
IL LEADER CHE NON TI ASPETTI - IL SIMBOLO DELLE PROTESTE A LOS ANGELES E' IL SINDACALISTA AMERICANO, DAVID HUERTA, ARRESTATO IN UN RAID DELLA POLIZIA ANTI-IMMIGRAZIONE – IL 58ENNE, CHE RISCHIA 6 ANNI DI CARCERE, È ACCUSATO DI AVER “OSTACOLATO” GLI AGENTI MENTRE EFFETTUAVANO DELLE PERQUISIZIONI: SI SAREBBE SEDUTO A GAMBE INCROCIATE BLOCCANDO IL LORO VEICOLO – FUORI DAL CARCERE, UNA FOLLA SI È RADUNATA IN SOSTEGNO DI HUERTA: "SI', SE PUEDE" – NEGLI STATI UNITI, I DIRITTI DEI LAVORATORI E DEGLI IMMIGRATI VIAGGIANO DI PARI PASSO VISTO CHE…
Estratto dell’articolo di V. Ma. per il "Corriere della Sera"
Quando David Huerta è stato rilasciato lunedì ha parlato a una piccola folla di sostenitori, in un cortile tra i palazzi federali di Los Angeles, passandosi la mano nervosamente sulla nuca e, ad un certo punto, trattenendo le lacrime: «Voglio dire ai membri di Usww che non era mia intenzione essere arrestato. E spero di non averli messi in pericolo».
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Il 58enne Huerta è un sindacalista noto in California: presidente della Service Employees International Union (Seiu) e della United Service Workers West (Usww) che rappresentano 750 mila e 45 mila lavoratori (aeroporti, hotel, fast food, sanità) per i quali ha aumentato il salario minimo e creato programmi di integrazione (corsi di inglese e percorsi verso la cittadinanza), ricevendo un riconoscimento come «Campione del Cambiamento» da Obama nel 2014.
[…] Venerdì è stato arrestato in un raid degli agenti federali dell’immigrazione a Los Angeles.
Rilasciato su cauzione di 50 mila dollari, tornerà in tribunale: incriminato per cospirazione nell’interferire con un funzionario pubblico, rischia 6 anni di carcere. Il suo arresto è diventato un simbolo. Lo speaker della minoranza alla Camera Hakeem Jeffries ha detto: «I democratici alla Camera staranno con David Huerta finché le accuse non verranno archiviate». I sindacati hanno organizzato proteste in 19 città tra cui New York, Chicago e Washington.
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Huerta afferma che era là come osservatore. Un video lo mostra con le mani sui fianchi, spinto a terra da un funzionario. Ma il procuratore federale del distretto centrale della California, Bilal «Bill» Essayli, repubblicano, uno dei principali difensori della scelta di Trump di inviare la Guardia nazionale, sostiene che gli agenti dell’immigrazione stavano portando a termine mandati legali di perquisizione e Huerta ha «deliberatamente ostacolato il loro accesso bloccando il loro veicolo».
È accusato di essersi seduto a gambe incrociate di fronte al cancello, spingendo altri manifestanti a fare altrettanto. Essayli ha aggiunto: «Non mi importa chi sei: se ostacoli gli agenti federali verrai arrestato e perseguito».
All’uscita dalla prigione, la piccola folla intorno a Huerta gridava: «Sì, se puede», lo slogan degli storici sindacalisti Dolores Huerta (nessuna parentela) e Cesar Chavez. […] Negli ultimi decenni molti sindacalisti, in particolare in California, hanno iniziato a vedere un legame tra diritti dei lavoratori e degli immigrati.
Se le autorità non applicano le leggi per il salario minimo, i regolamenti per la sicurezza e altre tutele per gli illegali, ciò mette a rischio anche i sindacalizzati. Questione di numeri: in California e altrove, gli immigrati — legali e non — sono la maggioranza della forza lavoro nei servizi. […]
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