l'autunno della sua vita combattendo non per allargare ma per salvare" l'IRAN, sottolinea il quotidiano americano, convinto che davanti a sé abbia solo "scelte ardue e nessuna buona opzione".
Il conflitto con Israele ha indebolito le Forze armate di Teheran e ulteriori ritorsioni rischiano di essere insufficienti a scoraggiare futuri attacchi, è l'analisi del quotidiano americano, secondo cui attacchi a navi nel Mar Rosso o ad altri interessi o personale statunitense attireranno probabilmente una risposta americana, cosa che Khamenei ha storicamente cercato di evitare. Cedere alle pressioni e concludere un accordo nucleare con gli Stati Uniti che limiti fortemente la capacità di arricchimento dell'IRAN sarà invece visto dai sostenitori della linea dura come una capitolazione inaccettabile.
FOTOGRAFO IRANIANO, 'GENTE URLA DAI BALCONI MORTE A KHAMENEI'
(ANSA) - "Ieri sera molti urlavano dai balconi delle loro case 'morte a Khamenei", ovvero alla guida suprema dell'Iran, perché questo attacco di Israele, "ne è convinta la maggioranza degli iraniani, può essere la volta buona per liberarci dall'oppressione di questo regime".
Lo dice all'ANSA il fotografo iraniano Manoocher Deghati, già vincitore di un World press photo, raggiunto telefonicamente mentre si trova all'estero. "Ora - spiega - sono ovviamente tutti spaventati e scioccati, e la situazione sarà certamente difficile".
benjamin netanyahu - attacco di israele all iran
Ma, aggiunge, "spero che la gente andrà in strada a protestare" cogliendo l'occasione di "questo duro colpo alla Repubblica islamica di cui Israele sta decapitando tutti i vertici". "Ora - ritiene Manoocher - sono rimaste poche persone a decidere e non sanno cosa fare, si vede dalla risposta a Israele, hanno inviato solo qualche missile". "Molta gente che vive in Iran - assicura - è contenta perché questa è una chance di rovesciare il regime".
Il regime mutilato, i rischi per Khamenei, l'ipotesi colpo di Stato: gli scenari possibili
Estratto dell’articolo di Greta Privitera per www.corriere.it
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Nel secondo giorno di guerra tra Israele e la Repubblica islamica, il regime è mutilato. I raid israeliani hanno ucciso una ventina di uomini a capo degli apparati strategici del Paese.
Non c’è più: Hossein Salami, comandante delle Guardie della Rivoluzione Islamica (Ircg); Mohammad Bagheri, capo di Stato maggiore delle forze armate iraniane; Gholamali Rashid, capo del quartier generale Khatam Al-Anbiya; Esmail Qaani, comandante della Forza Quds delle Ircg; Amir Ali Hajizadeh, il responsabile della divisione aerospaziale, stratega dell’ultimo attacco allo Stato ebraico.
«Il regime si fondava sui capi di queste divisioni. Le figure del parlamento contano poco. Ha molto più potere e peso un generale delle Guardie della rivoluzione che il presidente Masoud Pezeshkian: gli attacchi sono stati studiati per paralizzare l’apparato della dittatura», dice al Corriere Beni Sabti, esperto iraniano dell’Inss di Tel Aviv, nato a Teheran.
Benjamin Netanyahu ha minacciato che se l’Iran ucciderà civili, Israele risponderà colpendo figure politiche di alto profilo. «Molte di queste sono già state eliminate», commenta Sabti, e aggiunge: «Tutti gli uomini con un ruolo nell’Ircg - i pasdaran - non sono al sicuro, così come tutti i "nuovi" nominati da Khamenei. E' l’avvertimento del presidente israeliano all’ayatollah e al suo cerchio del terrore. Gli sta dicendo "attenti, siete i prossimi della lista"».
La minaccia rafforza le convinzioni di chi crede che tra gli obiettivi israeliani non ci sia solo la distruzione del programma nucleare e missilistico di Teheran, ma anche la destabilizzazione se non il tentativo di rovesciamento del regime.
Non un’impresa semplice, né tantomeno una strada certa verso la liberazione del popolo iraniano che da 46 anni vive sotto il giogo di un regime dittatoriale.
Nella «lista di Netanyahu» potrebbe finirci il secondogenito della Guida suprema, Mojtaba, l’erede designato. È spietato, determinato a preservare la dinastia Khamenei a ogni costo, attraverso il controllo delle milizie, degli apparati di sicurezza e dei canali finanziari.
Un altro uomo vicino al leader è Mohammad Bagher Ghalibaf, ultraconservatore, ex comandante delle Guardie della Rivoluzione, ex capo della polizia e sindaco di Teheran, Ghalibaf ha scalato le vette del potere, diventando il presidente del Parlamento.
Fedelissimo alla linea della Guida Suprema, ma anche abile stratega, era un alleato stretto di Qassem Soleimani, il leggendario comandante della Forza Quds dell’Ircg, ucciso in Iraq per volere di Donald Trump, nel 2019. Un altro «amico» di Khamenei è Ali Larijani, ex comandante dell’Ircg.
E' stato capo della televisione di Stato per dieci anni, segretario del Consiglio Supremo di Sicurezza Nazionale e presidente del parlamento per oltre un decennio. Considerato un conservatore pragmatico, ha trattato sul nucleare con l’Europa.
khamenei istruisce i chierici durante un meeting a teheran
Ma lo scenario peggiore - migliore per gli oppositori iraniani - è che il prossimo obiettivo di Netanyahu sia proprio lui, l’ayatollah. Non un bersaglio facile neanche per il Mossad, visto gli altissimi livelli di sicurezza che lo circondano.
L’uccisione del leader […] aprirebbe scenari opposti e avrebbe conseguenze esplosive ben oltre il campo di battaglia.
Dice al telefono con il Corriere lo scrittore ed esperto Arash Azizi: «Se Khamenei venisse ucciso, si attiverebbe un processo per eleggere un altro religioso al suo posto. Un organismo chiamato Assemblea degli Esperti, formato da clerici: una sorta di conclave. Mojtaba, suo figlio, è uno dei principali candidati.
Tuttavia, c’è la possibilità che l’uccisione di Khamenei sia talmente destabilizzante da spingere anche altri elementi all’interno del regime a farsi avanti e a cambiare il sistema. In tal caso, il vero potere potrebbe non risiedere più nell’ufficio della Guida Suprema».
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Se il dittatore cadesse, c'è chi spera che le strade torneranno a riempirsi come è successo tra il 2022 e il 2023 con il movimento Donna, Vita, Libertà. «Un’altra opzione è il colpo di stato. Le fazioni militari e coloro che sono legati agli oligarchi iraniani potrebbero prendere il controllo», dice Azizi. Va considerato, che in Iran non esiste un leader dell’opposizione.
Non c’è perché è vietato opporsi, chi lo ha fatto è stato ucciso o è in prigione. «Nessuna delle organizzazioni o figure dell’opposizione possiede attualmente la forza sufficiente per avere una reale possibilità di arrivare al potere. Una rivolta popolare spontanea potrebbe portare alcuni di loro in primo piano, ma oggi sembra difficile.
danni all centro di arricchimento dell uranio di natanz, in iran , dopo l attacco israeliano
Può anche essere che una fazione del regime, come quella dei riformisti, prenda il controllo e gestisca i contatti con l’Occidente», conclude Azizi. Ali Vaez, direttore dell'International Crisis Group, crede che non esista un’alternativa praticabile a questo regime, né all’interno né all’esterno dell’Iran. Perciò, un’implosione è destinata a sfociare o in una guerra civile o in un colpo di stato militare.
Anche se per ora non si vede l’innesco di una reazione a catena, e se dovesse cattare, resta un’incognita: dove conduce? In Iran, il potere è nelle mani degli estremisti della Guardia Rivoluzionaria che già controllano l'esercito e l'economia, non vogliono fare saltare il sistema: lo vogliono mantenere.
Spaesati e colti di sorpresa, i leader della Repubblica Islamica sono all’angolo, ma non possono permettersi di mostrarsi fragili. Stavano preparando una risposta a un possibile attacco israeliano, ma credevano di avere almeno fino a domenica, […] . Hanno fatto male i conti. Oggi, sempre più assediati dalla paura per la propria sopravvivenza e segnati da un’umiliazione profonda, sembrano spinti verso l’escalation. In questo clima di tensione crescente, non è da escludere che Teheran scelga la via degli attacchi clandestini contro Israele, o peggio, decida di accelerare senza indugi il programma nucleare, destabilizzando ancora di più il Medio Oriente.
esplosione vista da un jet di israele operazione rising lion
pentagon pizza report prima dell attacco di israele all iran
danni all centro di arricchimento dell uranio di natanz, in iran , dopo l attacco israeliano
danni all centro di arricchimento dell uranio di natanz, in iran , dopo l attacco israeliano.
siti nucleari iraniani colpiti da israele