
“SONO SCAPPATO NEGLI STATI UNITI PER SEGUIRE IL SOGNO DEL CINEMA, ORA STO REALIZZANDO IL MIO ITALIAN DREAM" – MAURO REPETTO, CHE CON MAX PEZZALI FONDO’ GLI 883 TORNA CON UN SINGOLO DANCE: "NEGLI ANNI DEL SUCCESSO, HO VISSUTO IN MANIERA FELICE, SONO STATO NELLA MIA PARTE, CHE ERA SCENEGGIATA COSÌ DAL MARKETING. VORREI DAVVERO CHE OGNI ARTISTA POTESSE AVERE UN COMPAGNO DI BANCO COME ME” – LA PAGHETTA CHE GLI DA’ ANCORA LA MAMMA E LE “CAZZATE” CON MAX PEZZALI - VIDEO
Federico Taddia per la Stampa - Estratti
«Sono in forma smagliante, mi sento nella mia dimensione, nella mia traiettoria. Sincronizzato con me stesso e la società che mi circonda». E' un diffusore di energia alla massima potenza, quell'energia che fa parte del suo DNA. Ma è una linfa vitale nuova quella che scorre. Forse più consapevole, sicuramente più realizzata.
A 56 anni si appresta a ricominciare l'ennesima nuova vita Mauro Repetto, il nostrano Jack Frusciante uscito dal gruppo - per troppo tempo relegato al ruolo dell'«altro degli 883» – pronto al ritorno nelle nostre playlist con l'uscita di Dj Sole, singolo dance in odor di tormentone estivo.
Mauro, chi è "Dj Sole"?
«Ti do un'immagine: io, una bella ragazza, la spiaggia. Ci manca solo il Dj. Ecco allora che arriva un sole antropomorfizzato che ci mixa dei brani. DJ Sole è lui, un'entità divina che ti porta il paradiso in terra».
Dopo tanti anni, ti è tornata la voglia di cantare?
«Canto come un attore canta in scena. Cantare è un accessorio che ho sempre tenuto dentro di me, quasi nascosto. Ma adesso è necessario per esprimere la mia dimensione attoriale. Io sono solo uno strumento per far ballare: sono un corpo prestato alla musica. Mi piace recitare, lo faccio da sempre, mi mette in comunione col pubblico. Ed è quello che voglio fare ora: che sia una canzone, un videoclip, una serie tv o uno spettacolo a teatro».
nunzia de girolamo mauro repetto ciao maschio
A proposito di teatro, il tuo tour "Alla ricerca dell'Uomo Ragno" ha avuto un grande successo?
«Guarda, è stato commovente. Oltre 60 date quasi sempre sold out, pubblico in piedi in lacrime, una testimonianza di affetto incredibile. Ogni città italiana ha vibrazioni uniche.
Quelle stesse che provavo per Beverly Hills, ora le provo per Orvieto, Fabriano, Falconara. Voglio quindi essere uno di quelli che porterà ancora qualcosa di nuovo all'entertainment, vivendolo con la vibrazione che il mio Paese mi dà.
Sto realizzando il mio "Italian dream».
Italian dream?
«Sì, io ho mollato tutto è sono scappato negli Stati Uniti per seguire il sogno del cinema, era il mio "American dream". Tutte le persone cercano di fare la cosa più semplice, e per me la cosa più semplice era tentare di raggiungere quel traguardo che agognavo fin dal liceo: essere attore e sceneggiatore ad Hollywood. Era logico che me ne andassi dalla mia provincia, e lo rifarei mille volte. Mi sono però scontrato con lo scoglio della lingua: non potevo esprimere me stesso, non avevo abbastanza vocabolario. Ora – e forse in questo mi ha aiutato anche il vivere in tutti questi anni a Parigi – sento che la mia dimensione è l'Italia, e che il mio sogno possibile è qua».
In autunno tornerai a teatro con un nuovo spettacolo: puoi anticiparci qualcosa?
«Giusto in filigrana: sarà qualcosa di sociopolitico, ma affrontato in maniera leggera, ironica, fruibile a tutti. Qualcosa che farà anche riflettere, con uno sguardo internazionale e una fibra italiana: satira, musica e intelligenza artificiale. Sarà un one man show in cui si narrerà una favola contemporanea».
Nulla di autobiografico, quindi?
«Nulla».
Anche perché è stato già detto tutto forse di te, o no?
«Restano sempre delle cose che rimarranno solo con me o che racconterò solo in privato, però chiaramente tutto quello che doveva sapere il grande pubblico, tra il libro, il teatro e la serie di Sky è stato detto».
La serie Sky ti ha fatto bene?
«La serie ha messo in evidenza qualcosa che in fondo tutti sapevano a Pavia e quelli del mio entourage ben conoscevano, ovvero la mia energia, la mia leggerezza, il mio guardare oltre i limiti. Non vedevo gli ostacoli, tutto era possibile per me, e lo è ancora. E ora mi fa piacere che tutti abbiamo di me questa immagine, autentica e reale».
Hai superato i tuoi buchi neri?
«Non ho mai avuto buchi neri, ho semplicemente avuto la volontà di correre verso i miei obiettivi. Negli anni del successo degli 883 ho vissuto in maniera felice, sono stato nel mio ruolo, nella mia parte, non sono uscito dai bordi di un quadro che era imposto così, che era sceneggiato così dal marketing. E l'ho fatto con piacere ed è venuto assolutamente bene, anche perché, pur se imposto, era assolutamente ingenuo, naif, non preparato, a volte addirittura talmente originale da essere surrealista. Quello che facevo, lo facevo con l'anima. E vorrei davvero che ogni artista potesse avere un compagno di banco come me».
post di max pezzali su mauro repetto
Nel racconto del tuo passato hai però ammesso, ad un certo punto, di esserti sentito fragile. Cosa vuoi dire ai giovani artisti che sentono questa fragilità su loro stessi?
«Mio padre diceva sempre: la cosa più difficile al mondo è essere normali. Il mio consiglio è di coltivare il talento per la voce, o la chitarra o il basso o qualsiasi altro strumento. E accudire in tutti i modi questa passione. Ma allo stesso tempo è necessario allenarsi alla normalità, preservare la capacità di credere in se stessi per quello che si è e non per quello che si vorrebbe essere. Continuando sempre ad ascoltarsi».
Tornando al tuo successo: ma è vero che tua mamma ti dà ancora la paghetta mensile?
«Sì, è vero, e un po' mi vergogno a dirlo. E' il suo modo di essere ancora mamma. Forse si ricorda delle mie lacrime da adolescente perché volevo la cintura di "El Charro" ma non ce la potevamo permettere. E adesso che è pensionata ogni mese mi dà qualcosa, anche se sa che sono benestante. Ma è un qualcosa che rafforza il nostro legame, e se lei è felice per me è una figata».
(…)
Dimmi solo se gli hai inoltrato "Dj Sole" da ascoltare?
«Ma no, figurati. Con Max siamo amici, non colleghi, e non si parla mai di lavoro: si parla solo di cazzate».
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GIUSEPPE CONTE COME MAURO REPETTO BY LUGHINO
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