
IL NECROLOGIO DEI GIUSTI - SE NE VA ENZO STAIOLA, 86 ANNI, L’INDIMENTICABILE PICCOLO BRUNO DI “LADRI DI BICICLETTE” DI VITTORIO DE SICA, DOVE ESORDÌ A 7 ANNI COME FIGLIO DEL PROTAGONISTA, LAMBERTO MAGGIORANI - ERA UN SIGNORE GENTILE, MOLTO ROMANO, PER NULLA INTERESSATO AL MONDO DEL CINEMA. DEL PICCOLO BRUNO GLIERANO RIMASTI IL CIUFFO, IL NASO, LO SGUARDO GENTILE E LA ROMANITÀ. DELLA SUA ESPERIENZA SU LADRI DI BICILETTA DICEVA: "PER ME VITTORIO ERA COME UN PADRE, MI DISSE CHE MI AVEVA SCELTO PER I MIEI OCCHI…" – VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
Se ne va Enzo Staiola, 86 anni, l’indimenticabile piccolo Bruno di “Ladri di biciclette” di Vittorio De Sica, dove esordì a 7 anni come figlio del protagonista, Lamberto Maggiorani, che si vede cambiar la vita quando, in una Roma massacrata dalla guerra, gli rubano la bicicletta e solo il sorriso e l’amore del figlio riescono a salvarlo dalla disperazione. Tutto il mondo ha pianto guardando il piccolo Bruno camminare dietro al padre con gli occhioni lucidi.
enzo staiola in ladri di biciclette
Dicono che per ottenere l’effetto pianto Vittorio De Sica non sia stato proprio corretto. Ma vi ricordo anche la memorabile scena della mozzarella filante, quella che faceva piangere ogni volta Alberto Moravia, dove, mentre sentiamo per la prima volta in assoluto “Tammuriata nera” (“Ca tu 'o chiamme Ciccio o 'Ntuono, ca tu 'o chiamme Peppe o Giro, / chillo...'o ninno, è niro, niro, / niro, niro comm'a che!...), entra nel Neorealismo un po’ di lotta di classe, perché Bruno vede il bambino ricco nello stesso ristorante. Magari non era così ricco.
LAMBERTO MAGGIORANI E ENZO STAIOLA IN LADRI DI BICICLETTE
Ma Bruno doveva essere comunque il figlio del protagonista povero, così povero che senza bicicletta non può mantenere il lavoro di attacchino. De Sica aveva trovato il suo Bruno per caso, colpito dalla sua camminata per strada. Ma il piccolo Enzo Staiola aveva anche un viso simpatico, gli occhi vivi, e diventò immediatamente, col successo del film, una piccola star internazionale. Tra il 1949 e il 1954, girò più di dieci film, spesso in ruoli di primo o primissimo piano, ripetendo sempre il doppio sentimento di umanità e disperazione. A volte muore perfino.
Romanissimo, nato vicino tra il Colosseo e San Giovanni nel 1939 da un padre operaio alla Breda e cresciuto alla Garbatella, non è del tutto vero che venne preso al volo da DE Sica e messo nel film. Come dirà lui stesso “dopo infiniti esami, restammo a contenderci quel ruolo io e Enzo Cerusico, figlio di un uomo di cinema. Alla fine De Sica scelse me, più adatto al ruolo di un figlio del popolo. E cominciò l’avventura che sconvolse la mia vita”. De Sica non fu sempre tenero con lui. Un giorno si innervosì e gli strillò e il piccolo Enzo rispose. “E nu’ strillà co’ me, si no’ m’arzo e me ne vado”.
Raccontò negli anni che la storia dei mozziconi di sigaretta che gli mettevano in tasca per farne un “ciccarolo” non era vera. “Quella storia fu una trovata pubblicitaria. In realtà mi mettevano sotto gli occhi una cartina impregnata di una sostanza lacrimogena. Le lacrime uscivano come quando si affetta una cipolla”. Staiola racconta anche della prima al Metropolitan, con Di Sica per niente sicuro del successo di un film difficile. “
vittorio de sica lamberto maggiorani ed enzo staiola in ladri di biciclette
Aveva creduto in quel suo film, ma non era affatto sicuro del successo. Affrontò con grande trepidazione la prima al Metropolitan, e noi con lui. Temeva il silenzio della sala e invece venne giù il finimondo: quasi un’ora di applausi al regista e agli attori”. Fu il padre, che grazie al successo del film spostò la famiglia a Garbatella, lasciò il lavoro di operaio, e fece quello del manager del figlio, a volerlo lanciarlo nel cinema. Ripetendone praticamente il ruolo di Bruno finché fu possibile. Lo cercò Eduardo De Filippo, ma non riusciva a parlare napoletano.
Poi lo vollero per un film assieme a Lamberto Maggiorani. “Con Maggiorani dovevamo firmare un contratto già praticamente concluso. Nel frattempo Lamberto partecipò ad un festival dell’ “Unità” a Milano. Affissero tanti manifesti con la sua foto per annunciare la serata. La faccenda irritò il produttore, evidentemente di ben altre idee, e il contratto sfumò, per lui e anche per me”. Lo troviamo in “Marechiaro” di Giorgio Ferroni con Silvana Pampanini e Massimo Serato nel ruolo del protagonista, Luca, da bambino.
L’anno dopo, il 1950, eccolo in “Vulcano” di William Dieterle con Anna Magnani, Rossano Brazzi e Geraldine Brooks, il film rivale di “Stromboli”, nel ruolo del piccolo Nino. E’ il suo primo film “americano”. Ne farà molti. In “Cuori senza frontiere” di Luigi Zampa con Gina Lollobrigidia, raro film sul confine di Trieste dopo la guerra, è il piccolo Pasqualino. Ma nel 1950 lo troviamo anche in “Strano appuntamento” dell’austriaco Dezso Akos Hamza con Umberto Spadaro e Rossana Podestà al suo esordio.
Nel 1951 eccolo in un film americano di gangster tratto da un racconto di James Hadley Chase, “Il covo dei gangster” di Joseph L. Newman con George Raft e Coleen Gray, nel ruolo di Toni. Nel 1951 interpreta l’orfanello di “Passaporto per l’Oriente”, film di coproduzione inglese diretto da Romolo Marcellini e Wolfgang Staudte con Bonar Colleano, Gina Lollobrigida e Marcello Mastroianni. Alessandro Blasetti lo vuole nel ruolo del figlio dell’edicolante di “Altri tempi”. In “penne nere” di Oreste Biancoli, interpretato da Marcello Mastroianni e Marina Vlady è il piccolo Nino.
Finisce protagonista assoluto nel manifesto del film. Nel 1952 lo troviamo in “L’ingiusta condanna” di Giuseppe Masini con Rossano Brazzi e Sergio Tofano, e in “Il ritorno di Don Camillo” di Julien Duvivier. Nel 1953 ha un ruolo in “Buon giorno, pover’uomo” di Giorgio Pastina. Ha un ruolo maggiore ne “La contessa scalza” di Joseph L. Mankiewicz con Ava Gardner, Humphrey Bogart e Rossano Brazzi.
lamberto maggiorani ed enzo staiola in ladri di biciclette
A questo punto, un po’ perché sta finendo la carica del Neorealismo, un po’ perché sta diventando troppo grande e ha perso lo sguardo e quella camminata del piccolo Bruno, Enzo Staiola torna alla vita normale. Sarà impiegato al catasto per il resto della sua vita. Tornerà un po’ distrattamente al cinema nel 1961 col cappa e spada “Spade senza bandiera” diretto nel 1961 da Carlo Veo. Ma De Sica, che lo cercò nei primi anni ’60 per un ruolo in “Il giudizio universale”, lo trovò ormai troppo grande.
vittorio de sica ed enzo staiola sul set di ladri di biciclette
Nel 1977 ha un ruolo, l’ultimo, in “La ragazza dal pigiama giallo” di Flavio Mogherini negli anni’70. Recentemente era venuto a Venezia, dove l’ho intervistato anche io per Stracult. Era un signore gentile, molto romano, per nulla interessato al mondo del cinema. Del piccolo Bruno glie rano rimasti il ciuffo, il naso, lo sguardo gentile e la romanità. Della sua esperienza su Ladri di biciletta diceva. "Per me Vittorio era come un padre, mi voleva davvero tanto bene, anche perché sul set con un bambino ci vuole molta delicatezza. Era solito recitare la scena davanti a me, poi si sedeva e mi guardava mentre la ripetevo. Mi disse che mi aveva scelto per i miei occhi."
enzo staiola in ladri di biciclette
enzo staiola in ladri di biciclette
enzo staiola in ladri di biciclette.
lamberto maggiorani ed enzo staiola in ladri di biciclette
lamberto maggiorani ed enzo staiola in ladri di biciclette