
“IL POVERO ANDREA SEMPIO NON SI DEVE DIFENDERE SOLO DAGLI AVVOCATI DI STASI MA PURE DAI SUOI” – SELVAGGIA LUCARELLI SI CUCINA IL LEGALE DEL 37ENNE INDAGATO PER L’OMICIDIO DI CHIARA POGGI: “L’AVVOCATO LOVATI OGNI GIORNO HA UN’USCITA PIÙ IMPROBABILE DI QUELLA DEL GIORNO PRIMA. NON SOLO HA DICHIARATO CHE CON L’OMICIDIO DI CHIARA POGGI C’ENTRANO LA CHIESA E GLI ESORCISMI, MA HA PURE DETTO CHE ‘L’HA SOGNATO’. MA ANCHE LA STORIA DEGLI ‘STRANI SUICIDI A GARLASCO’ È TRAGICOMICA. PERCHÉ CHIARA POGGI SAREBBE STATA UCCISA BARBARAMENTE CON UN OGGETTO CONTUNDENTE MENTRE PER GLI ALTRI SI SIMULANO SUICIDI PER IMPICCAGIONE O INIEZIONI LETALI?” – LA LEGGENDA DELLE MESSE NERE, LE VOCI DEI RESTI UMANI E…
1. DNA, ESORCISTI E COMUNISTI: SEMPIO ROVINATO DAI LEGALI
Estratto dell’articolo di Selvaggia Lucarelli per “Il Fatto Quotidiano”
Massimo Lovati, avvocato di Andrea Sempio, ha detto che il suo assistito è un “comunista disadattato” e che la vicenda Poggi è legata a una storia di esorcismi. In effetti la dichiarazione sembra frutto di un fenomeno di possessione: l’avvocato era chiaramente posseduto da Italo Bocchino.
Non sappiamo se sia stato poi esorcizzato o se si aggiri per Garlasco dando dell’antisemita a Stasi e delle sinistroidi alle sorelle Cappa, ma siamo certi di un fatto: il povero Andrea Sempio non si deve difendere solo dagli avvocati di Stasi ma pure dai suoi, questo ragazzo è letteralmente sotto assedio. Qualcuno gli mandi i caschi blu a Garlasco. Va inserito nella categoria “individui fragili”, da ora in poi si dirà “prima le donne, i bambini, gli anziani e poi Andrea Sempio”.
L’avvocato Lovati ogni giorno ha un’uscita più improbabile di quella del giorno prima. Non solo ha dichiarato che con l’omicidio di Chiara Poggi c’entrano la Chiesa e gli esorcismi, ma ha pure chiarito che “l’ha sognato”.
Un po’ come il fioraio del caso Sarah Scazzi che prima disse di aver visto Cosima e Sabrina Misseri caricare Sara in macchina. E poi chiarì che era un sogno. Per la cronaca, col sogno le due hanno preso l’ergastolo. Per Sempio, se va avanti così, ripristinano lo schiaccia-testa medievale. A ogni modo, io penso che Stasi e gli avvocati di Stasi, a ogni dichiarazione di questo tizio, stappino un bordeaux dell’81.
DELITTO DI GARLASCO - COMPARAZIONE DELL IMPRONTA ATTRIBUITA AD ANDREA SEMPIO
Ma anche la storia degli “strani suicidi a Garlasco” è tragicomica. A parte che oggi, nella cronaca contemporanea – fateci caso – non esistono più suicidi, ma solo “omicidi mascherati da suicidi”, qui però non ci capisce una cosa: se c’è un filo rosso che lega queste vittime, perché Chiara Poggi sarebbe stata uccisa barbaramente con un oggetto contundente mentre per gli altri si simulano suicidi per impiccagione, iniezioni letali e tagli di gola e polsi? […]
C’è poi un’altra figura mitologica: quella dell’avvocato di Stasi, Antonio De Rensis (avvocato anche della famiglia Pantani). Cravattone celeste d’ordinanza e aria piaciona, dice di lui il Corriere: “Nelle quattro inchieste riaperte sulla morte del Pirata, di cui tre archiviate, c’è la firma e la caparbietà di De Rensis dietro molti atti ed esposti presentati dalla madre del ciclista”. Insomma, viene citato un precedente di un certo successo.
De Rensis critica aspramente il già citato avvocato Lovati quando quest’ultimo sostiene che dietro all’indagine su Sempio ci sia una macchinazione: “Se uno si deve difendere dicendo che forse c’è una macchinazione allora... è un’accusa gravissima!”, polemizza.
Secondo le cronache, lo stesso De Rensis tempo fa si sarebbe trovato a una cena in un agriturismo a Modena con Fabrizio Corona e gli avrebbe detto: “Ho fatto di tutto per trovarti, devo dirti una cosa: il caso verrà riaperto. Stasi è innocente. Vedrai”. Verrebbe da commentare: se uno si deve difendere cercando la sponda mediatica di Fabrizio Corona, allora è gravissimo.
Poi c’è la storia meravigliosa dell’impronta di Sempio che prima per i giornali è una impronta insanguinata, poi si scopre che non è rossa perché insanguinata, ma a causa del reagente.
Qualcuno fa giustamente notare che una ditata sulla parete in una casa frequentata da Sempio non significa nulla (tanto più che lì vicino c’è pure un’impronta del fratello di Chiara Poggi), e allora dopo qualche giorno un nuovo colpo di scena: c’è una traccia biologica nell’impronta di Sempio, forse sangue di Chiara.
Lo sostengono i legali di Stasi attraverso una nuova consulenza. Che uno dice: vabbè, avranno usato un nuovo reagente magico. No, perché di quella famosa impronta esiste solo una foto. Il tassello di intonaco che la conteneva è andato perso. “L’orma della mano avrebbe assunto una colorazione rosso intenso proprio perché contenente numerose tracce di materiale organico.
La ninidrina assume una colorazione tanto più decisa quante più tracce biologiche sono presenti nell’impronta”, dicono i consulenti. Ok. E quindi chi assicura che il materiale biologico non fosse di Sempio? Ma no, niente, tra un po’ con una foto faranno anche l’emocromo di Chiara Poggi, sapremo se il suo colesterolo era a posto.
E poi, non dimentichiamolo, c’è il supertestimone.
impronta riconducibile ad andrea sempio
Quel “super” è lievemente sovrabbondante vista la qualità della sua testimonianza, ma non polemizziamo. Lui racconta al bar, alle Iene, che 18 anni fa ha incontrato all’ospedale una donna che gli disse che una signora aveva visto Stefania Cappa entrare a casa di sua nonna con una borsa pesante che poi ha buttato forse nel canale, provocando un forte tonfo. Purtroppo però le due signore sono entrambe morte.
Non ha mai denunciato questa inchiodante, preziosissima testimonianza perché l’avvocato della famiglia Poggi gli aveva detto che tanto indagavano già su Stasi, e una persona molto in alto lo aveva sconsigliato di parlare. Insomma, il SUPERtestimone aveva paura per la sua incolumità.
In effetti è molto più discreto raccontarlo alle Iene che andare in una caserma dei carabinieri. Peccato che in paese lo abbiano riconosciuto tutti. “Il supertestimone? Sì, cara persona, ma qui a Garlasco noi lo chiamiamo simpaticamente il Pirlòn”, mi racconta un ragazzo. Ecco, appunto.
2. SESSO, BUGIE E VIDEO HOT ALL’OMBRA DEL SANTUARIO CRONACHE (E SUGGESTIONI) DIETRO LA PISTA DI LOVATI
Estratto dell’articolo di P. Lio per il “Corriere della Sera”
Di ogni teoria «complottistica» ne è l’epicentro. Perché che si provi a incastrare il giallo di Garlasco nella catena di «strani» suicidi della Lomellina e alle voci di satanismo, o che lo si leghi al ricatto a luci rosse a don Gregorio Vitali, oppure al chiacchierato (e mai provato) giro di pedofilia, o, ancora, che lo s’inserisca nella spy story suggerita in questi giorni da Massimo Lovati, avvocato di Andrea Sempio, tutto ruota sempre attorno al santuario della Bozzola. E chissà che a suggestionare queste ipotesi «alternative» non sia la leggenda medievale intrisa di sangue che portò alla sua fondazione: l’apparizione della Madonna a una tredicenne di Garlasco, unica superstite all’eccidio della sua famiglia.
È a questo groviglio di veri fatti di cronaca, spifferi di paese, suggestioni e quant’altro, prendendo un po’ da uno un po’ dall’altro, a cui Lovati si riferisce quando avanza l’ipotesi del «sicario» di Chiara. E quando parla della vittima forse a conoscenza di un «segreto» che tale doveva rimanere, di «mandanti» che lambiscono la Chiesa e di uno Stasi «innocente ma imbeccato».
[…] Sta di fatto che, fuori da questo pezzo di profonda pianura padana, è uno scandalo hot a proiettarlo all’attenzione delle cronache. È il 2014 quando si scopre del ricatto subito da don Gregorio (oggi tornato allo stato laicale).
Con tanto di arresto dei due estorsori, i romeni Flavius Savu e Florin Tanasie, poi condannati ma latitanti, all’interno del cortile della curia di Vigevano e il sequestro dei 250 mila euro pagati per evitare la diffusione di audio e video hard che avrebbero visto coinvolto un prete del santuario.
L’anno dopo ci fu il bis: si scoprì che anche il parroco del Duomo di Vigevano era sotto scacco da parte di un sacrestano che sosteneva di avere quegli stessi file compromettenti.
Da quest’inchiesta ha preso forza il chiacchiericcio su un giro di pedofilia, mai provato ma a cui si fa riferimento in un’intercettazione. C’è poi la leggenda di «messe nere», che rimbalzano insieme a voci di «resti di animali» e «sacrifici» (anche umani) che da sempre circolano tra i ragazzi.
Storie che spesso la gente mescola alla scia di suicidi che ha davvero segnato quel territorio, tra il 2008 e il 2016. E che si collegava alla comunità per ragazzi nata all’ombra del santuario. Tra le vittime (nel 2011, nel 2014 e nel 2016) anche tre ragazzi che rientravano nella sfera di amicizie di Sempio.
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DELITTO DI GARLASCO - IMPRONTA ATTRIBUITA AD ANDREA SEMPIO
alberto stasi
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