
CASA BIANCA, SORCI VERDI PER LO STAFF DI TRUMP - IL PRESIDENTE AMERICANO SI È INCAZZATO CON I SUOI COLLABORATORI PERCHE’ NON LO HANNO AVVISATO IN MERITO AL SOPRANNOME “TACO” (“TRUMP ALWAYS CHICKENS OUT”) CHE GLI È STATO AFFIBBIATO DAL GIORNALISTA DEL "FINANCIAL TIMES", ROBERT ARMSTRONG - LA TRADUZIONE DEL NOMIGNOLO SIGNIFICA "TRUMP SE LA FA SOTTO", E SI RIFERISCE ALLA SUA POLITICA ECONOMICA: PRIMA IMPONE I DAZI, POI LI RITIRA - ROBERT ARMSTRONG: "È LO STESSO NOMIGNOLO CHE TRUMP USEREBBE PER UN SUO AVVERSARIO. PAURA? HO QUALCHE TIMORE, MA ALLA FINE IN AMERICA I GIORNALISTI SONO AUTORIZZATI A PRENDERE IN GIRO IL PRESIDENTE" - VIDEO
CNN, TRUMP ADIRATO CON STAFF PER NON AVERLO INFORMATO SU 'TACO'
(ANSA) - WASHINGTON, 30 MAG - Donald Trump si è adirato per non solo per il nuovo termine Taco ('Trump always chickens out', Trump fa sempre marcia indietro) coniato per lui da un opinionista del Financial Times, ma anche per il fatto che il suo staff non lo aveva informato che il nomignolo stava guadagnando terreno. Lo scrive la Cnn.
L’INVENTORE DELL’ACRONIMO TACO CHE HA FATTO INFURIARE DONALD: «SE È SOTTO PRESSIONE SI RITIRA»
Estratto dell'articolo di Viviana Mazza per il "Corriere della Sera"
Robert Armstrong, giornalista finanziario e opinionista del Financial Times, vive a Brooklyn e ha origini italiane (il bisnonno Salvatore Cortesi fu il primo corrispondente dell’ Associated Press da Roma e suo figlio, Arnaldo Cortesi, corrispondente del New York Times dall’Italia).
E forse entrerà nei libri di storia per aver coniato l’acronimo «TACO/Trump Always Chickens Out» (Trump si tira sempre indietro o, detto più volgarmente, se la fa sempre sotto), diventato popolare tra gli analisti di Wall Street per descrivere il momento peculiare che stiamo vivendo, ovvero l’andamento dei mercati che crollano dopo ogni minaccia di dazi del presidente americano per poi risalire quando desiste e dà più tempo per negoziare. [...]
Com’è nato il termine?
«Ho una newsletter sui mercati sul Financial Times (Unhedged , ndr) e un mese e mezzo fa stavo riflettendo su questo fenomeno: il presidente minaccia dazi e fa molto rumore e i mercati crollano; un giorno o una settimana dopo cambia idea, apparentemente senza motivo, prim’ancora che inizino i negoziati, e i mercati risalgono. E sta succedendo tanto spesso che mi serviva un termine da usare nella newsletter per non doverlo spiegare ogni volta. [...]
Ho iniziato a pensare a possibili acronimi e “taco” è una parola buffa in generale, è il tipo di nomignolo che lo stesso Trump userebbe per qualcuno e ha sapore messicano — e lui è ossessionato dal confine col Messico. Ho iniziato a usarlo nella newsletter, pensando che forse avrebbe fatto presa, ma niente. Poi all’improvviso, lo vedo nei report di Wall Street, poi sul New York Times , poi alla Casa Bianca. È come quando il tuo cane scappa di casa e combina guai».
Che cosa ha pensato quando una reporter ha parlato a Trump del termine e lui si è infuriato?
«Ho pensato che da una parte è eccitante essere famoso su internet, ma dall’altra: o mio Dio, e se smette di farsela sotto? Per un giornalista del Financial Times che ritiene che i dazi siano una politica sbagliata, quando Trump si tira indietro è un bene. Ho pensato: e se si sente preso in giro e non si tira più indietro? Non voglio che distrugga l’economia mondiale per via di una mia stupida battuta».
Lei non vuole essere ricordato come colui che ha causato la recessione...
«Ho qualche timore, ma alla fine questa è l’America e i giornalisti sono autorizzati a prendere in giro il presidente».
Ha mai visto uno stile negoziale simile?
«L’aspetto serio è che c’è un presidente che fa molto rumore e molta retorica su una politica economica serissima che preoccupa tutti ed è difficile capire se sia serio e pronto a tenere in vigore queste misure, contestate dai tribunali, politicamente impopolari nei sondaggi e che — se applicate e mantenute — credo danneggeranno l’economia. Finora la risposta sembra “no”.
Ogni volta che si trova davvero sotto pressione e c’è un prezzo da pagare, sembra ritirarsi rapidamente. E no, non ho mai visto nulla del genere. Ogni politico è sensibile alle pressioni, ma con lui si vede di più quando cede perché parte da promesse tanto grosse».
La Gran Bretagna ha fatto un accordo sui dazi però, prendendo Trump sul serio.
«È il presidente degli Stati Uniti: anche se pensi stia bluffando, c’è sempre una piccola probabilità che non sia un bluff, può avere conseguenze catastrofiche se sei un piccolo Paese che tratta con gli Usa. Anche se sei il Regno Unito, l’Ue o il Giappone devi prendere la minaccia sul serio anche se suona paradossale».
Trump ha detto esplicitamente che la sua strategia è di partire da un numero «ridicolo» e poi abbassarlo.
«[...] Ma la cosa strana e che non capisco dello stile di Trump è che tira fuori il numero scandaloso ma poi cede prim’ancora che l’altra parte possa parlare. Penso che guardi l’andamento dei mercati e il suo tasso di popolarità e si tira indietro. Sono scettico che sia un grande negoziatore».
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Donald Trump’s House of Wings - sketch del saturday night live
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DONALD TRUMP IN VERSIONE TACO - DRUDGE REPORT
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