
“CON ELLY SCHLEIN, IL PD È SEMPRE MENO PARTITO E SEMPRE PIÙ MOVIMENTO” – LUIGI ZANDA AFFOSSA LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI: “NON HA ALCUNA OPPOSIZIONE INTERNA E NEL GRUPPO DIRIGENTE CI SONO SOLO FEDELISSIMI. ORA LEGGO CHE NEL 2026 SI POTREBBE CELEBRARE IL CONGRESSO PER RIELEGGERE LA SUA SEGRETARIA. SAREBBE MOLTO PIÙ UTILE UN CONGRESSO TEMATICO PROPRIO SULLA POLITICA ESTERA E SULLA LINEA POLITICA DEL PARTITO. SCHLEIN VUOLE CACCIARE GIORGIA MELONI E FA BENE. MA LA SEGRETARIA DOVREBBE ANCHE MOSTRARE DI AVERE ATTITUDINE A GOVERNARE L'ITALIA E SINORA, SOPRATTUTTO PER LA POLITICA ESTERA, NON SI È VISTA. TRA SCHLEIN E PALAZZO CHIGI NON CI SONO DI MEZZO SOLO I VOTI DA CONQUISTARE, MA ANCHE CONTE CHE È POLITICAMENTE MOLTO AMBIGUO “
Estratto dell’articolo di Paolo Festuccia per “la Stampa”
Il Pd è vuoto e non convince nessuno. «Lo ha dichiarato in un'intervista il leader della sinistra francese, Jean-Luc Mélenchon qualche giorno fa». Luigi Zanda, esponente di lungo corso del partito democratico parte da qui e ribatte che «è un'affermazione falsa, ma significativa del segno dei tempi». «Ciò che colpisce» – aggiunge – «è che nessuno dal partito abbia detto nulla, neanche una parola per mettere a posto Mélenchon».
E come si spiega il silenzio..?
«Il Pd e nei suoi diciotto anni di vita non si è mai fermato a riflettere sulla sua natura e nemmeno ha mai approfondito i contenuti di fondo della sua politica. Questa difficoltà non nasce oggi ma si è aggravata con l'elezione a segretaria di Elly Schlein. In questi ultimi due anni il Pd è sempre meno partito e sempre più movimento. Ma i movimenti non sono mai chiari in politica, soprattutto, in politica estera.
Sono formazioni leaderistiche che parlano per slogan e che hanno difficoltà a spiegare le cose che promettono. Pensano più ai social, ai talk show e non a come governare il proprio paese. Schlein ha due qualità importanti: è giovane e donna e questo per il Pd è molto importante, però la trasformazione del partito in un movimento fa sì che non abbia alcuna opposizione interna, nel gruppo dirigente ci sono solo fedelissimi. Sarà lei a fare le liste elettorali e così chiuderà il cerchio».
ELLY SCHLEIN ALLA CAMERA - FOTO LAPRESSE 1
Non sono quasi tutti così i partiti, in Italia e in Europa?
«Ma il Pd era l'ultimo vero partito – nel senso costituzionale – rimasto. Ora leggo che nel 2026 si potrebbe celebrare il congresso per rieleggere la sua segretaria. Mi sembra un risultato scontato visto le posizioni accomodanti dell'opposizione interna. Sarebbe molto più utile un congresso tematico proprio sulla politica estera e sulla linea politica del partito. Perché la vera questione di fondo è proprio la politica estera».
elly schlein allo spettacolo di andrea scanzi (1) foto di jessica guidi
Guerre, dazi, il cambiamento è stato fortissimo…
«In poco tempo è cambiato il mondo. Da qui la necessità di un congresso straordinario o tematico che abbia come oggetto la linea del partito. Si dovrebbero chiamare a raccolta non solo il partito ma le forze vive del paese, gli intellettuali, le forze sociali, le università per mettere a fuoco il nostro orizzonte in relazione ai grandi cambiamenti nel mondo. […]».
E poi?
«Poi c'è Trump che più della pace vuole le terre rare degli ucraini e fare affari nel mondo, Netanyahu che vuole anche la Cisgiordania, e la Cina che potrebbe far cessare la guerra ma non lo fa con l'obiettivo di logorare gli Stati Uniti e l'Europa […]».
Perché Elly Schlein non si muove in questa direzione?
«Il Pd sta combattendo la sua guerra politica per cacciare da Palazzo Chigi Giorgia Meloni e fa bene. Ma la segretaria dovrebbe anche mostrare di avere attitudine a governare l'Italia e sinora, soprattutto per la politica estera, questa attitudine non si è vista. A una opposizione che vuole governare non basta opporsi, deve anche rassicurare il Paese che saprebbe fare meglio di chi sta governando ora».
Il governo in carica è tra i più saldi in Europa, dal suo insediamento…
«Giorgia Meloni mi sembra meno lucida e rischia di fallire proprio sulla politica estera che sin dall'inizio è stata la sua prima scelta. Lei ha un rapporto preferenziale con la destra americana e con la destra europea e questo non ci facilita nei rapporti con Francia e Germania, quella che invece dovrebbe essere la nostra prima prospettiva. Meloni punta molto sulla benevolenza di Trump ma in questo modo si mette nelle mani di una persona molto instabile. E arriverà il momento in cui Trump le chiederà qualcosa che lei non potrà fare e allora saranno guai».
La segretaria Pd riuscirà a andare a Palazzo Chigi?
«Tra Schlein e Palazzo Chigi non ci sono di mezzo solo i voti da conquistare, ma anche Giuseppe Conte che è politicamente molto ambiguo. […] Un partito come il Pd non può lasciar passare senza intervenire posizioni di Conte oggettivamente filo-Putin».
Chi è l'antagonista vero di Schlein tra Giuseppe Conte e Giorgia Meloni?
«Diciamo che il suo avversario politico è Meloni ma il suo nemico è Conte. È il leader 5 stelle che vuole sbarrarle la strada per Palazzo Chigi […] è legittimo che la leader del Pd aspiri a fare la presidente del consiglio ma diciamo la verità, sarebbe meglio non parlarne con così tanto anticipo perché parlarne troppo presto porta male».
ELLY SCHLEIN ALLA COMMEMORAZIONE DEL 25 APRILE A MONTE SOLE, BOLOGNA - FOTO LAPRESSE