ignazio la russa giorgia meloni

“CHE CI VAI A FARE AL SEGGIO SE NON RITIRI NEANCHE UNA SCHEDA? BOH” – “LA STAMPA” INFILZA LA “VARIANTE FURBA” DI GIORGIA MELONI ALLA ASTENSIONE SUI REFERENDUM – LA PARACULATA È UN MODO PER LASCIARE CHE LO SCAZZO RESTI ALLA SINISTRA, NELLO SCONTRO TRA LANDINI E RENZI: COSI' EVITA DI TRASFORMARLA IN "MELONI CONTRO IL RESTO DEL MONDO" – IL CAMALEONTISMO DELLA DUCETTA CHE SI SMARCA DALL’APERTO BOICOTTAGGIO DI LA RUSSA...

Alessandro De Angelis per "La Stampa" - Estratti

 

giorgia meloni al voto referendum sulla giustizia

Così fan tutti, chi in modo più ribaldo, chi più grossolano, chi più elegante. Prima o poi, sono diversi lustri che spunta sempre «l'andate al mare», davanti a una consultazione referendaria. Giorgia Meloni, parlando per la prima volta dell'appuntamento di domenica prossima, ha introdotto la sua variante "furba": vado, al seggio, forse come segno di rispetto verso l'appuntamento, ma non voto e quindi trasmetto implicitamente l'invito a non farlo, però evito una posizione urticante, vuoi mai che davvero rischio di portare alle urne quelli cui sto antipatica.

 

Tradotto: mi astengo, senza invitare platealmente alla giornata balneare. Posizione che, giuridicamente, è un po' funambolica: che ci vai a fare al seggio se non ritiri neanche una scheda? Boh.

 

Politicamente però, quantomeno nelle intenzioni, è un modo di metterla con più sobrietà rispetto al blu dipinto di blu sbattuto in faccia a chi invece ci crede. L'idea è di sottrarsi al ruolo di bersaglio. Lasciare cioè che la tenzone resti tra Maurizio Landini e Matteo Renzi, tutta interna alla sinistra, evitando di trasformarla in "Meloni contro il resto del mondo".

giorgia meloni al voto referendum sulla giustizia

 

Deve aver ricordato, nel pensare all'arzigogolo politico-verbale, il caso di scuola, rimasto negli annali. Fu Bettino Craxi a pronunciare quella frase (sull'andare al mare) con sprezzo del pericolo nel 1991, davanti al quesito sulla "preferenza unica". Si sentiva rassicurato dai sondaggi che circolavano a via del Corso e pensava che molti fossero d'accordo con lui, a partire dall'allora presidente della Repubblica Francesco Cossiga. Ma non fu così, cosa che lo infastidì non poco. Un cronista lo sollecitò a riguardo, durante un pranzo nella calura di Caprera.

 

Craxi, in un moto di arrogante stizza, girò le spalle alle telecamere chiedendo a un commensale di "passargli l'olio". Pochi giorni dopo, quel referendum diventò, per gli italiani, l'occasione per voltare le spalle a quel sistema politico. Il più eclatante boomerang della storia elettorale recente. Per carità, Giorgia Meloni non guida mica il pentapartito morente. Però ha l'astuzia di sapere che, in questo genere di appuntamenti, conta il clima più del merito.

 

ignazio la russa se la ride con giorgia meloni durante la commemorazione del 25 aprile 2025 all altare della patria foto lapresse

E così il cronista registra un aggiustamento di tiro, nella forma più che nella sostanza, anche rispetto alle parole di Ignazio La Russa. La seconda carica dello Stato si era esposto a favore dell'aperto boicottaggio della consultazione in modo assai più grossier. E, così facendo, aveva scaldato un appuntamento fino a quel momento poco coinvolgente. Il tentativo non è riuscito un granché a Giorgia Meloni, complice la giornata in cui comunque si celebra un referendum, sia pur senza quorum e di tutt'altra portata storica.

 

Anzi, è diventato un maldestro esempio di eterogenesi dei fini, per cui una posizione nelle intenzioni prudente è diventata il caso politico di giornata. E c'è poco da fare, il dibattito torna eternamente uguale a se stesso, perché l'astensione fa parte del gioco politico, sennò non ci sarebbe il quorum. Soprattutto in un paese dove non si raggiunge dalla metà degli anni Novanta, con l'eccezione di quelli del 2011 su acqua pubblica e nucleare.

 

(...) Forse questa postura più obliqua di Giorgia Meloni racconta anche altro, di un labile confine tra prudenza e insicurezza: ai vertici internazionali c'è ma spesso è collegata, su Israele prima è timida poi si trova costretta a dare ragione a Mattarella, che timido non è, ora il referendum. Chissà, magari la notizia è proprio questo stato d'animo.

ignazio la russa giorgia meloni 25 aprile 2025 altare della patria foto lapressegiorgia meloni al voto con la mascherina referendum sulla giustizia 3

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