
SI È IN-GAZATO ERIC CLAPTON – IL LEGGENDARIO CHITARRISTA HA SUONATO UNA CHITARRA SPECIALE, CON I COLORI DELLA PALESTINA, DURANTE IL SUO CONCERTO A MILANO – L’80ENNE MUSICISTA INGLESE HA RIPERCORSO LA SUA CARRIERA CON UNA SUPERBAND: LA VOCE NON È PIÙ QUELLA DI UNA VOLTA, MA IL TOCCO SULLA STRATOCASTER RESTA ANCORA DA MAESTRO… - VIDEO
Estratto dell’articolo di Andrea Florenzano per www.billboard.it
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Eric Clapton è un cantastorie. È colui che ha fatto del talk blues un genere ultra-personalizzato, un marchio di fabbrica. La sua impronta indelebile sulla storia del rock è data da un rispetto sacrale nei confronti delle radici del genere e anche da quel tocco di psichedelia che ha caratterizzato le sue folli creazioni nell’Inghilterra degli anni ‘60, Yardbirds e Cream.
Impossibile non iniziare il concerto dell’Unipol Forum di Milano, a due anni dal live al Lucca Summer Festival, con White Room, la hit ‘opening track’ di Wheels Of fire, il terzo e ultimo vero album del supergruppo londinese formato da Eric ‘Slowhands’ Clapton, Jack Bruce al basso e Ginger Baker alla batteria.
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Spesso i concerti di artisti del genere sono il susseguirsi di una hit dopo l’altra. Clapton a 80 anni, portati benissimo, ha accumulato una serie di successi, album iconici e sbagliati, progetti di primissimo livello e repack unplugged un po’ trascinate, in generale album sopravvalutati e sottovalutati.
Così tanto materiale che la scaletta si scrive da sé. Il picco di decibel arriva con Sunshine of Your Love, quarta traccia della serata, momento topico in cui il chitarrista inizia a ingranare anche con la voce. Nonostante qualche comprensibile affanno vocale, il tocco sulla Strato resta ancora pulitissimo e iper-riconoscibile. “Aged like fine wine” direbbero dalle sue parti.
[…] La seconda parte del concerto è puro rock, blues e jazz, con improvvisazioni che lasciano spazio anche a una jam reg governata da sua maestà Nathan East al basso.
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Per Badge la storica Fender Stratocaster dell’artista inglese cede il posto a una nuova e più attuale Strato, quella che già aveva esibito due anni fa a Lucca, la Custom made con i colori della Palestina.
La mostra con fierezza durante gli assoli dei colleghi. E la suona fino alla fine dell’ora e mezza di concerto in cui ripercorre punti cruciali della sua carriera. Anche se mancano Lyla e Wonderful Tonight, in scaletta ma non eseguita.
Si chiude con Cocaine e Before you Accuse me. Un pò come a dire “prima di accusarmi di essere bollito” – lecito pensarlo anche perchè spesso gli ultimi giri di boa di artisti pluri argentati e brizzolati risultano grandi occasioni di marketing – “venite a vedermi e cambierete idea”.
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Il prezzo del biglietto era alto, ma ci chiediamo in quale altra occasione ci sia la possibilità di assistere a perfomance del genere di musica dal vivo. Otto musicisti, Sonny Emory alla batteria e le coriste Sharon White e Katie Kissoon, tra i migliori in assoluto nel proprio genere. Qui sta l’intelligenza di Clapton, nel dare molto spazio al talento altrui e questa sera la superband avrà nuovamente modo di sfidarlo nella gara di assoli tanto divertente quanto impressionante.
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