
DAGOREPORT! INCREDULITÀ NEL MONDO LETTERARIO PER LA CINQUINA DEL PREMIO CAMPIELLO (WANDA MARASCO DI NERI POZZA, MARCO BELPOLITI DI EINAUDI, FABIO STASSI DI SELLERIO, UNA CERTA PARESCHI NON PERVENUTA A QUALSIASI CRONACA E UN CERTO PRUNETTI DI FELTRINELLI DI CUI NULLA SI SA) - FUORI ANDREA BAJANI, GRAN FAVORITO ALLO STREGA, NADIA TERRANOVA, MELANIA MAZZUCCO, IL GIOVANE VALERIO AJOLLI, TERESA CIABATTI, PAOLO NORI, FUORI ROBERTO SAVIANO E ROBERTO COTRONEO, CON UN LIBRO PRECENSITO IN MODO ENTUSIASTA DA TUTTA LA CRITICA ITALIANA - LA CINQUINA SOMMATA NON SUPERA LE 7500 COPIE VENDUTE...
Dagoreport
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Incredulità nel mondo letterario per la cinquina del Campiello. Per quanto si potesse pensare a scelte un po’ diverse rispetto al cugino romano, lo Strega, una stranezza del genere farà già imbufalire gli industriali veneti che si emozionano moltissimo nell’essere finanziatori del noto premio veneziano, ma si ritrovano una cinquina da strapaese.
I critici del Campiello, per mancanza di critica, ignorano spavaldamente qualsiasi libro letterario importante uscito negli ultimi tempi.
Fuori Andrea Bajani, gran favorito allo Strega, fuori Elisabetta Rasy, Nadia Terranova, la promessa Michele Ruol di cui non si fa che parlare, il giovane Valerio Ajolli, tutti nella dozzina dello Strega, ma poco importa.
I premi sono i premi e ognuno deve scegliere i migliori, non quello che resta. Fuori Teresa Ciabatti, con un libro di peso e di valore e Paolo Nori, fuori Roberto Saviano con un libro narrativo importante, fuori Roberto Cotroneo, è il suo il libro più recensito in modo entusiasta da tutta la critica italiana.
Tengono invece dentro Wanda Marasco di Neri Pozza, Marco Belpoliti di Einaudi, Fabio Stassi di Sellerio, una certa Pareschi non pervenuta a qualsiasi cronaca e un certo Prunetti di Feltrinelli di cui nulla si sa, e che la spunta su un vero libro come quello di Melania Mazzucco per il voto determinante del presidente Giorgio Zanchini.
La cinquina sommata non supera le 7500 copie vendute, e Stassi da solo ne copre più della metà. Figuriamoci gli altri. È vero che tutto non può essere ridotto alle copie vendute, ma a tutto c’è un limite. Adesso a Venezia sembra che qualcuno vorrà chiedere conto di scelte illogiche se non del tutto ridicole. Ma i tempi sono questi…
SCELTA LA CINQUINA FINALE DEL PREMIO CAMPIELLO
(ANSA) - È stata scelta stamani a Padova, nell'aula magna di Palazzo del Bo, la cinquina finalista della 63/a edizione del premio letterario Campiello, promosso da Confindustria Veneto. A contendersi la vittoria saranno 'Di spalle a questo mondo' di Wanda Marasco (Neri Pozza); 'Bebelplatz' di Fabio Stassi (Sellerio); 'Inverness' di Monica Pareschi (Polidoro); 'Nord Nord' di Marco Belpoliti (Einaudi); 'Troncamacchioni' di Alberto Prunetti (Feltrinelli). La cinquina è emersa al termine delle votazioni della giuria dei letterati, presieduta per il primo anno da Giorgio Zanchini.
CAMPIELLO, VOTAZIONE 'LAMPO', CINQUINA SCELTA IN MEZZ'ORA
(ANSA) - Una selezione rapida, durata poco più di 30 minuti: non hanno impiegato troppo tempo i giurati del Premio Campiello a definire la cinquina finalista del riconoscimento letterario promosso da Confindustria Veneto.
Stamani, nell'Aula Magna di Palazzo Bo a Padova, la Giuria presieduta per la prima volta da Giorgio Zanchini ha definito la griglia di romanzi che si contenderanno la 'vera da pozzo', simbolo della città di Venezia: 'Di spalle a questo mondo' di Wanda Marasco (Neri Pozza); 'Bebelplatz' di Fabio Stassi (Sellerio); 'Inverness' di Monica Pareschi (Polidoro); 'Nord Nord' di Marco Belpoliti (Einaudi) e 'Troncamacchioni' di Alberto Prunetti (Feltrinelli).
La rosa dei candidati si è risolta dopo sei 'giri di tavolo': dalle prime tre tornate di votazione sono usciti i primi quattro titoli, prima dell'impasse del quarto e quinto turno, durante i quali hanno ricevuto 5 voti a testa 'Troncamacchioni' e il primo romanzo degli esclusi, 'Silenzio' di Melania Mazzucco (Einaudi). A sbrogliare la situazione il voto del presidente di giuria, che nelle votazioni immediatamente precedenti non si era assunto la responsabilità di far pendere l'ago della bilancia a favore dell'una o dell'altra opera.
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