
MELONIANI, ALL'ARMI: DOPO AVER TOCCATO IL FONDO, PRENDIAMOCI I FONDALI – IL GOVERNO HA DECISO DI CREARE L’“AGENZIA PER LA SICUREZZA SUBACQUEA”, UN APPARATO SOTTO IL CONTROLLO DI PALAZZO CHIGI, PER VIGILARE SUI FONDALI MARINI – LA GUIDA DEL NUOVO ORGANISMO SARA’ AFFIDATA AL MINISTRO PER LE POLITICHE DEL MARE, NELLO MUSUMECI, FEDELISSIMO DELLA MELONI – È PREVISTA UNA SPESA DI OLTRE 20 MILIONI DI EURO IN TRE ANNI, ALLA FACCIA DELLA SPENDING REVIEW – MA LE CAPITANERIE DI PORTO DENUNCIANO LA DUPLICAZIONE DELLE COMPETENZE, CON CONSEGUENTE CAOS PER LA GESTIONE DELLA SICUREZZA SUBACQUEA...
Estratto dell’articolo di Stefano Iannaccone per “Domani”
Un apparato di quasi 40 dipendenti, da mettere sotto il controllo di palazzo Chigi, per vigilare sui fondali marini, diventati all’improvviso strategici. Ma creando un doppione potenzialmente dannoso per la gestione delle competenze sulla sicurezza subacquea.
Le chiavi del nuovo organismo, ribattezzata «Agenzia per la sicurezza subacquea» (Asas), sono pronte per essere affidate al ministro per le politiche del Mare, Nello Musumeci, fedelissimo di Giorgia Meloni.
guido crosetto giorgia meloni parata del 2 giugno 2025 foto lapresse
Ma un ampio potere è assegnato anche al ministro della Difesa, Guido Crosetto, chiamato a proporre il direttore della struttura, che avrà un costo iniziale di 8 milioni e 600mila euro.
Ci sono tutti i crismi per veder nascere l’ennesimo carrozzone made in Italy. Anche perché, secondo le previsioni di spesa, per l’Asas nel prossimo triennio la la spesa volerà sopra i 20 milioni di euro.
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L’obiettivo dell’iniziativa governativa è quello di mettere ordine nelle competenze relative alle attività subacquea. Per questo l’esecutivo sventola la necessità di dare un’adeguata regolamentazione al settore. La legge interviene su vari ambiti con un corposo articolato. Dopo la riforma con il ddl sullo spazio, quello dei fondali marini, è stato lo slogan rivendicato dal ministero di Musumeci, che sarà il principale protagonista della riforma.
Ma tanta fatica non è a costo zero. Anzi. È stata prevista proprio, come elemento distintivo, la fondazione dell’agenzia per cui il governo Meloni mette in conto l’assunzione di 39 dipendenti, tra cui un direttore generale, che dovrà essere indicato dal ministero della Difesa Crosetto d’intesa con il collega Musumeci. La presidenza del Consiglio dovrà apporre l’ultima firma sulla nomina. Non solo.
L’Asas potrà reclutare due dirigenti di prima fascia da piazzare a capo dei rispettivi uffici, che saranno articolati in base alla definizione del regolamento interno. Da individuare anche la sede. Il conto presentato alle casse statali ammonta esattamente a 8,6 milioni di euro per il primo anno: 2 milioni sono a budget solo per l’acquisto degli strumenti informatici.
giorgia meloni e giancarlo giorgetti - question time alla camera
Dopo la fase di avvio, l’esborso per tenere in piedi la struttura sarà di poco inferiore ai 6 milioni e mezzo di euro. E da dove vengono prese questi soldi? Al solito, paga Pantalone. Le risorse, come riporta l’articolo sulle disposizioni finanziarie, vengono attinte direttamente dai fondi previsti per la legge di Bilancio, il famoso “fondino” spesso assaltato durante la manovra da maggioranza e opposizioni che vede spesso a guardia il ministero dell’Economia.
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Per l’Asas è stata studiata poi un’ampia autonomia organizzativa. Viene fornita anche la possibilità di reclutare consulenti attraverso – secondo quanto si legge nel testo – «assunzioni a tempo determinato, con contratti di diritto privato, di soggetti in possesso di alta e particolare specializzazione debitamente documentata, individuati attraverso adeguate modalità selettive». Dunque, una consulenza si può assegnare con facilità.
Ma di cosa si dovrà occupare nello specifico l’agenzia per la sicurezza subacquea? Il primo compito, fissato nel lungo elenco di competenze scritte nel testo, è quello di curare «i rapporti con i competenti organismi, istituzioni ed enti europei e internazionali». Né più né meno che una funzione di raccordo.
E ancora l’Asas avrà l’imprescindibile compito di promuovere convegni, giornate di studio e incontri sulla cultura della sicurezza della navigazione e svolgere «attività di comunicazione e promozione della consapevolezza in materia subacquea, al fine di contribuire allo sviluppo di una cultura nazionale in materia».
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A sollevare i dubbi sull’opportunità di fondare questo organismo, è stato il comando delle capitanerie di porto. «Duplicazioni procedurali, conflitti di competenza e rallentamenti operativi che si potrebbero determinare in assenza di un meccanismo efficace di coordinamento tra Asas e le altre autorità già operanti nel settore», ha denunciato l’ammiraglio ispettore capo, Nicola Carlone, durante l’audizione al Senato.
Uno dei punti chiave della memoria, depositata dal comando, ha evidenziato in estrema sintesi il pericolo «di sovraregolamentazione e di incertezza attuativa». Proprio a causa dell’agenzia.
Da più parti, dunque, emergono perplessità sull’istituzione della nuova agenzia pubblica. Il governo, però, è intenzionato ad andare avanti.
LA CENTRALE DELLA MARINA CHE VIGILA SUI FONDALI MARINI
«L’ambiente subacqueo sta acquisendo una crescente rilevanza per la presenza di importanti infrastrutture di valenza strategica, in comparti quali quello energetico – gasdotti, oleodotti, elettrodotti – quello della comunicazione – cavi in fibra ottica che abilitano il 99 per cento del traffico dati globale – dell’estrattivo e dello stoccaggio di anidride carbonica», spiega con convinzione il governo nella relazione che presenta la riforma. [...]
giorgia meloni e giancarlo giorgetti - question time alla camera