
UNA “PRIMA” RUSSA PER LA SCALA: L’ULTIMA DEL MAESTRO RICCARDO CHAILLY (E LA PRIMA DEL SOVRINTENDENTE FORTUNATO ORTOMBINA) È “UNA LADY MACBETH DEL DISTRETTO DI MCENSK” DI SOSTAKOVIC – MATTIOLI: “L’OPERA VIENE AFFIDATA A UN REGISTA COME VASILY BARKHATOV, CHE STA ALLA SCALA COME UN GRUPPO HEAVY METAL A UN CONVENTO DI CLAUSURA. LA NUOVA STAGIONE DELLA SCALA È ANCORA UNA STAGIONE DI DOMINIQUE MEYER, E INFATTI LATITA UNA LINEA ARTISTICA RICONOSCIBILE” - UNA NUOVA “CARMEN” PER IL NEODIRETTORE MUSICALE CHUNG MENTRE DANIELE GATTI, CHE NON DIRIGERA’ NEANCHE “PELLEAS ET MELISANDE”, NON È PRESENTE IN STAGIONE – DAGOREPORT
Pierluigi Panza per il “Corriere della Sera” - Estratti
L’ultima «prima» del maestro Riccardo Chailly e la prima del sovrintendente Fortunato Ortombina è un’opera russa che aggredisce lo spettatore e lo stringe in un nodo di disperazione. Composta da Dmítrievic Šostakóvicc nel 1934, «Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk» è un manifesto sulla condizione femminile e sulla libertà che suscitò la censura della «Pravda».
«È un capolavoro imprescindibile, un tema scabroso — racconta Chailly — che fu bandita da Stalin per i “gusti pervertiti borghesi ”: nel ’53 Šostakóvicc ci rimise mano, ma noi eseguiamo la prima versione».
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La stagione 2025-26 (in gran parte ideata da Dominique Meyer) ha in cartellone 250 spettacoli, tredici opere con il doppio ciclo completo del «Ring des Nibelungen» (febbraio-marzo 2026) diretto da Alexander Soddy e Simone Young, già tutto esaurito. Il viaggio attraverso le quattro Giornate permetterà di cogliere l’insieme del percorso registico immaginato da David McVicar.
Poi il «colpo di scena» ampiamente atteso: «Pelleas et Melisande», che segna il debutto alla Scala di Romeo Castellucci, non sarà diretto dal maestro milanese Daniele Gatti, come era previsto. Anzi, Gatti – da molti, anche del Cda, dato come possibile direttore musicale – non è nemmeno presente in stagione. Ci sarà, invece, Myung-Whun Chung che dirigerà una nuova «Carmen» coprodotta con Madrid e Covent Garden, regia di Damiano Michieletto. Il futuro direttore musicale, Chung, inaugurerà la successiva stagione 2026-27 con «Otello» di Verdi.
Ad Alessandro Talevi è affidata la regia di «Nabucodonosor» con Chailly sul podio e Anna Netrebko e Luca Salsi.
una lady macbeth del distretto di mcensk
«Sarà la versione con i ballabili eseguita nel ’48 a Bruxelles». Nel mese di aprile, centenario della prima di «Turandot» avvenuta alla Scala con Arturo Toscanini, l’opera torna in scena diretta da Nicola Luisotti nell’allestimento pensato da Davide Livermore nel 2024, con Roberto Alagna e «due compagnie di canto per favorire la crescita» (Ortombina). Seguono le riprese di «Lucia di Lammermoor» diretta da Speranza Scappucci con Rosa Feola e la «Traviata» firmata da Liliana Cavani (inaugurazione dell’Arcimboldi nel 2003) diretta da Michele Gamba. Si conclude con «Faust» con il debutto del regista Johannes Erath e la coppia Marina Rebeka e Vittorio Grigolo.
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«Il teatro dell’opera ci sta a cuore, il teatro alla Scala ci sta molto a cuore», ha dichiarato il sottosegretario Gianmarco Mazzi ricordando l’impegno del governo. «Nel 2024 il ministero ha destinato alla Scala quasi 36 milioni, un contributo quasi pari a quello dei privati», mentre «Comune, Regione e Città metropolitana danno 8 milioni e mezzo. Per troppo tempo l’opera è stata trascurata ed è, per noi, un veicolo importante perché diffonde e presidia la lingua italiana».
A presentare la stagione sono intervenuti il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, il presidente della Regione, Attilio Fontana, e il direttore di Rai Cultura, Fabrizio Zappi.
Presenti vari consiglieri e la senatrice Liliana Segre.
LA "LADY MACBETH" DI SOSTAKOVIC PER UNA SCALA IN CERCA DI IDENTITÀ
Alberto Mattioli per “la Stampa” - Estratti
No, Daniele Gatti non c'è. Dopo che nella riffa della direzione musicale della Scala gli è stato preferito Myung-Whun Chung, il maestro milanese ha annullato tutti gli impegni con l'ingrata patria, quindi niente Pelléas et Mélisande. Per il resto, la nuova stagione del Tempio presentata ieri è quella che si sapeva o, volendo essere perfidi, si temeva.
Era la prima messa cantata da sovrintendente di Fortunato Ortombina e l'ultima da direttore musicale di Riccardo Chailly, molto applaudito, ma in realtà è ancora una stagione di Dominique Meyer, e infatti latita una linea artistica riconoscibile. Un teatro che ha aperto le ultime due stagioni con concerti in costume affida la prossima prima, Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk di Šostakovic, a un regista come Vasily Barkhatov, che sta alla Scala come un gruppo heavy metal a un convento di clausura. Qui però c'è un retroscena.
L'opera merita di suo perché è un capolavorissimo del 900 ('34, per la precisione), ma in realtà era stata scelta perché avrebbe dovuto cantarla l'arcidivino soprano Asmik Grigorian, signora di Salisburgo e compagna appunto di Barkhatov. Sennonché i due nel frattempo «sono disgiunti», come in Traviata, quindi lei si è sfilata, sostituita dalla molto meno nota Sara Jakubiak.
Resta lui, che fece uno scandalo tremendo al San Carlo con Turandot ma è un regista vero, come ha dimostrato una recente Norma a Vienna, estrema ma affascinante. Vero anche che con Šostakovic puoi fare quel che vuoi, senza che si scoprano le tombe e si levino i morti come succede appena tocchi Verdi o Puccini.
Speriamo almeno che alla cena di parata del 7 dicembre mettano in menu i funghi: la Lady Macbeth russa avvelena il suocero mettendo lì il veleno per topi.
liliana segre dominiquie meyer prima della scala 2024
Vedremo come funzionerà con un tradizionalista come Chailly, al suo ultimo Sant'Ambroeus. Quello del '26 toccherà a Chung con Otello. Alla Scala hanno parlato della Lady Macbeth come di chissà quale audacia, come se non fosse un titolo di repertorio corrente in tutto il mondo civilizzato, anche alla Scala nel '92, diretta proprio da Chung, e nel 2007. Semmai sarà un problema per il pubblico finto del 7 dicembre, ma tanto dormono anche con Tosca, e soprattutto per quello della diretta di Rai1, per cui Šostakovic, il russo e Barkhatov saranno più difficili da digerire di un borsc.
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Per il resto, c'è più o meno quel che si sapeva. Con la nuova Götterdämmerung si chiude un Anello del Nibelungo inutile che verrà proposto subito dopo in due cicli completi, uno diretto da Soddy e l'altro da Young.
Vengono riprese la Turandot «dei lumini» di Livermore, l'insulsa Lucia di Lammermoor di Kokkos e l'archeologica Traviata della Cavani, con cast mediamente buoni (come Alfredo arriva il tenore samoano Pene Pati, nome, per l'Italia, un po' problematico). Le nuove produzioni sono il ricordato Pelléas con il debutto scaligero di Romeo Castellucci (vale per Debussy quel che si diceva di Šostakovic), un Nabucco con cast formidabile, Netrebko-Salsi-Pertusi,
Chailly sul podio, regia di Talevi e dieci minuti di ballabili mai sentiti scritti da Verdi per una ripresa a Bruxelles nel 1848 e una Carmen Chung-Michieletto già vista a Londra, mentre l'attesa Semiramide è diventata curiosamente un Faust, ma interessante: Rustioni-Erath con Rebeka-Grigolo-Esposito.
fortunato ortombina dominique meyer
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