
BERGOGLIO HA DEMOLITO L’ABITUDINE VATICANA "SI E’ SEMPRE FATTO COSÌ" - NELLE NOMINE A CARDINALE, HA PREFERITO I “PASTORI CON L’ODORE DELLE PECORE” AI TEOLOGI COLTI E INTELLETTUALI - HA DATO SPAZIO ALLE DONNE CHE ORA POTRANNO GUIDARE I MINISTERI VATICANI - IL 17 APRILE 2023, BERGOGLIO DA’ IL VIA A UNA SVOLTA EPOCALE: IL DIRITTO DI VOTO ALLE DONNE NEL SINODO DEI VESCOVI LA CUI SEGRETERIA GENERALE HA COME SOTTOSEGRETARIO E “NUMERO DUE” SUOR NATHALIE BECQUART - NOMINA DIVERSE DONNE SOTTOSEGRETARI NEI DICASTERI FINCHÉ ALL’INIZIO DI QUEST’ANNO HA VOLUTO SUOR SIMONA BRAMBILLA, 59 ANNI, A CAPO DEL DICASTERO DEI RELIGIOSI...
DA «DON MATTEO» ZUPPI ALLE DONNE PREFETTO E MINISTRE: LA RIVOLUZIONE NELLA CURIA
Estratto dell’articolo di Gian Guido Vecchi per il “Corriere della Sera”
PAPA FRANCESCO - APERTURA DELLA PORTA SANTA - FOTO LAPRESSE
[…] il pontificato di Francesco ha lasciato in attesa vana diverse diocesi in Europa e nel mondo che una volta erano definite «cardinalizie» perché era scontato che i loro vescovi ricevessero la porpora. E ha dato la porpora a pastori di diocesi che non l’avrebbero mai sospettato, Como (Oscar Cantoni) anziché Milano, San Diego (Robert Walter McElroy, poi mandato a Washington) invece di Los Angeles, per la prima volta pure a un nunzio come Mario Zenari, suo ambasciatore in Siria.
Con Francesco, e non solo rispetto alle nomine, non c’è più stato nulla di scontato. Fin dall’inizio ha messo in guardia dalla logica «velenosa» del «si è sempre fatto così», convinto che «una Chiesa stantia incomincia a essere putrefatta». E ha sparigliato le carte con scelte spesso imprevedibili, e talvolta discusse, seguendo tuttavia due criteri fondamentali, che fossero nomine cardinalizie, nelle diocesi o in curia: l’attenzione alle «periferie», spesso privilegiate rispetto al «centro», e una predilezione per i pastori «con l’odore delle pecore» unita a una certa diffidenza nei confronti dei profili colti e intellettuali.
Più parroci e meno teologi. Nei casi più delicati, comunque, è andato sul sicuro senza sperimentazioni di sorta. A cominciare da una delle prime nomine, la più importante per un Papa: il Segretario di Stato, «primo ministro» del pontefice, l’uomo che guida la diplomazia della Santa Sede. […] Bergoglio […] sceglie un nunzio, monsignor Pietro Parolin, che da sottosegretario della Sezione per i rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato aveva guidato trattative riservate con la Cina prima che le resistenze interne a un’intesa con Pechino bloccassero tutto: nel 2009, Parolin era stato trasferito come ambasciatore in Venezuela.
papa francesco alla messa per il giubileo delle forze armate foto lapresse 1
Francesco lo richiama da Caracas, il dialogo con la Cina è una delle priorità del pontificato: e proprio Parolin, Segretario di Stato a partire dal 15 ottobre 2023 e cardinale un paio di mesi dopo, sarà l’artefice dell’accordo storico con Pechino sulla nomina dei vescovi. Anche a Gerusalemme si affida a Pierbattista Pizzaballa, per dodici anni Custode di Terrasanta, una garanzia di competenza ed equilibrio nella zona più delicata del pianeta: nel 2016 il francescano viene nominato arcivescovo e amministratore apostolico e nel 2020 diventa patriarca, ricevendo la porpora tre anni più tardi.
Un discorso analogo vale per la Cei, con la quale i rapporti sono all’inizio gelidi.
Francesco avverte troppe resistenze al cambiamento nella Chiesa italiana, a Firenze nel 2015 non la manda a dire: «Non dobbiamo essere ossessionati dal potere, anche quando questo prende il volto di un potere utile e funzionale all’immagine sociale della Chiesa».
È sempre stato il Papa, in quanto vescovo di Roma e primate d’Italia, a scegliere direttamente il presidente della Cei. Francesco, per responsabilizzare i vescovi italiani, decide che saranno loro a votarlo, come avviene in tutti gli altri Paesi del mondo. Però alla fine votano una terna, e l’ultima parola spetta a lui.
PAPA FRANCESCO - FOTO LAPRESSE
Il cambiamento è affidato alla saggezza di Gualtiero Bassetti e poi, nel 2022, al cardinale Matteo Zuppi, che nel 2015 aveva nominato arcivescovo di Bologna: «don Matteo», stimato per l’esperienza nella comunità di Sant’Egidio — l’aiuto quotidiano agli ultimi, le missioni internazionali di pace come in Mozambico — sarà scelto da Francesco anche come suo «inviato speciale» per la guerra in Ucraina.
[…] Francesco è imprevedibile. Fin dall’inizio mira a modellare una Chiesa più collegiale e davvero «cattolica», cioè universale, fondata sul rapporto tra il Papa e gli altri vescovi del mondo, e nella quale la Curia romana sia «al servizio» di questo rapporto e non lo ostacoli. Nel corso del tempo, dice, la Curia è diventata una «dogana burocratica», riflesso strutturale delle «dogane pastorali» che vuole smantellare.
Così la prima mossa del Papa gesuita è l’istituzione nel primo anno di pontificato di un «Consiglio» di otto cardinali da tutto il mondo che ricorda la struttura gerarchica della Compagnia di Gesù […] Il C9 ha il compito di aiutare il Papa nel governo della Chiesa ed elaborare la riforma della Curia. Per cominciare, Francesco introduce un limite di cinque anni a mandato, rinnovabile una sola volta.
A farne le spese nel 2017 è il cardinale conservatore Gerhard Ludwig Müller che era stato scelto da Benedetto XVI e allo scadere del quinquennio viene congedato da prefetto dell’ex Sant’Uffizio a soli 69 anni, Bergoglio lo sostituisce con il vice Luis Ladaria e nel 2023 con Víctor Manuel Fernández, suo teologo di fiducia.
La riforma della curia si compie nel 2022 con la nuova Costituzione Praedicate Evangelium che introduce una novità decisiva: anche le donne potranno guidare i ministeri vaticani. Già nel 2018 ha scelto Paolo Ruffini come prefetto del dicastero per la comunicazione, primo laico a divenire «ministro». Ma la rivoluzione più radicale è al femminile. Il 17 aprile 2023 decide una svolta epocale: il diritto di voto alle donne nel Sinodo dei vescovi la cui Segreteria generale ha come sottosegretario e «numero due» suor Nathalie Becquart.
Nomina diverse donne sottosegretari nei dicasteri. Finché all’inizio di quest’anno ha voluto Suor Simona Brambilla, 59 anni, a capo del dicastero dei religiosi, prima donna prefetto in Vaticano, una sorta di ministro. E scelto Suor Raffaella Petrini come presidente della pontificia commissione per lo Stato vaticano e presidente del Governatorato: francescana, 56 anni, sarà governatrice dal 1° marzo, un incarico che finora era prerogativa cardinalizia.
PAPA FRANCESCO E IL CARDINALE VICTOR MANUEL FERNANDEZ
PAPA FRANCESCO E VICTOR MANUEL FERNANDEZ
messa di natale papa francesco foto lapresse
papa francesco in corsica - foto lapresse
papa francesco in corsica - foto lapresse