
MINCHIA, CHE MINGHI! IL CANTANTE CONTRO IL CENTRO SPORTIVO CHE HA REALIZZATO UNA TENSOSTRUTTURA DAVANTI ALLA SUA CASA ROMANA: “MI ROVINA LA VISTA PANORAMICA” – DOPO CHE IL COMUNE DI ROMA HA RESPINTO LA SUA RICHIESTA DI ACCESSO AGLI ATTI, IL TAR DEL LAZIO DÀ RAGIONE AL CANTAUTORE - MINGHI NON VIVE PIÙ IN QUELLA CASA DI CASETTA MATTEI. ANZI, DI RECENTE L’HA PUBBLICIZZATA SUI SOCIAL COME LOCATION IDEALE PER L’ORGANIZZAZIONE DI EVENTI...
Sarà il Tar della Lazio a esprimersi sulla disputa giudiziaria tra Amedeo Minghi e il centro sportivo Kipling di Casetta Mattei, nella periferia di Roma. Il cantautore romano ha sporto denuncia contro i gestori del centro per via di un nuovo pallone aerostatico, una sorta di tensostruttura, che secondo lui toglierebbe «respiro e visuale» alla sua abitazione. In realtà, scrive il Corriere, Minghi non vive più in quella casa di Casetta Mattei. Anzi, di recente l’ha pubblicizzata sui social come location ideale per l’organizzazione di eventi.
Fatto sta che il cantautore è ancora proprietario di quell’immobile, tramite la sua società «Le Figlie Srl». E così, quando sono cominciati i lavori di montaggio del pallone, si è subito rivolto al Comune per chiedere l’accesso a tutti gli atti autorizzativi. «Pochi mesi orsono – ha ricostruito la difesa di Minghi – hanno avuto luogo ingenti lavori edilizi di costruzione e ristrutturazione all’interno del circolo sportivo Kipling, che hanno portato all’installazione nel medesimo circolo di un pallone aerostatico di rilevanti dimensioni». Quella struttura, precisano i legali del cantautore, è collocata «a ridosso del muro che confina con via Sara Levi Nathan, a circa 8/10 metri di distanza dal muro di cinta dell’immobile di proprietà della società Le Figlie, che ostacola del tutto la vista panoramica da quel lato dell’immobile» e, di conseguenza, ne comporta «una rilevante diminuzione di valore».
Non solo: secondo Minghi la vista panoramica rovinata non è l’unico problema nato dopo l’installazione del pallone aerostatico. Grazie alla nuova struttura, infatti, il centro sportivo avrebbe goduto di un notevole incremento dei clienti, «che non trovando parcheggio all’interno del predetto circolo, affolla con le proprie autovetture le strade di via dei Cantelmo e di via Sara Levi Nathan (allo stato, non dotate di segnaletica volta a regolare la sosta)».
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