riviera di ponente

LA RIVIERA LIGURE DI PONENTE CAMBIA PELLE: DA "FLORIDA" DEI PIEMONTESI A BUEN RETIRO DEGLI STRANIERI. NON SOLO TEDESCHI E INGLESI, IN ARRIVO ANCHE POLACCHI E BALTICI IN FUGA DA PUTIN. E PER LA PRIMA VOLTA I COMPRATORI ESTERI SUPERANO QUELLI ITALIANI – “NEGLI ULTIMI MESI ABBIAMO CHIUSO TRATTATIVE PER PROPRIETÀ INVENDUTE DA ANNI, A CIFRE SUPERIORI AL MILIONE” - LE PAROLE DI SCAJOLA, SINDACO DI IMPERIA, E L'IDEA DI UNA MACROREGIONE CON LA COSTA AZZURRA E DI UN'AUTOSTRADA DEL MARE CHE POSSA GARANTIRE COLLEGAMENTI SENZA PASSARE DALLE STRADE ORMAI SATURE…

Andrea Rossi per "la Stampa" - Estratti

 

riviera di ponente

Dal suo punto d'osservazione – sei agenzie nello spazio di pochi chilometri – Matteo Scandolera, esperienza trentennale nel mercato immobiliare, la racconta così: «Fino a dieci anni fa il 70% degli immobili che vendevamo erano destinati a italiani. Ora non dico che il rapporto si sia invertito ma quasi».

 

Se non è la fine di un'epoca poco ci manca. La Riviera ligure di Ponente, la Florida dei piemontesi, dove almeno tre generazioni hanno radicato il sogno figlio del boom economico – la seconda casa al mare – sta cambiando pelle. Ora è un buen retiro per nordamericani, tedeschi, francesi, britannici, danesi, norvegesi, svedesi che fino a qualche decennio fa facevano rotta sulla Costa Azzurra e adesso guardano al di qua del confine attratti da prezzi più abbordabili e un ambiente più amichevole.

 

 

riviera ligure di ponente 2

Ma anche - storia degli ultimi mesi - di polacchi e cittadini delle repubbliche baltiche in cerca di un rifugio dall'eventuale minaccia russa. Per la prima volta, in molti casi, i compratori esteri superano gli italiani. Non investitori; famiglie che vengono a viverci. «Negli ultimi mesi abbiamo chiuso trattative per proprietà invendute da anni, a cifre superiori al milione», racconta Fabio Maiani, da oltre trent'anni a capo di un'agenzia immobiliare a Sanremo. «Gli stranieri hanno elevata capacità di spesa, cercano soluzioni di alto livello». Lo scorso anno il prezzo medio pagato da un acquirente dall'estero ha superato i 500 mila euro contro i 370 mila degli italiani.

 

Claudio scajola

(...) C'è dell'altro, come spiega Claudio Scajola, sindaco di Imperia, presidente della Provincia, l'uomo che da diversi decenni governa direttamente o di fatto questa terra: «Il grande artista tedesco Georg Baselitz mi ha raccontato che quando doveva cercare casa sulla costa in un primo momento andò a Montecarlo e rabbrividì. Alla fine ha scelto le nostre zone perché non sono state snaturate. Sono ancora autentiche, e molti in questa fase storica cercano questo».

 

La Costa Azzurra non è più il vicino da invidiare, ma può essere un alleato. Barbara Amerio, imprenditrice del settore nautico, dal 2019 è presidente degli industriali di Imperia e Sanremo. «Ci siamo dati un obiettivo: aprirci alla dimensione internazionale». Per lei significa guardare a Ovest innanzitutto: «Fino a Saint-Tropez questa può essere una costa unica, che vive di progetti comuni. Possiamo diventare una macroregione europea. È un'idea che i francesi condividono, ne abbiamo parlato anche con Alberto di Monaco».

 

Costa Azzurra e Ponente ligure hanno lo stesso aeroporto di riferimento – Nizza, il secondo scalo internazionale di Francia – e un'infinità di scambi, dalle merci alla logistica. Senza contare i 5 mila "frontalieri" che quotidianamente fanno la spola con il Principato, la manodopera del settore turistico e ancor di più l'edilizia, quasi interamente in mano a ditte italiane anche dall'altra parte del confine. E poi c'è la terra, strettissima: «Montecarlo è satura, più di tanto non può più crescere», ragiona Giorgio Casareto, amministratore delegato di Portosole, uno dei più grandi porti turistici del Mediterraneo, a Sanremo, base di megayacht e charter di lusso. Non c'è più spazio per le case ma nemmeno per le barche. Ecco spiegato lo scivolamento verso il Ponente.

portosole

 

Il turismo segue traiettorie analoghe. Rispetto al 2019 le presenze in provincia di Imperia sono cresciute del 10% sfiorando i 3,5 milioni nel 2024. Anche qui con una quota massiccia di stranieri.

 

«Possiamo fare concorrenza alla Costa Azzurra non solo sulle case, ma sugli hotel, grazie ad alcune strutture di lusso aperte di recente», spiega Maiani. Il resto lo fa un territorio in parte preservato dallo sfruttamento massiccio e spesso incontrollato che altrove ha stravolto la costa. «Siamo da sempre una terra amata dagli stranieri», racconta Fabia Devia, titolare di un'agenzia a Bordighera con quasi sessant'anni di vita alle spalle. «Fino a non molto tempo fa privilegiavano l'entroterra: negli anni Ottanta eravamo invasi dagli olandesi.

claudio scajola

 

Di recente hanno scoperto la costa».

 

Vanno alla ricerca dei paesaggi dipinti da Monet tra Bordighera e Dolceacqua, delle tracce del passaggio di Charles Garnier, il grande architetto progettista de l'Opéra di Parigi, o della biblioteca fondata nel 1880 da residenti inglesi che conserva 20 mila volumi in inglese, 6 mila in francese e 3 mila in tedesco.

 

Tasselli di un mosaico che coinvolge inevitabilmente il mare. La Riviera conta undici tra porti turistici, marine e darsene in 90 chilometri, quasi tutti in espansione proprio per accogliere il travaso in corso dalla Costa Azzurra. Gli attuali 3.700 posti barca sono destinati a diventare 5 mila, con un occhio di riguardo ai megayacht. Il solo porto di Imperia arriverà oltre i mille posti diventando uno dei più grandi del Mediterraneo. «Le barche portano equipaggi, personale. Creano un indotto: rifornimenti, manutenzioni. Non è un'economia mordi e fuggi, tutt'altro», spiega Giorgio Casareto.

 

porto turistico di sanremo

Portosole è tra i protagonisti di questa fase di sviluppo grazie ai capitali investiti dai proprietari, i fratelli anglo-indiani David e Simon Reuben. «Chi ha visione si è reso conto del fatto che Monaco non può crescere di più e che il rilancio di questa costa passa anche dalla sua posizione strategica. Il nostro sforzo è tutelare un'economia decisiva come la nautica da diporto. Il 50% dei grandi yacht al mondo viene realizzato in Italia. Ci sono competenze, un indotto. Un patrimonio da proteggere. Possiamo farlo anche – ma non solo – intercettando i flussi turistici».

bordighera

 

I numeri sembrano dare ragione alla direzione imboccata: «Il Pil della provincia negli ultimi cinque anni è cresciuto del 10,1%, più della media ligure (8,2%). Nei primi quattro mesi dell'anno abbiamo registrato un più 4,5% di turisti rispetto al 2024», rivela Scajola. «Possiamo diventare la naturale prosecuzione della Costa Azzurra», traccia la rotta Barbara Amerio.

 

«Per questo stiamo discutendo con loro di infrastrutture, il reciproco punto debole: abbiamo avviato un tavolo con Nizza e il Principato per ragionare su un'autostrada del mare che possa garantire collegamenti senza passare dalle strade ormai sature». «Del resto – riflette Fabia Devia – eravamo una terra sola, si parla ancora lo stesso dialetto. Riannodare i fili di questa storia è del tutto naturale».

VILLA EGO A BORDIGHERAporto turistico di sanremo

Ultimi Dagoreport

massimo martinelli azzurra francesco gaetano caltagirone guido boffo roberto napoletano

FLASH! – MISTERO BOFFO! È DURATO APPENA UN ANNO GUIDO BOFFO ALLA DIREZIONE DE “IL MESSAGGERO”, CHE SARÀ AFFIDATA AD INTERIM AL DIRETTORE EDITORIALE MASSIMO MARTINELLI – BOFFO FU UNA SCELTA DI AZZURRA CALTAGIRONE, IN BARBA A PAPÀ CALTARICCONE – ALLA SCADENZA, ESATTAMENTE DOPO UN ANNO, IL CONTRATTO DI BOFFO NON È STATO RINNOVATO – NEL CUORE DI CALTA C’È IL RITORNO DI ROBERTO NAPOLETANO, ATTUALE DIRETTORE DE “IL MATTINO” DI NAPOLI, ALTRO QUOTIDIANO DEL GRUPPO CALTAGIRONE…

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL PRANZO DEI VELENI È SERVITO: LUNEDÌ A PALAZZO CHIGI SONO VOLATI PIATTI E BICCHIERI TRA I TRE CABALLEROS DEL GOVERNO - MELONI E TAJANI HANNO MESSO ALL’ANGOLO IL "PATRIOTA" TRUMPUTINIANO SALVINI, ACCUSANDOLO DI SABOTARE L'ESECUTIVO CON LE SUE POSIZIONI ANTI-EUROPEE E GLI ATTACCHI A MATTARELLA SUL CODICE ANTI-MAFIA DEL PONTE DELLO STRETTO – QUANDO SONO ARRIVATI I RISULTATI DELLE COMUNALI, CON LA DEBACLE DEL CENTRODESTRA, "IL TRUCE" DELLA LEGA E' PARTITO ALL'ATTACCO, INCOLPANDO LA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' (COLLE OPPIO E GARBATELLA) PER LA SCONFITTA A GENOVA: SE NON AVESSE CONVINTO BUCCI A LASCIARE LA POLTRONA DI SINDACO DI GENOVA PER CORRERE PER LA PRESIDENZA DELLA REGIONE LIGURIA (STOPPANDO IL LEGHISTA RIXI), IL SINDACO SAREBBE RIMASTO AL CENTRODESTRA. A QUEL PUNTO, SI E' SVEGLIATO TAJANI CHE HA RICORDATO A ENTRAMBI CHE SENZA I VOTI DI CLAUDIO SCAJOLA OGGI CI SAREBBE IL PD DI ANDREA ORLANDO ALLA REGIONE LIGURIA…

benjamin netanyahu matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT – QUANTO POTRÀ DURARE IL SILENZIO IMBARAZZATO E IMBARAZZANTE DI GIORGIA MELONI DI FRONTE AI 50MILA MORTI DI GAZA? LA DUCETTA NON VUOLE SCARICARE NETANYAHU PER NON LASCIARE A MATTEO SALVINI LA "PRIMAZIA" DEL RAPPORTO CON "BIBI". MA ANCHE PER NON IRRITARE LA POTENTE COMUNITÀ EBRAICA ITALIANA, STORICAMENTE PENDENTE A DESTRA – ORMAI ANCHE URSULA VON DER LEYEN E ANTONIO TAJANI (NON CERTO DUE CUOR DI LEONE) CONDANNANO LE STRAGI NELLA STRISCIA CON PAROLE DURISSIME: “AZIONI ABOMINEVOLI” – ANCHE LA POPOLAZIONE ISRAELIANA VUOLE SFANCULARE “BIBI”, COME STA FACENDO GIÀ TRUMP, CHE NEI GIORNI SCORSI HA ATTACCATO LA CORNETTA IN FACCIA A SEMPRE PIÙ IN-GAZATO PREMIER ISRAELIANO (OGGI HA RIVELATO DI AVERGLI "DETTO DI NON ATTACCARE L'IRAN")

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - IL GARBUGLIO DEL SUPER RISIKO BANCARIO SPACCA NON SOLO LA FINANZA MILANESE (DUELLO UNICREDIT-INTESA) MA STA FACENDO DERAGLIARE ANCHE IL GOVERNO DI DESTRA-CENTRO -GONG! OGGI È ANDATO IN SCENA UN PESANTISSIMO SHOWDOWN TRA MELONI, CHE È FAVOREVOLE AD APERTURE SUL GOLDEN POWER A UNICREDIT SULL’OPERAZIONE BANCO BPM CON TAJANI SOSTENITORE INDEFESSO DEL LIBERO MERCATO, E LA LEGA DI SALVINI CHE È PRONTA A FAR CADERE IL GOVERNO PUR DI NON MOLLARE IL “SUO” BANCO BPM A UNICREDIT - OGGI, ARMATO DI BAZOOKA, È SCESO IN CAMPO IL MINISTRO DELL’ECONOMIA, GIANCARLO GIORGETTI. INCALZATO DAI CRONISTI SULLE POSSIBILI APERTURE DEL GOVERNO ALLE PRESCRIZIONI DEL GOLDEN POWER APPLICATE ALLA BANCA DI ORCEL, L’ECONOMISTA DI CAZZAGO È SBOTTATO COME UN FIUME IN PIENA: “SE CI FOSSE IL MINIMO DISALLINEAMENTO (CON MELONI), NON CI SAREBBE UNA MINACCIA DI DIMISSIONI, MA LE DIMISSIONI STESSE. NON SI ANNUNCIANO LE DIMISSIONI, LE SI DANNO…”

donald trump zelensky vladimir putin russia ucraina

DAGOREPORT - TRUMP STREPITA MA NON COMBINA UN CAZZO – ZELENSKY PROPONE UN INCONTRO A TRE CON IL TYCOON E PUTIN MA NESSUNO LO CONSIDERA: PUTIN SI CHIAMA FUORI (“SOLO DOPO ACCORDI SPECIFICI”). E IL TYCOON? NON VUOLE UN INCONTRO DIRETTO CON PUTIN PERCHE', IL MOLTO PROBABILE BUCO NELL'ACQUA, SAREBBE L'ENNESIMA CONFERMA DELLA SUA INCAPACITA' DI RISOLVERE LA CRISI UCRAINA. LUI, CHE PRIMA DELLE ELEZIONI DICEVA “PORTERÒ LA PACE IN 24 ORE”, E A PIU' DI QUATTRO MESI DALL’INSEDIAMENTO SI RITROVA CON I DRONI E I MISSILI RUSSI CHE MARTELLANO PIÙ CHE MAI KIEV...

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – UCCI UCCI, SENTO AVVICINARSI GLI ANGELUCCI! IN ALLARME PER LA DECRESCITA INFELICE DEI LORO TRE QUOTIDIANI, ALESSANDRO SALLUSTI AVREBBE I GIORNI CONTATI ALLA DIREZIONE DE “IL GIORNALE” - GIA’ CADUTO IN DISGRAZIA CON MARINA BERLUSCONI, REO DI AVER SOSTITUITO “PAPI” CON GIORGIA, ORA GIAMPAOLO ANGELUCCI AVREBBE IN MENTE DI RIMPIAZZARE IL BIOGRAFO DELLA DUCETTA CON QUEL RAMPANTISSIMO “BEL AMI” DEL POTERE CHE SI CHIAMA TOMMASO CERNO: SENZA FARE UN PLISSE’, DA DIRETTORE DELL’’’ESPRESSO” E DEPUTATO DEL PD BY RENZI, OGGI E’ ALLA GUIDA DE “IL TEMPO”, TALMENTE SCHIERATO CON LA DESTRA CHE VEDE I FASCISTI A SINISTRA… (VIDEO STRACULT!)