
IUS “SÒLA”: LA VERA SCONFITTA DELLA SINISTRA NON È IL QUORUM MANCATO, MA IL 35% CHE HA VOTATO NO ALLA CITTADINANZA ABBREVIATA. UNO SCHIAFFONE DA PARTE DEGLI ELETTORI D’AREA (I POCHI CHE SI SONO MOBILITATI SU INPUT DI CGIL E PD SONO EVIDENTEMENTE DI SINISTRA), SU UNA QUESTIONE CARA AI LEADER DEL CAMPO LARGO MA INDIGESTA PER LA BASE – LE ACCUSE A GIUSEPPE CONTE AL M5S, CHE HA LASCIATO LIBERTÀ DI COSCIENZA - MATTIA FELTRI: “MI ILLUDEVO IN UN TESTA A TESTA E DEVO REGISTRARE BENE LA SENTENZA IN ARRIVO DAL POPOLO: NOI QUELLI NON LI VOGLIAMO…”
1. NON LI VOGLIAMO
Estratto dell’articolo di Mattia Feltri per “la Stampa”
risultato definitivo referendum cittadinanza
Sapendo di perdere, anche io sono andato a votare ai referendum. Non tutti e cinque, soltanto il quarto e il quinto: ho votato sì al referendum per estendere dall'impresa subappaltante all'impresa committente la responsabilità degli infortuni sul lavoro, e sì al referendum per ridurre a cinque anni di residenza il tempo necessario agli immigrati per chiedere la cittadinanza.
Ho perso sapendo di perdere […] ma sono le dimensioni della sconfitta ad avermi sorpreso. Non tanto per il quorum mancato […] ma per il risultato del quinto, dove i sì hanno prevalso (inutilmente) con una percentuale di sessantacinque a trentacinque.
elly schlein vota al referendum - foto lapresse
Cioè, tre elettori su dieci vanno a votare per referendum promossi e sostenuti dal maggiore sindacato di sinistra, e dai partiti più a sinistra della grande (ehm) coalizione di sinistra, e dunque in teoria elettori (tranne in parte i Cinque stelle) […], e finisce che uno su tre vota no? Uno su tre?
[…] Fossero andati a votare tutti gli aventi diritto, presumibilmente i no sarebbero stati sette o otto su dieci […]. Mi illudevo in un testa a testa e devo ricredermi e registrare bene la sentenza, per quanto cieca e inapplicabile, in arrivo dal popolo: noi quelli non li vogliamo.
IL CORTOCIRCUITO DEL PD SUI REFERENDUM - ELLY SCHLEIN
2. ITALIANI DOPO 5 ANNI, BALZO DEI NO UNO SU TRE CONTRO L’ITER PIÙ RAPIDO
Estratto dell’articolo di Adriana Logroscino per il “Corriere della Sera”
Al quorum non ci si è neppure avvicinati, ma gli elettori che non hanno disertato i seggi hanno dato un orientamento in controtendenza su uno dei quesiti. Sulla cittadinanza, infatti, la percentuale dei no è più alta di quella sui quesiti sul lavoro: una distanza che si amplia dall’89% di sì per il reintegro dei lavoratori licenziati ingiustamente, e scende al 65,5% dì sì al dimezzamento dei tempi per concedere la cittadinanza agli stranieri.
Con una mappa, guardando i dati sul quinto quesito città per città, molto poco uniforme.
La distinzione più netta si coglie esaminando i risultati di Roma, Milano, Napoli e Torino.
Le quattro città oltre il milione di abitanti si sono espresse per il sì tra il 70 e il 76 per cento. Nella Capitale, i favorevoli alla cittadinanza più veloce sono stati il 72,6%, a Milano il 74%, a Napoli il 76,8% e a Torino il 70%. Oltre la media nazionale anche Bologna (77,6%), Firenze (74,6%) e Genova (68,1%).
La scarsa affluenza pregiudica la leggibilità del dato, quindi i numeri di Roma e Milano, dove i votanti sono stati più del 36% o di Torino (oltre il 40%), sono più rivelatori rispetto ad aree con affluenza inferiore e sotto la media nazionale.
giuseppe conte vota per i referendum
Ma le differenze si misurano anche all’interno dei centri urbani. Nel cuore del capoluogo piemontese, in particolare, il sì alla cittadinanza breve è alto (90%) e collima con il sì ai quesiti sul lavoro. […]
Stessa tendenza, ma meno pronunciata, si osserva a Milano. Nell’area C del capoluogo lombardo dice sì a dimezzare i tempi per chiedere la cittadinanza l’80,4% dei residenti.
[…] Insomma, la fotografia guardando dentro le città maggiori — come rileva Lorenzo Pregliasco di Youtrend — è sempre quella di un centro borghese e cosmopolita che è più progressista sui diritti civili e più liberale su temi economici, e una periferia più sensibile ai temi economici e più conservatrice su quelli sociali. […]
OTTENERE LA CITTADINANZA ITALIANA
E guardando all’intero Paese? Nel Nord a trazione leghista il no ha percentuali alte in provincia di Pavia (40,55%) e di Padova (36,6%). Ma è addirittura vincente in provincia di Bolzano (52,1%). Anche in un feudo di FdI, come la provincia de L’Aquila, il no alla cittadinanza breve è oltre il 38%. Al Sud, oltre il 38% dei no lo raccolgono il Ragusano e il Tarantino. Una mappa dell’Italia divisa, dunque: quella delle città e quella più profonda e interna.
3. CITTADINANZA, DOPPIO FLOP ACCUSE AI 5S DAI PROMOTORI
Estratto dell’articolo di Alessandra Ziniti per “la Repubblica”
MEME SUL REFERENDUM BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA
Delusione, tanta. Recriminazioni diffuse. Ma anche qualche straccio che vola tra i promotori dei referendum per l'esito, non proprio prevedibile, di quello sulla cittadinanza, dove più di uno su tre ha votato no. Esito che suggerirebbe che neanche a sinistra ci sia tanta voglia di rendere più rapidi i tempi per diventare italiani.
Riccardo Magi di + Europa, dalla presidenza del comitato promotore, ha pochi dubbi: «Un pezzo del M5S è mancato. Conte ha lasciato libertà di coscienza. Ricordiamoci che è stato proprio il governo Conte I che ha raddoppiato i tempi delle procedure. E poi questo è l'unico quesito su cui il governo ha parlato contro e noi non abbiamo avuto spazio per spiegare quale sarebbe stato l'effetto del referendum. Ma almeno siamo tornati a parlare di questo tema e abbiamo creato una formidabile rete di associazioni. E ora ripartiamo dal Parlamento dove la proposta dello ius scholae, diventato ius niente, non è mai arrivata».
Accuse che il Movimento respinge al mittente: «La nostra posizione è stata sempre chiara: lavorare sull'integrazione sociale attraverso il percorso dello ius scholae. Abbiamo anche presentato un disegno di legge. Evidentemente avevamo ragione nel pensare che questo quesito presentava il rischio di una spaccatura indebolendo il percorso che riteniamo giusto».
[…] Il sociologo Ilvo Diamanti fa questa valutazione a caldo: «La questione immigrazione è critica per tutti, non soltanto a destra. È un tema difficile da gestire e da accettare anche tra gli elettori di centrosinistra. E glielo dice uno che sostiene da sempre l'importanza dell'accoglienza».
riccardo magi maurizio landini - referendum 8 e 9 giugno
REFERENDUM IN EUROPA DAL 1950 AL 2025
lo spot di paolo genovese per il referendum 5
referendum su jobs act e cittadinanza
elly schlein vota al referendum - foto lapresse
referendum 8 e 9 giugno
MEME SULL ASTENSIONE AL REFERENDUM DELL 8 E 9 GIUGNO 2025
giuseppe conte vota per i referendum