
I RIFORMISTI SI "INGAZANO" E SPACCANO IL PD - LA MINORANZA DEM DI GUERINI E GORI ANNUNCIA CHE ADERIRA' ALLE DUE MANIFESTAZIONI SU GAZA, QUELLA DI ROMA IL 7 GIUGNO CON AVS E M5S, E QUELLA DI MILANO, IL GIORNO PRIMA, CON AZIONE E ITALIA VIVA – PAOLO GENTILONI MANDA UN AVVISO A SCHLEIN: “NELLA MANIFESTAZIONE DEL 7 GIUGNO È MOLTO IMPORTANTE CHE NON CI SIANO AMBIGUITÀ NELLA CONDANNA DI HAMAS E NELLA RICHIESTA DI LIBERAZIONE DEGLI OSTAGGI” – MASSIMO FRANCO EVIDENZA “L’AMBIGUITÀ” DEL PD “LACERATO TRA L’AGENDA DI POLITICA ESTERA PROMOSSA DAL M5S DI CONTE, E QUELLA OPPOSTA DI AZIONE E IV”
LE DUE PIAZZE DELLE OPPOSIZIONI
Adriana Logroscino per il “Corriere della Sera” - Estratti
Il giorno dopo il clamoroso varo di due manifestazioni diverse per Gaza, nel Campo largo ci sono segni di ripensamento. Prima Riccardo Magi di +Europa, poi alcuni esponenti di Italia viva e quindi praticamente tutti i riformisti del Pd comunicano: saremo a entrambe le iniziative.
Due giorni fa, dopo l’informativa del governo sulle iniziative assunte per il Medio Oriente e dopo il conseguente dibattito animato dalle opposizioni, insoddisfatte della relazione, i leader di Pd, M5S e Avs annunciano la manifestazione a Roma, partenza da piazza Vittorio, arrivo a piazza San Giovanni, per il 7 giugno.
A stretto giro Carlo Calenda (Azione) e Matteo Renzi (Italia viva) tornati a parlarsi dopo un pezzo, non persuasi dalla piattaforma degli altri partiti di minoranza, promuovono una loro autonoma iniziativa per il 6 giugno al teatro Parenti di Milano. Dopo la battaglia comune in aula, quindi, una vistosa spaccatura.
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È naturalmente l’ala riformista, da Lorenzo Guerini a Pina Picierno, da Simona Malpezzi a Lia Quartapelle, da Marianna Madia a Giorgio Gori, ad annunciare che aderiscono alle due manifestazioni, quella di Roma con Avs e M5S, e quella di Milano, con Azione e Iv. «Il senso — spiega il senatore dem Filippo Sensi — è quello di unire anche sensibilità e accenti diversi, di fronte a quello che sta accadendo a Gaza». «Nella manifestazione del 7 giugno è molto importante che non ci siano ambiguità nella condanna di Hamas e nella richiesta di liberazione degli ostaggi», aggiunge l’ex premier Paolo Gentiloni.
Tutt’altra posizione quella di Michele Emiliano, presidente della Puglia che invita «tutti i dirigenti della Regione a interrompere ogni rapporto di qualunque natura con i rappresentanti istituzionali del governo Netanyahu».
(...) Giuseppe Conte, presidente del M5S, resta fermo sulla piazza di Roma.
Respinge l’accusa mossa dal ministro Antonio Tajani che l’opposizione faccia propaganda: «Noi in piazza per dire no alla mattanza di bambini. Il governo, se vuole essere concreto, promuova l’embargo delle armi a Israele».
2 - OPPOSIZIONI CONDANNATE ALL’AMBIGUITÀ SUI CONFLITTI
Massimo Franco per il “Corriere della Sera” - Estratti
giorgia meloni lorenzo guerini foto lapresse
L’unità raggiunta nelle elezioni comunali a Genova è durata poche ore. Le opposizioni si sono di nuovo divise: a tal punto da far pensare che la vittoria «di tutti» conseguita nel capoluogo ligure, e non solo, sia l’eccezione e non la regola. Anche perché la divergenza si sta riproponendo su un tema strategico, e discriminante per qualunque coalizione che aspiri a governare l’Italia: la politica estera. Le due manifestazioni distinte del 6 giugno a Milano e del 7 a Roma non sono variabili di una stessa strategia, ma due appuntamenti agli antipodi.
IL CAMPO LARGO - MEME BY EDOARDO BARALDI
La prima, organizzata da Azione di Carlo Calenda e da Italia viva di Matteo Renzi, affronta i massacri perpetrati dall’esercito israeliano a Gaza contro i civili palestinesi, senza dimenticare le responsabilità parallele del terrorismo di Hamas. La seconda, voluta da Pd, M5S e Avs, tende ad assumere fin dalle parole d’ordine una curvatura più radicale. Le critiche giustificate contro Netanyahu e il suo governo di destra rischiano di sconfinare in un antisemitismo più o meno strisciante in nome della solidarietà alla causa palestinese.
Il paradosso, che sottolinea il dramma del partito di Elly Schlein, è dato dalla decisione di alcuni esponenti del Pd di partecipare a entrambi i cortei. Non la segretaria, ma una ventina tra parlamentari ed eurodeputati «riformisti» saranno sia a Milano che a Roma. E questo promette di evidenziare l’ambiguità della maggiore forza della sinistra, lacerata tra un’agenda di politica estera anti Ucraina e anti Ue promossa dal M5S di Giuseppe Conte, e quella opposta di Azione e Iv; e di rinfocolare le polemiche contro un’ala moderata sempre più distante dal vertice del Pd. In qualche modo, era inevitabile.
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schlein gentiloni
elly schlein ascolta paolo gentiloni al festival dell economia di trento