
LA CANNES DEI GIUSTI - CANNES E' FINITA. NON SO CHI VINCERÀ, MA I FILM DAVVERO BUONI SAPPIAMO TUTTI QUALI SONO: “O AGENTE SECRETO”, “IT WAS JUST AN ACCIDENT”, “SIRAT” E “ROMERIA” - MOLTI FILM HANNO DELUSO, PENSO A “THE PHOENICIAN SCHEME” DI WES ANDERSON, O SONO GIÀ SVANITI NELLA MEMORIA - SPERIAMO CHE A “UN CERTAIN REGARD” QUALCOSA ARRIVI AI DUE OTTIMI FILM ITALIANI, “LE CITTÀ DI PIANURA” E “TESTA O CROCE?”. SONO SICURAMENTE DUE BELLE SORPRESE E UNA BUONA RIPARTENZA PER LA NOSTRA DISASTRATA INDUSTRIA… - VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
Vabbé. Cannes è finita. Il Napoli ha vinto lo scudetto. Aurelio De Laurentiis sarà ricordato come l’uomo che ha inventato i cinepanettoni e ha vinto due scudetti (se non di più…). “Fuori” di Mario Martone con Valeria Golino, Matilda De Angelis e Elodie, unico film italiano in concorso, si sta muovendo bene in sala, terzo con 101 mila euro ieri, 15 mila spettatori in 334, dietro “Lilo e Stitch”, che trionfava ieri con 1, 2 milioni e “Mission: Impossible. The Final Reckoning”, secondo con un modestissimo 227 mila euro (flop? Mi sa tanto…).
Qua le uniche palme che ci possono dare sono quelle che ci cadono in testa sul Boulevard de la Croisette. Thierry Frémaux ha esagerato con tutto. Inzeppando di film, soprattutto francesi, qualsiasi spazio. Non so chi vincerà. Ma i film davvero buoni sappiamo tutti quali sono. “O agente secreto” di Kleber Mendonça Filho con Wagner Moura, grande racconto di ricostruzione cinefila tra Graham Greene e Elmore Leonard ambientato a Recife durante la dittatura degli anni ’70.
Anche “It Was Just an Accident” di Jafar Panahi, ambientato a Teheran, è una sorta di thriller politico scritto e diretto meravigliosamente come un “Alfred Hitchcock Presents”. Bellissimi i due film spagnoli in concorso, e innovativi, sia “Sirat” di Oliver Laxe, viaggio verso la fine del mondo di un padre alla ricerca della figlia assieme a un gruppo di sbandati in mezzo al deserto del Marocco, sia “Romeria” di Carla Simon, con una figlia alla ricerca di un padre che non ha mai visto e che è morto di aids.
Sono film innovativi, sulla memoria, sulla rielaborazione della tossicità e dell’aids rivisti con la memoria recente della pandemia, come dimostra “Alpha” di Julia Ducournau, accolto male e non capito, ma che trovo un ottimo film. Inoltre dimostra un nuovo corso nel cinema internazionale. Dopo il femminismo, la lotta al patriarcato, c’è ovunque un recupero della famiglia pre-AI, pre 2000.
Joachim Trier con il cekoviano “Sentimental Value” ci mostra proprio questo, il recupero della figura paterna, in questo caso lo strepitoso Stellan Skarsgard, impossibile da non premiare, che era stata prima linciata poi abbandonata dal nuovo cinema al femminile. Si recupera la figura paterna (malata) anche nell’ottimo “Renoir” della giapponese Chie Hayawaka interpretato dalla notevole Yui Suzuki.
jennifer lawrence die, my love
Tra le ragazze ho trovato bravissima sia Parinaz Izadyar, la protagonista del mélo iraniano “Woman and Child” di Saeed Roustayi, costretta a recitare con sto ciaffo in testa, sia le ragazze di “Sound of Falling” di Mascha Schilinski, altro grande film sulla memoria del 900. Non so se la Jennifer Lawrence in crisi post-partum di “Die My Love” di Lynne Ramsay abbia delle chance. Forse più adatta all’Oscar.
Tra i protagonisti maschili molti puntano su Josh O’Connor, protagonista di “The Mastermind” di Kelly Reicherdt, tra i pochi ad avere un personaggio reale. Ma vedo bene anche Wagner Moura e Sergi Lopez per “Sirat”. E’ un film antico, ma di grande struttura, coltissimo, anche se fuori da ogni moda, “Two Prosecutors” di Sergej Loznitsa, viaggio nelle purghe staliniste degli anni ’30 con incredibile direzione di attori.
Devo dire che non abbiamo in competizione tre film imperfetti ma forti come quelli di un anno fa, “The Substance”, “Emila Perez” e “Anora”, che poi ha vinto Palma d’Oro e Oscar. Molti film hanno deluso, penso a “The Phoenician Scheme” di Wes Anderson, o sono già svaniti nella memoria. Ci vorrebbe anche il tempo per digerire tutto quello che abbiamo visto.
nadia tereszkiewicz e alessandro borghi in testa o croce?
Tra i film degli ultimi giorni “Resurrection” di Bi Gan è un grande film sperimentale sulla fine del 900, e del cinema, e del sogno del cinema, ma non credo possa piacere a tutti, “Jeunes mères" dei Dardenne un bellissimo film tutto al femminile che però non aggiunge molto alla filmografia dei registi. I film italiani? Speriamo che a “Un certain regard” qualcosa arrivi ai due ottimi film italiani, “Le città di pianura” di Francesco Sossai e “Testa o croce?” di Rigo De Righi e Zoppis, questo pomeriggio. Sono sicuramente due belle sorprese e una buona ripartenza per la nostra disastrata industria.
john c. reilly in testa o croce?
le citta' di pianura
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matilde de angelis in fuori
jennifer lawrence die, my love
matilde de angelis fuori
alpha
resurrection
le citta' di pianura
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sentimental value
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josh o'connor paul mescal The History of Sound
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resurrection
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