raffaele fitto ignazio la russa silvio berlusconi

ARCHEO! I MELONIANI DI OGGI ERANO ADULATORI DI BERLUSCONI IERI – NEL 2011 IGNAZIO LA RUSSA, NEL FAR GLI AUGURI DI COMPLEANNO AL CAV, PORTÒ A PALAZZO GRAZIOLI UNA TARGA CHE FACEVA RIFERIMENTO AI 150 ANNI DELL'UNITÀ D'ITALIA: "75 DEI QUALI”, ERA SCRITTO IN LETTERE D'ORO, "DOMINATI DAL PREMIER" - IL MINISTRO FITTO, ALLORA PULCINO DI FORZA ITALIA, NOTÒ CHE DOVUNQUE ARRIVASSE BERLUSCONI PORTAVA IL BEL TEMPO – MAI COME EMILIO FEDE, CHE CONFESSÒ DI PROVARE MOLTA "INVIDIA PER L'INTIMITÀ" CHE IL MAGGIORDOMO DI PALAZZO GRAZIOLI, ALFREDO PARODI, AVEVA CON IL CAVALIERE AIUTANDOLO A VESTIRSI...

B. UNA VITA TROPPO - FILIPPO CECCARELLI

Estratto da “B., una vita troppo”, di Filippo Ceccarelli (ed. Feltrinelli)

 

[…]  era il 2011, nel far gli auguri di compleanno a nome del governo, il ministro La Russa recò a Palazzo Grazioli una targa che faceva riferimento ai 150 anni dell'Unità d'Italia: "75 dei quali”, era scritto in lettere d'oro, "dominati dal premier".

 

Gli adulatori, d'altra parte, erano sempre stati di casa e numerosi; ma nel corso del tempo si erano fatti così sfacciati e insistenti che un vecchio sacerdote salesiano affezionato a Berlusconi fin dai tempi della scuola, don Antonio Zuliani, presentato come confessore e padre spirituale del presidente, aveva sentito il bisogno di intervenire pubblicamente: "Quando una persona viene circondata solo da salamelecchi e consensi adoranti non è più un soggetto, ma diventa un oggetto, viene mercificato". Invano risuonò quel monito.

 

IGNAZIO LA RUSSA SILVIO BERLUSCONI

E infatti c'era chi parlava del Cavaliere come del sole e chi come di "un vulcano in attività". Il ministro Fitto, allora pulcino di Forza Italia, notò che dovunque arrivasse Berlusconi portava il bel tempo.

 

Sgarbi l'avvicinò al genio rinascimentale di Michelangelo, ed Ennio Doris, banchiere e amico di vecchia data, a quello di Leonardo da Vinci. Il ministro Lunardi evocò Schumacher con la sua Ferrari e il sottosegretario portavoce Bonaiuti si richiamò a Fausto Coppi "che scappa e non lo raggiungi più".

 

ROCCO BUTTIGLIONE - UMBERTO BOSSI - SILVIO BERLUSCONI - GIANFRANCO FINI - RAFFAELE FITTO - PIERFERDINANDO CASINI

Il sondaggista Luigi Crespi, che il giorno della vittoria elettorale del 2001 aveva simulato una specie di gioiosa danza fallica davanti alle telecamere, rassicurò il pubblico sulle fortune elettorali berlusconiane: "La prossima volta per batterlo ci vuole Gesù Cristo, ma la partita se la giocherebbe anche con lui".

 

Quando al presidente uscì di bocca "Romolo e Remolo" Tony Renis, futuro organizzatore del Festival di Sanremo, sostenne che si trattava di un "lapsus geniale" dato che anche per gli stranieri "Remolo suonava molto più comprensibile". In uno slancio adorante, Emilio Fede confessò di provare molta "invidia per l'intimità" che ogni mattina il maggiordomo di Palazzo Grazioli, Alfredo Parodi, aveva con il Cavaliere aiutandolo a vestirsi.

 

raffaele fitto silvio berlusconi

E tuttavia, pure considerando altre e varie grottesche manifestazioni tipo la salmodia, l'invocatio nominis, la poesia encomiastica, anche estesa ai parenti, il pubblico bacio della mano (da parte del dottor Scapagnini) e una ulteriore quantità di omaggi, alcuni dei quali molto probabilmente pure in natura, ecco, a distanza di anni debbo in qualche misura chiedere venia al professor Quagliariello e serenamente ammettere, perfino nel mio presente interesse, che un'età berlusconiana c'è stata, eccome.

 

O almeno tale sento di averla vissuta, senza precisi confini e temporizzazioni, ma come un flusso di lampi, simboli e personaggi ricorrenti. Una cascata di segni, gesti, vezzi e vizi, beni di consumo, strumenti, indumenti, accessori, malanni, ambizioni inedite figure professionali, o forse meglio para, pseudo e meta professionali; un caleidoscopio abbagliante di immagini, alcune che sembravano riemergere da un tempo molto precedente.

 

tony renis

Tutti opportunamente assimilabili a un tempo - oh, certi aggettivi di Manzoni! - "sudicio e sfarzoso": segnato com'era e come pure sembrava da un'euforia isterica e pastrocchiona che spintonava la Seconda Repubblica verso il suo disastro buffo.

 

L'Italia dei beauty center e del Bagaglino: l'intera compagnia teatrale trasportata in aereo e ospitata nella villa in Sardegna del capo del governo a esclusivo beneficio del presidente Putin. L'Italia del Billionaire: "Abbiamo scelto questo nome arrogante, spiegava Flavio Briatore, "perché funziona".

 

L'Italia del Bolognese, la vetrina gastronomica del potere, dove anche Gheddafi andò con il cuoco assaggiatore e con i flash dei fotografi più numerosi dei coperti. L'Italia della consegna dei Tapiri, liturgia di allegra e contundente degradazione. Il cinepanettone a Natale, il cinecocomero a Ferragosto e in tanto il telecolossal sulle vite di santi e addirittura due distinte serie Quasi in contemporanea su Padre Pio.

 

BERLUSCONI LA RUSSA

[…] E le mignotte che da allora presero il nome di "escort" e ciò nondimeno, con raro senso dell'opportunità, il governo Berlusconi dedicò notevoli sforzi legislativi per toglierle dalle strade, perseguitarle, arrestarle, loro e i clienti, figurarsi. I politici cocainomani che con le telecamere al seguito si sottoponevano a compiacenti test del capello. Le festone di compleanno con orride torte di tutte le fogge che nessuno avrebbe voluto mai nemmeno assaggiare.

 

silvio berlusconi ed emilio fede

E i gioielli, i tatuaggi, la rivendicazione del tacco 12, l'ostensione del perizoma, l'esposizione della prostata, il dito medio, il casting, il training, l'enforcing, le tinture per capelli, le spiate, le paparazzate, il privé, i gorilla pelati con gli auricolari. Un'epoca buffa e al tempo stesso desolante, che forse è un'ingiustizia addebitare sul conto di un'unica persona, Berlusconi.

 

Ma che lui ha in qualche modo portato a compimento liberando "demoni", nell'accezione originaria di forze, spiriti e passioni che una volta fuori non ne hanno voluto più sapere di ritornarsene nei vecchi tubetti del dentifricio del bel tempo che fu. Non che quei recipienti fossero poi così sicuri. Ma certo, e non solo in politica, l'impressione è che l'età berlusconiana, con il suo pacchianesimo pseudoaristocratico e neoplebeo, abbia definitivamente cancellato le virtù borghesi della discrezione, della cautela, della moderazione, della cortesia e, se è per questo, an- che dell'ipocrisia.

silvio berlusconi

 

Tutto venne apparecchiato e messo in mostra per fare più scena possibile, per essere visto da quanta più gente possibile, per soddisfare i desideri vitali dei protagonisti, ma anche quelli sempre più passivi e narcotizzati degli spettatori. Con il risultato che sono saltati i codici, i confini, le priorità e oggi prova tu, caro lettore, a distinguere fra eventi maggiori e minori eventi reali e fantasie. […]

fitto berlusconifitto berlusconi umberto bossi silvio berlusconi raffaele fitto pierferdinando casini gianfranco fini MATTEO SALVINI SILVIO BERLUSCONI - MEME BY ANDREA FEDERICO CECCHINsilvio berlusconi gianni letta fedele confalonieri vittorio sgarbi BERLUSCONI FEDE AL DITO

silvio berlusconi ignazio la russa IGNAZIO LA RUSSA E GIANNI LETTA PARLANO DELLA CANDIDATURA DI BERLUSCONI AL QUIRINALE

Ultimi Dagoreport

massimo martinelli azzurra francesco gaetano caltagirone guido boffo roberto napoletano

FLASH! – MISTERO BOFFO! È DURATO APPENA UN ANNO GUIDO BOFFO ALLA DIREZIONE DE “IL MESSAGGERO”, CHE SARÀ AFFIDATA AD INTERIM AL DIRETTORE EDITORIALE MASSIMO MARTINELLI – BOFFO FU UNA SCELTA DI AZZURRA CALTAGIRONE, IN BARBA A PAPÀ CALTARICCONE – ALLA SCADENZA, ESATTAMENTE DOPO UN ANNO, IL CONTRATTO DI BOFFO NON È STATO RINNOVATO – NEL CUORE DI CALTA C’È IL RITORNO DI ROBERTO NAPOLETANO, ATTUALE DIRETTORE DE “IL MATTINO” DI NAPOLI, ALTRO QUOTIDIANO DEL GRUPPO CALTAGIRONE…

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL PRANZO DEI VELENI È SERVITO: LUNEDÌ A PALAZZO CHIGI SONO VOLATI PIATTI E BICCHIERI TRA I TRE CABALLEROS DEL GOVERNO - MELONI E TAJANI HANNO MESSO ALL’ANGOLO IL "PATRIOTA" TRUMPUTINIANO SALVINI, ACCUSANDOLO DI SABOTARE L'ESECUTIVO CON LE SUE POSIZIONI ANTI-EUROPEE E GLI ATTACCHI A MATTARELLA SUL CODICE ANTI-MAFIA DEL PONTE DELLO STRETTO – QUANDO SONO ARRIVATI I RISULTATI DELLE COMUNALI, CON LA DEBACLE DEL CENTRODESTRA, "IL TRUCE" DELLA LEGA E' PARTITO ALL'ATTACCO, INCOLPANDO LA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' (COLLE OPPIO E GARBATELLA) PER LA SCONFITTA A GENOVA: SE NON AVESSE CONVINTO BUCCI A LASCIARE LA POLTRONA DI SINDACO DI GENOVA PER CORRERE PER LA PRESIDENZA DELLA REGIONE LIGURIA (STOPPANDO IL LEGHISTA RIXI), IL SINDACO SAREBBE RIMASTO AL CENTRODESTRA. A QUEL PUNTO, SI E' SVEGLIATO TAJANI CHE HA RICORDATO A ENTRAMBI CHE SENZA I VOTI DI CLAUDIO SCAJOLA OGGI CI SAREBBE IL PD DI ANDREA ORLANDO ALLA REGIONE LIGURIA…

benjamin netanyahu matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT – QUANTO POTRÀ DURARE IL SILENZIO IMBARAZZATO E IMBARAZZANTE DI GIORGIA MELONI DI FRONTE AI 50MILA MORTI DI GAZA? LA DUCETTA NON VUOLE SCARICARE NETANYAHU PER NON LASCIARE A MATTEO SALVINI LA "PRIMAZIA" DEL RAPPORTO CON "BIBI". MA ANCHE PER NON IRRITARE LA POTENTE COMUNITÀ EBRAICA ITALIANA, STORICAMENTE PENDENTE A DESTRA – ORMAI ANCHE URSULA VON DER LEYEN E ANTONIO TAJANI (NON CERTO DUE CUOR DI LEONE) CONDANNANO LE STRAGI NELLA STRISCIA CON PAROLE DURISSIME: “AZIONI ABOMINEVOLI” – ANCHE LA POPOLAZIONE ISRAELIANA VUOLE SFANCULARE “BIBI”, COME STA FACENDO GIÀ TRUMP, CHE NEI GIORNI SCORSI HA ATTACCATO LA CORNETTA IN FACCIA A SEMPRE PIÙ IN-GAZATO PREMIER ISRAELIANO (OGGI HA RIVELATO DI AVERGLI "DETTO DI NON ATTACCARE L'IRAN")

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - IL GARBUGLIO DEL SUPER RISIKO BANCARIO SPACCA NON SOLO LA FINANZA MILANESE (DUELLO UNICREDIT-INTESA) MA STA FACENDO DERAGLIARE ANCHE IL GOVERNO DI DESTRA-CENTRO -GONG! OGGI È ANDATO IN SCENA UN PESANTISSIMO SHOWDOWN TRA MELONI, CHE È FAVOREVOLE AD APERTURE SUL GOLDEN POWER A UNICREDIT SULL’OPERAZIONE BANCO BPM CON TAJANI SOSTENITORE INDEFESSO DEL LIBERO MERCATO, E LA LEGA DI SALVINI CHE È PRONTA A FAR CADERE IL GOVERNO PUR DI NON MOLLARE IL “SUO” BANCO BPM A UNICREDIT - OGGI, ARMATO DI BAZOOKA, È SCESO IN CAMPO IL MINISTRO DELL’ECONOMIA, GIANCARLO GIORGETTI. INCALZATO DAI CRONISTI SULLE POSSIBILI APERTURE DEL GOVERNO ALLE PRESCRIZIONI DEL GOLDEN POWER APPLICATE ALLA BANCA DI ORCEL, L’ECONOMISTA DI CAZZAGO È SBOTTATO COME UN FIUME IN PIENA: “SE CI FOSSE IL MINIMO DISALLINEAMENTO (CON MELONI), NON CI SAREBBE UNA MINACCIA DI DIMISSIONI, MA LE DIMISSIONI STESSE. NON SI ANNUNCIANO LE DIMISSIONI, LE SI DANNO…”

donald trump zelensky vladimir putin russia ucraina

DAGOREPORT - TRUMP STREPITA MA NON COMBINA UN CAZZO – ZELENSKY PROPONE UN INCONTRO A TRE CON IL TYCOON E PUTIN MA NESSUNO LO CONSIDERA: PUTIN SI CHIAMA FUORI (“SOLO DOPO ACCORDI SPECIFICI”). E IL TYCOON? NON VUOLE UN INCONTRO DIRETTO CON PUTIN PERCHE', IL MOLTO PROBABILE BUCO NELL'ACQUA, SAREBBE L'ENNESIMA CONFERMA DELLA SUA INCAPACITA' DI RISOLVERE LA CRISI UCRAINA. LUI, CHE PRIMA DELLE ELEZIONI DICEVA “PORTERÒ LA PACE IN 24 ORE”, E A PIU' DI QUATTRO MESI DALL’INSEDIAMENTO SI RITROVA CON I DRONI E I MISSILI RUSSI CHE MARTELLANO PIÙ CHE MAI KIEV...

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – UCCI UCCI, SENTO AVVICINARSI GLI ANGELUCCI! IN ALLARME PER LA DECRESCITA INFELICE DEI LORO TRE QUOTIDIANI, ALESSANDRO SALLUSTI AVREBBE I GIORNI CONTATI ALLA DIREZIONE DE “IL GIORNALE” - GIA’ CADUTO IN DISGRAZIA CON MARINA BERLUSCONI, REO DI AVER SOSTITUITO “PAPI” CON GIORGIA, ORA GIAMPAOLO ANGELUCCI AVREBBE IN MENTE DI RIMPIAZZARE IL BIOGRAFO DELLA DUCETTA CON QUEL RAMPANTISSIMO “BEL AMI” DEL POTERE CHE SI CHIAMA TOMMASO CERNO: SENZA FARE UN PLISSE’, DA DIRETTORE DELL’’’ESPRESSO” E DEPUTATO DEL PD BY RENZI, OGGI E’ ALLA GUIDA DE “IL TEMPO”, TALMENTE SCHIERATO CON LA DESTRA CHE VEDE I FASCISTI A SINISTRA… (VIDEO STRACULT!)