
“SULLA PIAZZA ROSSA SARÀ UNA PARATA DI CINISMO E MENZOGNE” – ZELENSKY SPUTA VELENO SULLE CELEBRAZIONI IN PROGRAMMA DOMANI A MOSCA PER LA VITTORIA SUL NAZISMO: “È COME SE NON FOSSERO STATE DECINE DI STATI ALLEATI, MA PUTIN IN PERSONA AD AVER SCONFITTO IL NAZISMO” – È SCATTATA LA TREGUA DI TRE GIORNI DECISA DA “MAD VLAD”, MA L’UCRAINA DENUNCIA IL LANCIO DI MISSILI BALISTICI. A KIEV IERI C’È STATO UN ALLARME AEREO DI OLTRE TRE ORE, IL PIÙ LUNGO DELL’ANNO – I REDUCI RUSSI DELLA GRANDE GUERRA, CHE DOMANI SFILERANNO PER LO SHOW PUTINIANO: “LA VITTORIA SARÀ ANCORA NOSTRA” – VIDEO
In an epic street rant in central Kyiv, Zelensky calls Putin's May 9th propaganda festival "bile and lies" while greeting passersby. pic.twitter.com/prdEa1QuoO
— Jay in Kyiv (@JayinKyiv) May 8, 2025
1 - RUSSIA: ZELENSKY, SULLA PIAZZA ROSSA PARATA DI CINISMO E MENZOGNE
volodymyr zelensky - video contro la giornata della vittoria russa
(LaPresse) - "Una parata di bile e menzogne". Così il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha descritto la parata in programma per il 9 maggio a Mosca, nell'ambito delle celebrazioni russe della Giornata della vittoria, in cui si celebra la vittoria sul nazismo durante la Seconda guerra mondiale.
In un video registrato sulla via principale di Kiev, Khreshchatyk, Zelensky ha fatto riferimento alla "differenza tra la vita in Piazza dell'Indipendenza e la parata della paura nella Piazza Rossa".
A Mosca "ci sarà una sfilata di cinismo. Non si può chiamare altrimenti. Una sfilata di livore e menzogne. Come se non fossero state decine di Stati alleati, ma Putin in persona ad aver sconfitto il nazismo. Come se avesse issato con le sue mani la bandiera della vittoria sul Reichstag a Berlino.
DONALD TRUMP - ZELENSKY - INCONTRO PRIMA DEL FUNERALE DI PAPA FRANCESCO
Grazie a Dio, l'Ucraina è sfuggita a tutto questo, a questa palude, grazie a Dio, l'Ucraina non ha dimenticato che 80 anni fa decine di popoli hanno combattuto contro il nazismo", ha detto il presidente ucraino. Nel 2023 l'Ucraina ha dichiarato ufficialmente giorno festivo l'8 maggio come Giorno della memoria e della vittoria sul nazismo nella Seconda guerra mondiale, mentre
"È un giorno che celebriamo insieme al mondo intero, con tutti coloro che 80 anni fa hanno combattuto per la vita, affinché il male fosse sconfitto, affinché 'mai più'. Purtroppo, tre anni fa è successo di nuovo, e proprio come prima, la sirena dell'allarme aereo ha risuonato di nuovo su Kiev, il male è tornato sulla nostra terra ucraina.
La mattina del 24 febbraio, Khreshchatyk era deserta: nessuna macchina, nessuna persona. Ora qui c'è vita, come potete vedere. Tre anni fa, durante la registrazione del discorso per la Festa dell'Indipendenza, qui sono stati bruciati mezzi militari russi", ha detto ancora Zelensky.
A mezzanotte la tregua di Putin per le celebrazioni sulla Piazza Rossa. A Kiev l’allarme aereo più lungo dell’anno. Contro la Russia oltre 500 droni, mentre continua l’attacco nel Kursk
2 - 9 MAGGIO, VIGILIA AD ALTA TENSIONE MISSILI BALISTICI RUSSI SULL’UCRAINA
Estratto dell’articolo di Paolo Brera per “la Repubblica”
Non c’è pace intorno alla festa per la Vittoria sul nazismo: ottant’anni fa pose fine alla seconda guerra mondiale, oggi non scalfisce l’odio né ferma i missili. La vigilia è stata infocata e mortale.
L’allerta aerea, a Kiev, è la più lunga dell’anno: tre ore e 7 minuti ininterrotti. È difficile essere ottimisti sulla tregua di tre giorni, confermata dal Cremlino ma non da Kiev, che inizia a mezzanotte. L’Ucraina ne chiedeva una di almeno un mese, che non servisse solo a tutelare le parate sulla Piazza Rossa.
Le premesse sono le peggiori: Mosca ha lanciato «4 missili balistici e 142 droni» in Ucraina mettendo sotto mira Kiev. Prima i missili balistici, poi due dozzine di droni: hanno attraversato i cieli della capitale inseguiti dai Patriot e dalla contraerea, e intercettati o meno sono precipitati su magazzini e grattacieli.
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volodymyr zelensky - video contro la giornata della vittoria russa
Gli ucraini invece hanno spedito in Russia «524 droni, 5 missili Neptune, 6 bombe Jdam e 2 proiettili Himars », secondo il bilancio della Difesa russa, paralizzando gli aeroporti e intralciando i voli degli ospiti di Putin. Il presidente serbo Vucic è stato costretto ad atterrare a Baku e ad attendere cieli migliori per ripartire. Al fronte, da tempo non si vedevano tanti assalti.
Il più eclatante è la nuova controffensiva ucraina nella regione russa di Kursk, dove gli incursori avanzano verso Tetkino con assalti coordinati. […]
xi jinping al cremlino con vladimir putin 3
Con l’artiglieria e gli Mlrs, gli ucraini colpiscono le postazioni russe; poi spediscono il genio a sminare i campi e mandano avanti la fanteria con decine di quad protetti da carri armati e droni. Le battaglie iniziate lunedì sono feroci, ma i russi concentrano forze e le perdite ucraine sono ingenti.
L’operazione però continua: creare teste di ponte permetterebbe di intralciare i piani russi, che attaccano Sumy minacciando di conquistarla. Queste sono le premesse all’inizio del “cessate il fuoco” che terminerà venerdì a mezzanotte […]
2 – A MOSCA TRA I REDUCI DELLA GRANDE GUERRA “VINCEREMO ANCORA”
Estratto dell’articolo di Rosalba Castelletti per “la Repubblica”
mosca parata per il giorno della vittoria 9 maggio 2023 7
C’era anche Ruslan Krivchenko, quel mattino di 80 anni fa, a festeggiare in Piazza Rossa la vittoria sovietica sul Terzo Reich, proprio accanto alle legioni dell’Armata rossa reduci da Berlino che gettarono davanti al mausoleo di Lenin le bandiere naziste catturate.
Allora imberbe decenne, era stato mobilitato in fretta come tutti i cadetti della scuola militare Suvorov di Kalinin, oggi Tver, fucina di generali.
«Arrivammo a Mosca dopo un mese di prove. Ci schierarono davanti San Basilio. Alla nostra sinistra c’erano i reduci con gli odiati vessilli calati a toccar terra, alla destra il Lobnoe Mesto che si crede fosse un patibolo, dove allora per l’occasione era stata allestita una fontana. Pioveva e in più a bagnarci c’erano i zampilli d’acqua, ma non c’importava. Eravamo felici».
la veterana russa maria rokhlina
Racconta, la bocca sdentata, lo sguardo azzurro dietro agli occhiali che si fa di nuovo vispo. «Eravamo felici di essere al fianco dei Vincitori e al cospetto di Stalin. Di vedere sfilare a cavallo il maresciallo Zhukov e raccogliere gli “Urrà” della gente. Felici che dopo 1.418 giorni la Grande Guerra fosse finita e che i nostri sacrifici in nome della patria non fossero stati vani».
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Non c’è famiglia che non abbia versato il suo tributo di sangue sull’altare della Seconda Guerra Mondiale, qui chiamata Grande Guerra Patriottica. Più di 27 milioni di sovietici morirono. Putin ha trasformato la memoria di quel sacrificio collettivo nel culto di un glorioso passato su cui ha fondato l’orgoglio per la potenza presente e, da tre anni, anche il consenso per quella che chiama “denazificazione” dell’Ucraina.
la veterana russa maria rokhlina
Il rituale della parata che andrà in scena domani è quello, quasi immutato, deciso dai luogotenenti staliniani 80 anni fa, ma, sospira Krivchenko, «allora a marciare era la “Generazione di Vincitori” che quella guerra l’avevano combattuta e vinta. Oggi sono spettatori, non più protagonisti».
Di quei superstiti ne sono rimasti poche migliaia, sparsi in tutta l’ex Urss. Ultimo legame vivente col passato. Ognuno col suo brandello di memoria sublimato nell’affresco della Storia. Sempre più anziani e malfermi, domani siederanno con le loro medaglie appuntate sul petto accanto a Putin in tribuna. Figuranti del suo show militarista. Non solo ex combattenti in prima linea, ma anche veterani del “fronte interno”. Credono, come vuole il Cremlino, che il confitto contro il «regime nazista di Kiev» non sia altro che la continuazione della Grande Guerra. Ma in sordina qualcuno protesta per la cinica riscrittura della storia e per il grottesco trionfalismo su una vittoria costata così tante vite.
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Konstantin Panfiorov, «nato nel campo di Kulikovo della battaglia contro i tataro- mongoli del 1380», aveva invece solo 9 anni. «Sono uno di quei bambini a cui i nazisti hanno rubato l’infanzia. Coltivavamo la terra a mani nude al motto “Tutto per il fronte!
Tutto per la vittoria!”. Da mangiare a noi non restava nulla. Sgranocchiavamo semi di nascosto».
Esile, un occhio guercio, piange quando rammenta: «Conosco il nazismo di persona, non dai libri. Ho visto coi miei occhi i tedeschi bombardare le nostre città, incendiare i nostri villaggi, violentare le nostre donne e deportare la nostra gente».
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Rokhlina è sopravvissuta al fuoco delle più grandi battaglie. A Stalingrado, dove l’assedio avrebbe ucciso quasi mezzo milione di suoi connazionali, sentì «l’odore di zolfo e bruciato» e vide il «Volga prendere fuoco» dopo il primo bombardamento del 23 agosto del ’42.
Infermiera da campo, si offrì volontaria per portare un ferito sull’altra riva del fiume non ancora del tutto gelato. Era uno scricciolo, «35 chili per 150 cm», ma lo trascinò da un lastrone di ghiaccio all’altro. Quell’inverno, nella storica Fabbrica di trattori Stz, c’era freddo e nulla da ardere.
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«Dormivamo in piedi e per scaldarci ci abbracciavamo. Fu lì che ci giurammo che, se fossimo sopravvissuti, non avremmo mai dimenticato quella tragedia né permesso che altri la dimenticassero. Per me Stalingrado resta Stalingrado. Volgograd non esiste».
Tessera comunista presa a Poltava «dove Pietro il Grande sconfisse i svedesi», ama il rosso, dice, come se ce ne fosse bisogno: rossa la giacca, il rossetto un po’ sbavato, il cellulare e le vezzose lenti. Il 12 luglio del ’43 era a Prokhorovka, nel Kursk. Non la uccise neppure la più grande battaglia di carri armati. «Il boato era incredibile. Bruciava tutto: il ferro, l’acqua, la terra, le persone. C’era un tanfo insopportabile e un fumo nero che il sole non si vedeva. Morirono quasi tutti».
vladimir putin parla per il giorno della vittoria 9 maggio 2023
La notizia della vittoria a Panfiorov arrivò «col passaparola» che era in campagna. «Non avevamo né corrente, né radio. Sapevamo dei caduti dai telegrammi. Quando arrivava il postino, le donne si nascondevano per continuare a illudersi che i loro cari fossero ancora vivi».
S’infiamma quando spiega il suo punto di vista sull’Ucraina che è quello di tutti i russi imbevuti di propaganda. «Non volevamo questa guerra. Per noi è una guerra civile perché ci si ammazza tra fratelli. Non siamo occupanti come dite. Combattiamo per liberare la terra russa dal nemico che si è avvicinato alle nostre porte. Difendiamo quello che ci appartiene come ci difendevamo dai nazisti. La Russia vincerà. È già scritto».
Anche la centenaria Rokhlina ripete il mantra «la vittoria sarà nostra». Il 9 maggio del ’45 si trovava a Praga dove gli ultimi drappelli nazisti tentarono di resistere.
mosca parata per il giorno della vittoria 9 maggio 2023 1
«Celebrammo la vittoria soltanto 10 giorni dopo. Adesso si fa di tutto per attribuirla al popolo russo che era solo un frammento della grande Urss.
È un reato. La vittoria fu di tutto il popolo sovietico e io non permetterò a nessuno di rimpicciolirla. Ai soldati in Ucraina dico di seguire l’esempio del soldato sovietico e la vittoria sarà loro». […]
mosca parata militare per il giorno della vittoria il 9 maggio 2023 1
sistema antiaereo s 400 alla parata militare del 9 maggio 2023 a mosca
shavkat mirziyoyev e qasym jomart toqaev con vladimir putin alla parata del 9 maggio 2023