
ALTRO CHE HAMAS E ISRAELE, L’UNICA TREGUA AL MOMENTO È QUELLA TRA RENZI E CALENDA – NÉ ITALIA VIVA NÉ AZIONE SCENDERANNO IN PIAZZA A ROMA IL 7 GIUGNO NELLA MANIFESTAZIONE PER GAZA INDETTA DA PD, M5S E AVS – I DUE LEADER CENTRISTI DALL'EGO ESPANSO SI SONO SENTITI E SI RITROVERANNO IL 6 GIUGNO, AL TEATRO PARENTI DI MILANO, PER L’EVENTO “DUE POPOLI, DUE STATI” – CALENDA SI AFFRETTA A PRECISARE: “NON C’È NIENTE DI POLITICO. RENZI È NEL CAMPO LARGO, NOI NO. FINE” – MA L’EVENTUALE RIFORMA ELETTORALE POTREBBE FAR RIAVVICINARE I DUE...
Estratto dell’articolo di Maria Teresa Meli per il “Corriere della Sera”
Il «miracolo» è avvenuto mercoledì scorso, quando Carlo Calenda ha rotto gli indugi e ha deciso di telefonare a Matteo Renzi per proporgli un’iniziativa comune su Gaza, dal momento che Elly Schlein gli aveva fatto sapere che la piattaforma della manifestazione del 7 giugno a San Giovanni non si sarebbe discostata nemmeno di una virgola dalla mozione parlamentare presentata da Pd, Movimento 5 Stelle e Avs.
I due, come è noto, non si sentivano da tempo, da quando prima delle Europee del 2024 hanno definitivamente rotto, decidendo di andare a quel voto ognuno per conto proprio e finendo per restare fuori dal Parlamento di Strasburgo. [...]
magi conte bonelli schlein fratoianni
Né Italia viva né Azione potevano sfilare in un corteo dove non fosse scritto a chiare lettere che l’antisemitismo è bandito e che slogan come «dal fiume al mare» equivalgono alla richiesta della distruzione dello Stato d’Israele.
Perciò il 6 giugno, al teatro Parenti, i due si ritroveranno insieme. Particolare curioso, di questa insolita reunion , è che a dare notizia del colloquio tra i due e della iniziativa comune siano state, nella serata di mercoledì scorso, «fonti di Azione».
TEMPTATION ISLAND - MEME BY EMILIANO CARLI
Il che, però, si affretta a spiegare Calenda, non significa proprio nulla. «Non c’è niente di politico», ci tiene a precisare Calenda. Che onde evitare equivoci aggiunge: «Renzi è nel campo largo, noi no. È un’iniziativa insieme a +Europa e Pd riformista, nata dall’ indisponibilità del “campo stretto”. Fine».
Come a dire, sia chiaro che le nostre strade non si incontreranno mai più. Anche l’ex premier minimizza e parla di «scelta di buon senso»: «Di fronte ai problemi non ci sono personalismi che tengano». E d’altra parte Renzi è disposto a collaborare persino con il «nemico» Conte pur di «mandare a casa Meloni».
La sorte, però, potrebbe riservare ai due leader centristi ancora delle sorprese. Già, anche se Calenda su Renzi ne ha dette di cotte e di crude, definendolo, dopo la rottura, «una versione moderna di Mastella» e se il leader di Iv gli ha ricambiato la «cortesie» bollandolo come un fan di Giorgia Meloni. [...]
L’occasione potrebbe essere fornita dall’eventuale riforma elettorale. Se nella parte finale della legislatura il centrodestra cambiasse, come già si vocifera, l’attuale sistema i due potrebbero essere costretti a stare insieme.
L’ipotesi attualmente sul tappeto prevede infatti di abolire i collegi uninominali e di inserire un premio di maggioranza per lo schieramento che superi una determinata soglia. Chi non si coalizza non resta fuori dal Parlamento, a patto, però, di prendere il 3 per cento. Una percentuale, questa, che nei sondaggi Italia viva non raggiunge e che Azione sfiora.
IL CAMPO LARGO - MEME BY EDOARDO BARALDI
Per farla breve, né il partito di Renzi né quello di Calenda avrebbero la certezza di farcela e non potrebbero nemmeno usufruire, come invece accade adesso, dei seggi offerti dai collegi uninominali, previo accordo con uno dei due poli.
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