
TUTTO DA RIFARE IL PROCESSO A VALENTINA BOSCARO, CONDANNATA IN APPELLO A 20 ANNI PER AVER UCCISO IL COMPAGNO, MATTIA CARUSO, AD ABANO TERME, CON UNA COLTELLATA AL CUORE - LA CASSAZIONE HA ANNULLATO LA SECONDA SENTENZA DI CONDANNA: NON CI SAREBBE STATO UN MANCATO RICONOSCIMENTO DELL’ATTENUANTE DELLE PROVOCAZIONI. LA DONNA IN AULA, DURANTE IL PROCESSO, DICHIARÒ: “MI PICCHIAVA E MI VIOLENTAVA PERCHÉ VOLEVA CHE RIMANESSI INCINTA. INOLTRE MI MINACCIAVA DICENDOMI CHE ERA UN MAFIOSO E CHE MI AVREBBE SPARATO IN TESTA” - QUALORA VENISSE RICONOSCIUTA TALE ATTENUANTE, LA PENA POTREBBE...
Estratto dell’articolo di Gabriele Fusar Poli per il “Corriere della Sera”
Tutto da rifare (o quasi): colpo di scena nella vicenda relativa all’omicidio, avvenuto il 25 settembre del 2022 ad Abano Terme (Padova), del 30enne Mattia Caruso, che vede l’allora fidanzata Valentina Boscaro agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico — dopo essere stata condannata in primo grado a 24 anni con pena ridotta in Appello a 20 anni — in quanto accusata di averlo ucciso con una coltellata al cuore.
La Corte di Cassazione ha infatti annullato la seconda sentenza di condanna con tanto di rinvio alla Corte d’Assise d’Appello di Venezia: ciò vuol dire che sarà necessario un nuovo processo per stabilire il destino della 33enne.
Una decisione che ha fatto storcere il naso (per usare un eufemismo) alla famiglia Caruso, con la sorella Melinda che afferma: «Per adesso non sappiamo cosa succederà dopo questo nuovo processo, ma una cosa è certa: se Valentina Boscaro per tutto questo tempo ha sempre cercato di legittimare il suo gesto, di giustificarlo e di minimizzarlo, ora siamo contenti di sapere che, nonostante tutto, è stata riconosciuta come un’assassina. Per tutto il resto, vedremo come andrà».
Il rinvio a nuovo giudizio è limitato al mancato riconoscimento dell’attenuante delle provocazioni: nel corso del processo, infatti, Valentina Boscaro aveva […] dichiarato: «Mi picchiava e mi violentava perché voleva che rimanessi incinta. Inoltre mi minacciava dicendomi che era un mafioso e che mi avrebbe sparato in testa».
La tesi della relazione tossica era stata portata avanti con decisione nei primi due gradi di giudizio da Alberto Berardi e Renzo Fogliata, avvocati della 33enne, i quali hanno sempre sostenuto che Valentina quella notte si difese dall’aggressione di Mattia. Lo scenario che ora si apre è quello di un possibile ridimensionamento sanzionatorio: qualora venisse riconosciuta tale attenuante la pena potrebbe essere ridotta fino a un massimo di sei anni e quattro mesi, quindi di circa un terzo.
Il fatto, come detto, risale al 25 settembre 2022: quella notte la coppia, dopo aver trascorso la serata in un ristorante a Montegrotto Terme, nel Padovano, stava rincasando quando in auto sarebbe scoppiato l’ennesimo diverbio. Valentina avrebbe quindi preso un coltello a serramanico di proprietà del compagno scagliando un solo fendente dritto al cuore di Mattia, che stava guidando.
Il 30enne era quindi riuscito ad accostare a bordo strada, ma il tempestivo intervento dei sanitari (chiamati da un’automobilista di passaggio) non era bastato per salvargli la vita. La versione ufficiale di quanto accaduto differisce da quella inizialmente fornita dalla 33enne, che aveva parlato di un’aggressione avvenuta nel parcheggio del locale aggiungendo che Mattia, seppur sanguinante, dopo essere stato accoltellato da uno dei partecipanti alla serata, aveva provato a mettersi al volante salvo accasciarsi dopo pochi chilometri. […]
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