
SE STASI NON È IL COLPEVOLE, LA STORIA DEL DELITTO DI GARLASCO È TUTTA DA RISCRIVERE. A PARTIRE DALL’ORARIO DELL’OMICIDIO DI CHIARA POGGI, CHE POTREBBE ESSERE SPOSTATO IN AVANTI - C’È POI LA QUESTIONE DEL LAVABO: IL KILLER POTREBBE ESSERSI SOLO GUARDATO ALLO SPECCHIO SENZA LAVARSI LE MANI (E ALLORA COME CI SONO FINITI I QUATTRO CAPELLI NERI SUL LAVANDINO?). RESTA DA STUDIARE LA TRACCIA SUL TAPPETINO DEL BAGNO - C’È POI DA CAPIRE SE LA VITTIMA SIA STATA COLPITA UNA SOLA VOLTA PRIMA DI PERDERE I SENSI ED ESSERE SPINTA GIÙ PER LE SCALE O…
Estratto dell’articolo di Cesare Giuzzi, Pierpaolo Lio per il “Corriere della Sera”
L’orario della morte, i movimenti del killer nella villetta, la dinamica dell’aggressione. È una riscrittura generale quella che la Procura di Pavia sta facendo dell’omicidio di Garlasco.
Una rilettura di tutti i sopralluoghi e le operazioni svolte dal Ris nella villetta di via Pascoli ma anche di quanto le sentenze hanno affermato come certo. A cominciare da due temi: l’orario dell’aggressione a Chiara Poggi e il fatto che il killer si sia lavato prima di fuggire.
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«togliendo» Alberto Stasi (condannato a 16 anni) dalla scena del crimine una serie di tasselli dati per certi nelle sentenze verrebbero a cadere.
DELITTO DI GARLASCO - LA SCENA DEL CRIMINE
A cominciare da un dato: l’orario del decesso. Le sentenze dicono che Chiara è stata uccisa tra le 9.12 (quando disattiva l’allarme) e le 9.35 del 13 agosto 2007. Ma quell’orario è legato solo all’ipotesi che Stasi sia l’assassino: l’orario in cui, certamente, non era al lavoro sulla tesi. La finestra temporale si andrebbe però ad allargare da quei 23 minuti a 34 minuti, visto che Chiara non risponde a uno «squillo» di saluto inviatole dal fidanzato alle 9.46.
DELITTO DI GARLASCO - LA SCENA DEL CRIMINE
I giudici hanno sempre ritenuto che il killer conoscesse bene la casa per muoversi a colpo sicuro in così poco tempo. E qui si arriva al lavaggio del killer nel lavandino al piano terra, accertato dalla Cassazione.
Secondo i giudici Stasi si è lavato le mani imbrattate di sangue e poi ha ripulito attentamente lavabo e dispenser di sapone lasciando però l’innaturale impronta dei due anulari, come se avesse spostato il contenitore dopo averlo ripulito nel tentativo di non lasciare tracce. Una tesi che i suoi legali avevano inutilmente provato a smontare perché non sono state trovate tracce di sangue sulla maniglia, nel lavandino, nel sifone.
meme su alberto stasi by 50 sfumature di cattiveria
Inoltre sul dispenser era presente anche Dna «misto» di Chiara e dei familiari, oltre a incrostazioni di sapone, segno di un mancato lavaggio.
Ora i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano valorizzano invece l’immagine scattata dai Ris del lavabo in cui si distinguono chiaramente quattro capelli lunghi neri: impossibile pensare a un lavaggio così accurato da eliminare tracce di emoglobina dal sifone (che venne sottoposto ai test) lasciando però i capelli. Forse erano della vittima, ma tuttavia non vennero mai repertati. Nella visione alternativa il killer si è fermato davanti al lavabo (c’è un’impronta sul tappeto) solo per controllarsi allo specchio.
DELITTO DI GARLASCO - COMPARAZIONE DELL IMPRONTA ATTRIBUITA AD ANDREA SEMPIO
Inoltre sulla porta di casa (dal lato interno) c’è un’impronta insanguinata, ancora non attribuita. Per i carabinieri potrebbe essere quella lasciata dal killer in uscita.
I pm sono al lavoro anche per ricostruire la dinamica dell’aggressione. Chiara secondo le sentenze è stata colpita in due fasi: prima ai piedi della scala del primo piano con un colpo che le ha fatto perdere i sensi, poi prima di essere gettata dalle scale dove a provocare le lesioni più gravi alla testa sarebbe stato l’urto violento contro i gradini.
Gli inquirenti vogliono capire se la dinamica delle macchie e degli schizzi di sangue sia compatibile con una aggressione diversa, magari con l’uso di più armi o con colpi sferrati anche sulle scale. Tuttavia secondo le sentenze non ci sono passi del killer sugli altri gradini. Quanto all’impronta «33» che i pm attribuiscono a Sempio, si cercherà di capire una sua compatibilità con la dinamica del delitto: forse è stata lasciata sporgendosi verso il fondo della scala.
Da ultimo la questione impronte di scarpa. I legali di Stasi, Giada Bocellari e Antonio De Rensis, hanno depositato a Pavia una consulenza secondo cui la suola a pallini che le sentenze identificano in quella dell’assassino potrebbe non essere numero 42 [...] ma sia compatibile anche con altre misure (41-42-43) [...]
Sulla strana pista che porta al Santuario della Bozzola e ai (presunti) abusi citata dal legale di Sempio, l’avvocato Massimo Lovati, dalle vecchie perizie emergono due misteriose ricerche fatte da Chiara dal pc del lavoro pochi giorni prima di essere uccisa: una alle 11.06 del 26 luglio, l’altra alle 15.41 del 1 agosto. Chiara visiona e scarica un’immagine del santuario. A Pasqua 2007 ci era andata in gita in bici con il fidanzato.
LA SCENA DEL CRIMINE - CASA POGGI - GARLASCO
chiara poggi 7
chiara poggi 3
andrea sempio
andrea sempio 1
chiara poggi 2
impronta riconducibile ad andrea sempio
DELITTO DI GARLASCO - IMPRONTA NUMERO 42
stefania cappa alberto stasi
DELITTO DI GARLASCO - CASA POGGI
DELITTO DI GARLASCO - CASA POGGI
DELITTO DI GARLASCO - CASA POGGI
SANTUARIO DELLA BOZZOLA - GARLASCO