
“IO IN POLITICA? NO, NON MI CI VEDO. SONO ORIENTATA E PROIETTATA SU ALTRO” – BARBARA BERLUSCONI, CHE FA LA MAMMA DI 5 FIGLI, HA UNA GALLERIA D'ARTE ED E’ PURE NEL CDA DELLA SCALA, RACCONTA IL PADRE SILVIO – “NON ERA SEMPRE FACILE STARGLI ACCANTO, QUANDO FECI IL PIERCING ALLA LINGUA SI ARRABBIO’. IL COGNOME A VOLTE È STATO UN PESO ED È UNA RESPONSABILITÀ" – IL MILAN, IL NUOVO STADIO (“SERVIVA 20 ANNI FA, FATICO A CAPIRE GLI STOP DEL COMUNE”) E LA VILLA DI MACHERIO ACQUISTATA A RATE DOPO LA MORTE DI SILVIO. IL VALORE? TRA I 24 E I 25 MILIONI...
Salvatore Riggio per corriere.it - Estratti
Il 12 giugno saranno passati due anni dalla morte di Silvio Berlusconi. In un’intervista alla «Gazzetta dello Sport» la figlia Barbara ricorda il padre: «È sempre stato un uomo dal grandissimo entusiasmo ed estremamente fiducioso nella vita. Era un ottimismo vero. Credeva nei sogni e li inseguiva con una determinazione che non ho mai visto in altre persone. Riusciva a vedere possibilità dove gli altri vedevano limiti e ci credeva così tanto che alla fine li convinceva», ha raccontato.
E ancora: «Il mio rapporto con lui? Un legame profondo, fatto di complicità e di tanta dolcezza. Non era sempre facile stargli accanto perché chi gli stava vicino doveva entrare nel suo mondo ed era un mondo complesso. Ma per me è sempre stato un punto di riferimento. Se il suo cognome a volte è stato un peso? A volte sì. Ma più che un peso era ed è una responsabilità.
Portare il cognome Berlusconi significa essere costantemente osservati, giudicati. Ho imparato a viverlo con orgoglio», anche se le contestazioni — normali in tutte le famiglie — non sono mancate: «Un gesto da ribelle che aveva fatto arrabbiare papà? Quando mi sono fatta il piercing alla lingua».
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Nata nel 1984, è entrata nel cda del Milan nel 2011 ed è stata vicepresidente e a.d. dal 2013 al 2017. Oggi è nel cda del teatro alla Scala: «Cosa mi ha detto papà per entrare nel club rossonero? Con un sorriso e con queste esatte parole, che ricordo come fosse ieri: “Hai il cuore rossonero, ora ho bisogno che tu ci metta anche la testa”. È stato un passaggio naturale, come se avessimo sempre saputo che prima o poi avremmo condiviso anche questo.
Lui al Milan ha lasciato una filosofia di gioco, un’identità vincente, un modo di stare in campo che ha cambiato la storia. Ma soprattutto ha lasciato un’eredità emotiva: il Milan del cuore. Invece, il Monza è stato un atto d'amore: la voglia di continuare a sognare e costruire. Io nel Milan o in politica? No, non mi ci vedo. Sono orientata e proiettata su altro».
Barbara Berlusconi ha sempre avuto un sogno, lo stadio al Portello: «Oggi il dibattito non può più essere se fare o non fare lo stadio. Si deve fare. Rimanere a San Siro non è più un’opzione. Non ci sono alternative se si vuole tenere il passo con i grandi club europei. Sono felice di aver posto il problema 10 anni fa. Allora i tempi non erano maturi, ma ora avverto un nuovo clima positivo. Finalmente amministrazione comunale e club dialogano in maniera costruttiva.
Certo, nella mia mente in realtà erano maturissimi. Il nuovo stadio sarebbe servito già 20 anni fa, altro che 10. Credo non fossero maturi in termini di percezione collettiva, è stato questo che per me ha un po’ sabotato quel progetto. Io ci credevo molto, era un progetto che a tutt’oggi secondo me resta di grande interesse, a partire dalla collocazione e dalla riqualificazione del quartiere. Ancora oggi faccio molta fatica a capire perché le istituzioni e il Comune sono stati così restii a portare avanti il cambiamento. Se la cosa fosse andata a buon fine ne avrebbe beneficiato non solo il Milan, ma anche l’Inter».
Però, ancora adesso c’è chi dice che non si può rinunciare a San Siro: «È una struttura fatiscente. Chi frequenta il terzo e il secondo anello lo sa bene. Seggiolini piccoli e scomodi, rampe faticose. Bar e servizi igienici non all’altezza, corridoi affollati che impediscono il movimento. La struttura vive solo per i 90’ della gara ed è un luogo desolato per gran parte della settimana. Con un progetto nuovo si svilupperebbe pure il quartiere. Se mi convince la ristrutturazione? No, perché è antieconomico.
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SILVIO E BARBARA BERLUSCONI
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SILVIO E BARBARA BERLUSCONI
SILVIO E BARBARA BERLUSCONI
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barbara berlusconi pato alla scala 1
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lorenzo guerrieri barbara berlusconi vincenzo sabatino
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Barbara Berlusconi alla Scala con Pato