
COME GONGOLA TOTI – L’EX GOVERNATORE DELLA LIGURIA, CHE HA PATTEGGIATO DUE ANNI E TRE MESI PER LO SCANDALO TANGENTI, GODE PER LA SCONFITTA DEL "SUO" CENTRODESTRA (CHE L’HA SCARICATO) A GENOVA. E DÀ MANFORTE A SALVINI, CHE RINFACCIA ALLA MELONI DI AVER CAUSATO LA SCONFITTA SPOSTANDO MARCO BUCCI DAL COMUNE ALLA REGIONE: “RIMANENDO SINDACO AVREBBE POTUTO RAPPRESENTARE UN OTTIMO PUNTO D’APPOGGIO. LA CANDIDATA SAREBBE POTUTA ESSERE ILARIA CAVO” (FEDELISSIMA DI TOTI)
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Estratto dell’articolo di Cesare Zapperi per il “Corriere della Sera”
«Uno scivolone ci sta dentro un ciclo politico. Prima di dire che è finito occorre però fare una analisi seria senza autoindulgenze. E capire se è stato un incidente di percorso o qualcosa di più serio».
Giovanni Toti è il convitato di pietra delle elezioni comunali di Genova. Evocato a vario titolo da molti, l’ex presidente della Regione Liguria, costretto a dimettersi per l’inchiesta giudiziaria che lo ha colpito nella primavera di un anno fa, è stato anche accusato di aver aiutato sottobanco la neosindaca Silvia Salis.
Ma è vero?
«Conosco Silvia, la stimo e le auguro ogni bene, e conosco ancora meglio il marito con cui abbiamo collaborato su diversi progetti. Ma faccio il tifo per la mia squadra anche se l’ho vista incerta. Sarebbe meglio parlare degli errori […]».
[…]
«Il primo, che io considero esiziale, è stato commesso nell’autunno scorso quando si è giocata la partita delle Regionali. Bucci, rimanendo sindaco di Genova, avrebbe potuto rappresentare un ottimo punto d’appoggio per il candidato in Regione. Che doveva essere un altro o un’altra.
silvia salis selfie dopo la vittoria
Penso anzitutto a Ilaria Cavo, che anche in queste Comunali ha fatto il boom di preferenze […]. Si è voluto giocare tutto all’attacco quando sarebbe servita più calma […]».
Un altro errore?
«È strettamente legato al primo. Si è immaginato di sfruttare un momento di debolezza dell’area civico-totiana per rivedere i rapporti di forza dentro il centrodestra. Già è difficile giocare una sfida alla volta, volerne fare due contemporaneamente è stato un azzardo che non ha pagato».
Ce l’ha con Fratelli d’Italia?
«No, con tutti i partiti. Legittimamente, dopo aver avuto un ruolo minore durante la mia esperienza (l’area che si era coagulata raggiungeva il 22 per cento), hanno pensato di “riappropriarsi” di quell’elettorato. Ma hanno fatto male i loro conti».
Perché?
«Perché quell’elettorato non è dentro il bacino del centrodestra, anzi spesso ne è estraneo […]. La Liguria ha una storia precisa, di marca progressista. […] Per una strana alchimia, eravamo riusciti a coinvolgere quell’elettorato nel nostro progetto politico. Una volta lasciato in libertà, in buona parte è tornato a casa».
Che meriti ha Salis?
«Era la figura giusta: una solida tradizione familiare di sinistra ma con un posizionamento politico centrista. […] Ma ho un altro errore da spiegare».
Dica.
«Noi abbiamo rappresentato un centrodestra attento al fare, con una comunicazione forte, anche sopra le righe, iperottimista, allegra. Qualcuno mi ha accusato di promuovere una “Genova da bere”.
Se, al contrario, cerchi di distinguerti, se vuoi porti con un’immagine diversa rischi di non sapere più che cosa dire ai tuoi elettori. Se ti proponi come l’artefice del cambiamento, allora sono meglio gli altri che vogliono davvero cambiare. Le campagne elettorali sono binarie: o di qua o di là. I distinguo finiscono per essere pelosi».
Il candidato sconfitto Pietro Piciocchi ha detto che l’inchiesta che l’ha coinvolta un anno fa «ha rotto l’incantesimo». È d’accordo?
Marco Bucci - Pietro Piciocchi
«Non l’ha detta male. È vero che c’è stata una cesura. Non si poteva far finta di niente.
Però io penso che per recuperare quell’elettorato sarebbe stato necessario rivendicare il lavoro fatto, non rinnegarlo o […] sminuirlo. […]».
Quindi, non c’entra la scelta del candidato sindaco?
«Dare addosso a Pietro è da gaglioffi. Come prendersela con l’ufficio stampa se un amministratore delegato ha sbagliato una scelta. Io penso, con sincerità, che Ilaria […] se la sarebbe potuta giocare meglio. Ma non è questo l’errore che ha fatto perdere la partita».
IL VIDEO DI GIORGIA MELONI A SOSTEGNO DI PIETRO PICIOCCHI
pietro piciocchi silvia salis
MARCO BUCCI E GIOVANNI TOTI CON IL PESTO
toti bucci
toti salvini
MATTEO SALVINI E GIOVANNI TOTI - VIGNETTA BY ROLLI - IL GIORNALONE - LA STAMPA