
IL PD NON CAPISCE I SUOI ELETTORI: A SINISTRA NON VOGLIONO GLI STRANIERI - FATE SAPERE A ELLY SCHLEIN CHE, A FIRENZE, UN ELETTORE SU QUATTRO DEL PD HA VOTATO NO AL QUESITO SULLA CITTADINANZA (CHE PROPONEVA DI ACCORCIARE I TEMPI, DA 10 A 5 ANNI, PER OTTENERE LA NAZIONALITÀ ITALIANA) - IN GENERALE, IL 34,5% DI CHI È ANDATO A VOTARE SI È ESPRESSO IN MANIERA CONTRARIA - LA FRATTURA NEL CAMPO LARGO: LA MAGGIOR PARTE DEGLI ELETTORI DEL M5S HA DETTO NO AL QUESITO, MENTRE LEGHISTI E FRATELLI D'ITALIA SONO ANDATI A VOTARE PER DIRE SÌ AL REINTEGRO DEI LAVORATORI INGIUSTAMENTE LICENZIATI...
I NO DEGLI ELETTORI DEM SULLA CITTADINANZA DIVENTANO UN CASO
Estratto dell'articolo di Concetto Vecchio per “la Repubblica”
A Firenze un elettore su quattro del Pd ha votato no al quesito sulla cittadinanza. A Bologna uno su cinque. A Genova il 22 per cento. Lo certificano i flussi analizzati in dieci grandi città dall'Istituto Cattaneo. Sorprendente? Non tanto. Non si spiega altrimenti quel 34,57 per cento di no per il quinto quesito, scheda gialla, al referendum dell'8 e 9 giugno.
Un dato che in pochi si aspettavano, e che si discosta dai valori (tra il 10 e il 12 per cento di no) espressi per i rimanenti quattro quesiti sul lavoro. Però non c'è uniformità di valori. Nel centro sud i no degli elettori democratici alla cittadinanza si riducono sensibilmente: il 13 a Roma, il 14 a Napoli, il 16 a Bari, l'8 a Palermo.
referendum - scheda sulla cittadinanza
A Milano invece solo l'11 per cento ha scelto no. E quindi una fetta non trascurabile di elettori che alle ultime Europee avevano votato Pd ha respinto la proposta di dimezzare da dieci a cinque anni i tempi di residenza per diventare italiani. Elly Schlein si era espressa per il sì.
La maggioranza degli elettori del Movimento 5 Stelle, a cui invece era stata lasciata libertà di scelta, ha votato compattamente no nelle principali città, tranne che a Napoli e a Palermo, dove si sono registrate maggioranze bulgare pro cittadinanza. Roma segna un pareggio (50 e 50) mentre Bologna, la città del Vaffaday, registra il 69% degli elettori per il no e il 31 per il sì. Nessun traballamento o distinguo nell'elettorato di Avs e Sinistra italiana: i sì vanno dall'89 al 100 per cento.
[...] Lorenzo Pregliasco di YouTrend, prima della consultazione, faceva notare che per il quinto quesito vigeva una sorta di voto d'opinione, con la Cgil concentrata soprattutto su quelli del lavoro. E ci sono inoltre notevoli differenze tra giovani e anziani, tra centro e periferia. Più ci si allontana dalle Ztl più, anche a sinistra, si diventa conservatori, diffidenti.
È una sconfitta quindi che brucia doppiamente a sinistra. Nel fronte dei referendari è già partita la resa dei conti. Riccardo Magi, il segretario di +Europa, promotore del quesito sulla cittadinanza, ha accusato «una parte significativa del M5S che non l'ha sostenuto».
«Io ho votato sì, ma lo strumento era sbagliato», gli ha risposto Giuseppe Conte. «Chi l'ha promosso rischia di allontanare anche la soluzione di un problema che invece va affrontato con una diversa soluzione», ha aggiunto il leader M5S. [...]
CITTADINANZA, TRA I 5 STELLE VINCE IL NO CONTRO ANCHE UNA QUOTA DI ELETTORI PD
Estratto dell'articolo di Emanuele Buzzi per il "Corriere della Sera"
Il voto nelle grandi città che fa da traino nel centrosinistra, l’astensionismo targato centrodestra, i distinguo sul quesito relativo alla cittadinanza: diversi sono i fattori che hanno influenzato il voto referendario. A tracciare un bilancio è l’Istituto Cattaneo che denota «una sostanziale stabilità» con «gli allineamenti elettorali registrati in occasione delle Politiche 2022 e delle Europee 2024».
Secondo l’analisi del centro studi bolognese «i piccoli incrementi rispetto al proprio bacino elettorale storico registrati sulla posizione referendaria da loro sostenuta riguardo al lavoro da Pd, Avs e M5S sono contraddetti dalle grandi perdite subite sulla cittadinanza».
Proprio l’ultimo quesito è quello che sta animando più di tutti il dibattito sulle scelte dei referendari. «Il risultato deludente del sì sulla cittadinanza è frutto di vari fattori», rimarca il Cattaneo. Secondo l’Istituto il numero dei sì è condizionato dal mancato sostegno dell’area liberal-riformista, da quello della maggioranza dell’elettorato Cinque Stelle e infine dal voto contrario di una percentuale tra «il 15 e il 20% degli elettori Pd delle Europee» (mentre per i quesiti sul lavoro mediamente oltre il 90% degli elettori Pd ha votato a favore).
referendum - scheda sulla cittadinanza
A leggere i dati delle singole città si nota come — proprio rispetto al voto dello scorso anno per l’Europarlamento — i flussi varino spesso a seconda del luogo. Sulla cittadinanza per esempio, i sostenitori del Movimento al Nord si sono schierati per il No (a Milano il 61%, a Genova il 67%, a Bologna il 69%). Il maggior numero di dem contrari sono stati registrati in piazze «rosse» per eccellenza (a Bologna il 21% e a Firenze il 25%), mentre circa un terzo degli elettori della Lega a Milano, Torino, Firenze e Napoli ha preferito recarsi alle urne (votando perlopiù no) piuttosto che astenersi. [...]
Restando in ambito centrodestra colpisce come, al Nord, tra gli elettori di Lega e FdI che hanno deciso di andare a votare, si registri una percentuale non marginale di sì al quesito sul reintegro dei lavoratori ingiustamente licenziati. [...]