
LA CLASSE "DIGERENTE" DI FRATELLI D’ITALIA FA ACQUA, ANZI…ACQUAROLI! LA MOSSA DI MELONI PER EVITARE IL "CAPPOTTO” ALLE REGIONALI DI OTTOBRE: ANTICIPARE A SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE DEL MELONIANO ACQUAROLI (SCELTO COME CANDIDATO AL POSTO DEL SINDACO DI ASCOLI, GUIDO CASTELLI, PERCHÉ PIÙ "INNER CIRCLE") E DI POSTICIPARE QUELLO IN VENETO - LA STAMPA: “IL VERO PUNTO DEBOLE DEL CENTRODESTRA È LA CLASSE DIRIGENTE. SUL PIANO LOCALE LO SCHEMA DELLA DONNA SOLA AL COMANDO MOSTRA DEI LIMITI EVIDENTI. SE TI AFFIDI SOLO AI BILANCINI DELLE APPARTENENZE, È UN LIMITE. E' IL POPULISMO, BELLEZZA! SOTTO GIORGIA MELONI, C'È IL NULLA…"
Estratto dell’articolo di Alessandro De Angelis per “La Stampa”
Ci sono un paio di indizi, nel day after del voto, che ci raccontano cosa quel voto ha significato per il centrodestra e quale problema squaderna. Il primo è una certa attitudine a minimizzare o a parlar d'altro
(...)
Il secondo indizio lo fornisce il governatore delle Marche Francesco Acquaroli. Il quale fa sapere che lì si andrà alle urne a fine settembre, relativamente presto per una regione balneare. Significa che quell'appuntamento suscita già una certa apprensione.
Di qui l'idea di anticiparlo rispetto alla tornata di ottobre, sia per dare meno tempo agli avversari di organizzarsi, sia per separarlo rispetto a un giro che si annuncia favorevole per il centrosinistra con Toscana, Campania, Puglia. E pure il fatto che le tre Regioni siano percepite come non contendibili è una notizia, e un altro indizio del problema. Dunque, al fine di evitare l'effetto "cappotto", si anticipano le Marche e si posticipa il Veneto. Un modo per diluire il tutto.
Tutto questo - assenza di una riflessione e apprensione - è il sequel del film proiettato sin qui, e disvela il punto di maggiore fragilità del centrodestra nell'era meloniana: il tema della sua classe dirigente.
giorgia meloni francesco acquaroli
A livello nazionale, lo schema della "donna sola al comando" tiene, pur non brillando come risultati, anche per una sua abilità e per mancanza di una alternativa compiuta. Ma la scelta di far prevalere la fedeltà sul merito, di non allargare né coinvolgere personalità nuove è figlia della incapacità di immaginare se stessi come la classe dirigente di un grande Paese e non come i protagonisti di una rivincita politica.
A livello locale, dove non si vota su "Giorgia", lo schema mostra dei limiti evidenti, soprattutto sulla lunga durata. Lo scorso anno ci furono Bari e Firenze, che il centrodestra non riuscì a espugnare, e Potenza, Cagliari, Perugia dove fu espugnato (e infatti poi perse l'Umbria).
GIORGIA MELONI FRANCESCO ACQUAROLI
(...) Anche le regionali segnalano questo elemento di fragilità. Oggi riguarda Acquaroli, che fu scelto come candidato al posto del bravo sindaco di Ascoli Guido Castelli perché più "inner circle", come valse in Sardegna per Paolo Truzzu, che la fedeltà ce l'ha tatuata sul braccio. Bocciata anche Donatella Tesei in Umbria, in quota Lega, dopo aver governato cinque anni. In Basilicata invece il centrosinistra si è tecnicamente suicidato e nel fortino abruzzese la destra ha retto.
Per carità, non è un collasso, non c'è nulla di irrimediabile, per proporzioni e rilevanza. Le politiche sono un'altra cosa. E, a livello locale, come nel resto del mondo, resta una forte predominanza della destra nelle cosiddette aree interne e nella provincia profonda che vive le trasformazioni con più lentezza e spirito conservatore rispetto alle città.
E tuttavia il tema c'è. Insomma, ai bei tempi è vero che Silvio Berlusconi col suo tocco magico riusciva a far vincere anche i suoi camerieri, ma era anche un grande scopritore di talenti e creatore di squadre.
Aveva cioè la capacità di selezionare gente non solo sul criterio della fedeltà stretta, di pescare in altri mondi e di fidelizzarli alla causa. Se quando hai il 30 per cento e ragioni come se avessi ancora il tre, ti affidi solo ai bilancini delle appartenenze, e hai paura che se scegli uno bravo poi sfugge di mano, è un limite. E' il populismo, bellezza! Sotto Giorgia Meloni, c'è pressoché il nulla.
pietro piciocchi silvia salis
IL VIDEO DI GIORGIA MELONI A SOSTEGNO DI PIETRO PICIOCCHI
FRANCESCO ACQUAROLI GIORGIA MELONI