
“SULLA CITTADINANZA, IL RISULTATO DEL REFERENDUM È CLAMOROSO, IMMAGINARE SCORCIATOIE È SBAGLIATO. PER QUESTO NON CAPISCO PERCHÉ FORZA ITALIA INSISTA” – SALVINI POLEMIZZA CON TAJANI CHE RILANCIA SULLO IUS SCHOLAE E TIENE FERMO IL NO SUL TERZO MANDATO DEI GOVERNATORI – “SUL TEMA NOI DA SEMPRE RITENIAMO CHE DEBBANO ESSERE I CITTADINI A SCEGLIERE. MA IL TEMPO RIMASTO È POCHISSIMO” – PERCHE’ IL FUTURO DEL GOVERNO MELONI NON E' PER NIENTE DIPINTO DI ROSA: DAGOREPORT
Marco Cremonesi per corriere.it - Estratti
ANTONIO TAJANI - MATTEO SALVINI - MEME BY VUKIC
«Da umile servitore di questo governo e di questa maggioranza, continuo a non capire...». Matteo Salvini ha incontrato gli alleati giusto ieri. E quello che non capisce è l’insistenza di Forza Italia sullo ius scholae, la cittadinanza per i figli degli immigrati che abbiano frequentato le scuole italiane: «Mi pare che i referendum abbiano fatto chiarezza su questo. Anche a sinistra, la legge italiana va bene così come è».
Lei però era in Francia con i Patriots...
«Ho consapevolmente scelto di non votare referendum ideologici e dannosi che non hanno nemmeno mobilitato gli elettori della sinistra. Sulla cittadinanza, il risultato è clamoroso, immaginare scorciatoie è sbagliato. Per questo non capisco perché Forza Italia insista».
Si attendeva il risultato dei referendum?
«La sinistra li ha trasformati in un tentativo di spallata al governo, hanno proposto quesiti per cancellare le riforme del lavoro che avevano approvato loro. Con la Cgil che ha firmato contratti da 5 euro l’ora e adesso evoca la rivolta sociale. È incredibile. Noi ci siamo dedicati a problemi concreti come il decreto sicurezza.
E questo fine settimana ci saranno gazebo in tutta Italia per spiegare il nuovo decreto sicurezza: più tutele per le forze dell’ordine, pene più severe per le borseggiatrici anche incinte, sgomberi più facili per le case occupate. Vita reale contro furore ideologico».
Pace fiscale o taglio dell’Irpef? La polemica c’è stata anche ieri?
PRIMA I TAJANI - MEME BY EMILIANO CARLI
«Il punto è che le due cose sono complementari: le rottamazioni portano nelle casse pubbliche le risorse che consentono di abbassare l’Irpef. Io spero che su questa operazione — che è liberale, di centrodestra e berlusconiana — nessuno dica di no. E dunque, conto che la coalizione sia compatta».
Avete parlato anche di fine vita?
«C’è l’impegno a portare una proposta condivisa entro luglio. Che investa su cure, accompagnamento, in modo da evitare che le famiglie siano sole. L’obiettivo è trovare l’equilibrio tra la garanzia delle cure e la libera scelta dei singoli».
E poi resta sul tavolo il tema del terzo mandato per i governatori. Anche ieri, Antonio Tajani ha ribadito il suo no.
antonio tajani, giorgia meloni e matteo salvini in senato foto lapresse
«Ieri non ne abbiamo parlato, ne parleremo come Lega al Consiglio federale di oggi. Noi da sempre riteniamo che debbano essere i cittadini a scegliere. Del resto, abbiamo portato la proposta in Aula 4 volte, e 4 volte ce la siamo votata da soli. Ma il tempo rimasto è pochissimo».
Che cosa riporta dalla due giorni francese del suo eurogruppo, i Patriots?
«Abbiamo constatato una crescita costante e tra pochi mesi contiamo che anche in Repubblica Ceca vinca il nostro alleato Andrej Babiš. Con un imperativo sopra a tutti: fermare le follie dello sciagurato Green Deal, la dimostrazione del fallimento ideologico totale di un’Unione a trazione Greta Thunberg».
ANTONIO TAJANI - GIORGIA MELONI - JD VANCE - MATTEO SALVINI
A proposito: dal 1° ottobre, i diesel Euro 5 saranno vietati nei Comuni oltre i 30 mila abitanti. Farete qualcosa per il problema?
«È fuori discussione. Non se ne parla. Sono milioni di mezzi in Italia. Dovremmo lasciarli tutti a piedi perché Unione comanda? Stiamo mettendoci mano nel decreto Infrastrutture, così non può passare».
In Francia avete parlato anche di Ucraina?
«Certo. Per ribadire l’assoluta contrarietà a eserciti europei e debiti europei per comprare armi. Oggi l’Unione annuncia il 18° pacchetto di sanzioni alla Russia. Noi siamo sempre stati con l’Ucraina, ma 18 pacchetti in tre anni, con Putin che avanza, mi pare la strada sbagliata».
antonio tajani giorgia meloni matteo salvini
Quale è quella giusta?
«Puntare su Donald Trump e Papa Leone XIV».
Non le pare in difficoltà anche Trump?
«Dopo tre anni di guerra e di morte non ci sono vie facili. Ma le sanzioni e le minacce ci portano in un vicolo cieco. Chi tre anni fa vedeva la Russia in ginocchio era strabico».
Eppure, lo stesso Trump chiede un aumento delle spese in armamenti.
«Io sono favorevolissimo a investire in stipendi delle forze dell’ordine, cyber-sicurezza, difesa dei confini. Da responsabile della Guardia costiera, se posso spendere per nuovi uomini e nuove navi sono assolutamente d’accordo. Ma mandare mio figlio a fare il militare per Macron, no».
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