
“QUANDO SI CHIUDE UNA PIATTAFORMA NOTA, IL PUBBLICO NON SMETTE DI CERCARE PORNO: SI SPOSTA ALTROVE"– LA SEX WORKER CARMINA CEREZA DE LA CRUZ SPIEGA GLI EFFETTI COLLATERALI DELLO STOP DI PORNHUB IN FRANCIA, ANNUNCIATO DALLA PIATTAFORMA PER PROTESTARE CONTRO LA NUOVA LEGGE SULLA VERIFICA DELL’ETÀ: “È UNA MOSSA POLITICA E MEDIATICA. TUTTI VOGLIAMO IMPEDIRE AI MINORI DI ACCEDERE AI CONTENUTI PORNOGRAFICI. MA NON CREDO CHE QUESTO SIA IL MODO GIUSTO PER FARLO” - “LA GENTE DICE: ‘È SOLO PORNO’, MA PER NOI È UN LAVORO. LA CHIUSURA COSTRINGE MOLTI DI NOI A…”
Estratto dell’articolo di Elisabetta Rosso per www.fanpage.it
Pornhub è stato bloccato in Francia. A partire da mercoledì 4 giugno chiunque nel Paese provi ad accedere sulla piattaforma si trova di fronte a La Liberté guidant le peuple, la Libertà che guida il popolo. Dipinto nel 1830 da Eugène Delacroix. Accanto all’opera, compare un messaggio del gruppo canadese Aylo, proprietario di Pornhub, che spiega di aver deciso di sospendere l’accesso alle sue piattaforme in Francia per opporsi alla nuova legge sulla verifica dell’età.
Se prima bastava un clic sul pulsante “Ho 18 anni”, oggi le normative francesi impongono metodi più rigorosi, come l'autenticazione tramite un documento d’identità. Secondo Aylo, questo sistema comprometterebbe la privacy degli utenti, oltre a scoraggiare l’utilizzo della piattaforma, con possibili ripercussioni sui ricavi. […]
La battaglia del colosso non considera – o non vuole considerare – però gli effetti collaterali del ban, che ricadono in primis sui sex worker. […] Per capire meglio cosa sta succedendo abbiamo parlato con Carmina, sex worker che da oltre dieci anni lavora nel settore della pornografia alternativa in Francia.
Mi racconti in cosa consiste il tuo lavoro?
Sono una produttrice, regista e attrice di porno alternativo. Creo video e foto che distribuisco su varie piattaforme, tra cui il mio sito, ma anche su servizi in abbonamento come OnlyFans.
[…] Come hai reagito quando hai saputo del blocco di Pornhub in Francia?
Sinceramente, sono molto stanca. Sapevo che sarebbe diventato un tema mediatico importante, riaccendendo il dibattito politico sulla pornografia. È sempre un argomento divisivo, perché ognuno ha un’opinione diversa.
E qual è la tua opinione?
Tutti vogliamo impedire ai minori di accedere ai contenuti pornografici. Ma non credo che questo sia il modo giusto per farlo, né che sarà efficace. Alla fine, le conseguenze ricadono su chi crea contenuti in modo legale e professionale, cercando semplicemente di lavorare.
[…] In che modo Pornhub è utile alle sex worker?
Il Programma Modelle è un buon strumento per costruire una community. Permette al pubblico di scoprire i nostri contenuti e seguirci su altre piattaforme. Perdere l’accesso a quella visibilità – soprattutto in Francia, dove Pornhub genera molto traffico – significa meno visualizzazioni, meno esposizione e quindi meno entrate. Inoltre, manda un messaggio preoccupante: il nostro lavoro può essere cancellato da un giorno all’altro.
Hai già notato un calo nei numeri?
Sì, senza dubbio. OnlyFans ha appena introdotto un sistema di verifica dell’età, e abbiamo già iniziato a perdere clienti. Alcuni vogliono tutelare la propria privacy, altri si trovano disorientati dalle nuove regole. Per chi invece dipendeva da Pornhub, l’impatto sarà molto più pesante. Alcuni hanno già perso una parte significativa del proprio pubblico, con un effetto diretto sui guadagni.
Quindi questo divieto rischia di esporre ancora di più una professione già fragile.
Assolutamente. La chiusura improvvisa di una piattaforma costringe molti di noi a cercare soluzioni alternative in fretta e in modo poco sicuro.
porn hub limitazione minorenni
[…] Quanto pensi che durerà il divieto?
È difficile dirlo. È chiaramente anche una mossa politica e mediatica. Aylo sta reagendo a quelle che considera politiche governative invasive e inefficaci, sfruttando la situazione per ottenere visibilità. Ma il governo francese ha già dimostrato di non voler ascoltare chi lavora nel settore. Questa situazione potrebbe andare avanti per mesi, o persino anni. Alla fine, alla gente non importa: è “solo porno”. Nessuno si batte per noi.
C’è il rischio che le persone si spostino su siti non controllati?
Sì, ed è già quello che sta succedendo. Quando si chiude una piattaforma nota, il pubblico non smette di cercare pornografia: si sposta altrove. Il problema è che “altrove” spesso significa siti non regolamentati, senza moderazione, senza trasparenza e senza garanzie né per noi né per chi guarda. Questo aumenta i rischi per tutti. Il divieto non protegge nessuno: rende solo l’ambiente più caotico e meno sicuro. […]
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