
PALAZZO CHIGI, L’UNICA MERCHANT BANK IN CUI SI PARLA ROMANO – "REPORT", IN ONDA STASERA, INFILZA IL CAPO DI GABINETTO DI GIORGIA MELONI, GAETANO CAPUTI, L’UOMO CHE PER CONTO DELLA PREMIER GESTISCE LE INTRICATE VICENDE DEL RISIKO BANCARIO: S’È DIMENTICATO DI DICHIARARE UN POTENZIALE CONFLITTO D’INTERESSI VISTO CHE HA QUOTE NON DICHIARATE SUL SITO DEL GOVERNO DI DUE SOCIETÀ CHE OPERANO NEL SETTORE DEGLI NPL (CREDITI DETERIORATI) – UNA DELLE DUE È ENTRATA IN UN FONDO DI ILLIMITY BANK, CHE IN PASSATO AVEVA ACQUISTATO 1,5 MILIARDI DI NPL DA MPS, DI CUI IL TESORO È IL PRIMO AZIONISTA CON L’11%. CILIEGINA SULLA TORTA: ORA BANCA IFIS VUOL COMPRARSI ILLIMITY E IL RELATIVO DOSSIER È A PALAZZO CHIGI – LE ANOMALIE CON IL CUI IL MEF HA CEDUTO IL 15% DELLE SUE QUOTE A CALTAGIRONE, DELFIN, BPM E ANIMA E LE PAROLE DELL'EX MANAGER UBS, BANCA CHE FA DA CONSULENTE AL MONTE NELLA SCALATA, SULL’OPERAZIONE MEDIOBANCA INIZIATA PRIMA DI NOVEMBRE: "I DETTAGLI DELLA SCALATA DI MPS SI INIZIANO A DEFINIRE A SETTEMBRE DEL 2024, QUANDO UOMINI DELLA NOSTRA BANCA PARTECIPANO A UNA RIUNIONE ORGANIZZATIVA A PALAZZO CHIGI”. CHI LA PRESIEDE? CAPUTI E FAZZOLARI - VIDEO
Report ha raccolto informazioni inedite che evidenziano gravi anomalie sullo svolgimento dell’ultima procedura accelerata di collocamento delle quote del Mef di Mps cedute al mercato.
— Report (@reportrai3) June 1, 2025
Ne parliamo questa sera alle 20.30 su @RaiTre pic.twitter.com/WQLo7AEcxP
Estratto dell'articolo di Marco Palombi per “Il Fatto Quotidiano”
Ogni giorno si scoprono nuovi particolari su quella che il Fatto, parafrasando una vecchia battuta, ha definito “l’unica merchant bank in cui si parla romano”: le intricate vicende del cosiddetto risiko bancario – in cui Palazzo Chigi fa contemporaneamente l’arbitro, il giocatore e il vigilante – sono descritte da una lunga inchiesta di Report, firmata da Giorgio Mottola e in onda stasera su Raitre,
da cui si scopre, tra le altre cose, che il capo di gabinetto di Giorgia Meloni, Gaetano Caputi, l’uomo che per conto della premier gestisce anche la partita bancaria, s’è dimenticato di dichiarare un potenziale conflitto d’interessi.
Partiamo proprio da Caputi. Classe 1965, ex magistrato con una lunga carriera nei ministeri e nelle istituzioni (è stato dg della Consob), è oggi uno degli uomini forti di Palazzo Chigi anche per le grandi operazioni economiche: col sottosegretario Giovanbattista Fazzolari, ad esempio, è stato al centro della vendita della rete Tim al fondo Kkr.
Lo stesso ruolo riveste nel risiko finanziario in corso: è stato lui nelle settimane scorse a incontrare a Palazzo Chigi i principali manager bancari italiani. Report ha però scoperto che Caputi ha partecipazioni in due società che operano nel settore bancario: il 2% di ISCC Fintech e il 22% di Lawyers STA, di cui era presidente fino all’arrivo al governo.
giovanbattista fazzolari giorgia meloni - foto lapresse
La prima compra crediti deteriorati (Npl) dalle banche e ne gestisce il recupero non giudiziale, la seconda quello giudiziale. ISCC, peraltro, l’anno scorso è entrata in un fondo di Illimity Bank, che in passato aveva acquistato 1,5 miliardi di Npl da Mps, di cui il Tesoro è il primo azionista con l’11%.
Ciliegina sulla torta: ora Banca Ifis vuol comprarsi Illimity e il relativo dossier è a Palazzo Chigi. Come che sia, queste partecipazioni non compaiono nelle dichiarazioni patrimoniali e sui conflitti di interesse che Caputi ha pubblicato, come vuole la legge, sul sito della presidenza del Consiglio:
“Il problema sta a monte, doveva liberarsene: è evidentemente inopportuno nel momento in cui c’è un interesse del governo a entrare nell’economia bancaria”, dice a Report Gian Gaetano Bellavia, commercialista ed esperto di diritto penale dell’economia.
E che quell’interesse del governo ci sia è sotto gli occhi di tutti. Com’è noto Meloni e soci immaginavano una fusione tra Mps e Banco Bpm per creare un terzo polo bancario con una forte presenza nel Centro Nord: per questo a novembre hanno fatto entrare nel capitale del Monte – vendendogli un 15% del Tesoro – la stessa Bpm con la sua controllata Anima Sgr insieme ai soci privati Caltagirone e Delfin (la holding dei Del Vecchio guidata da Francesco Milleri), creando così un nocciolo di azionisti forti. Il loro ingresso in Mps però, spiega l’inchiesta di Raitre, è avvenuto con modalità inusuali.
Intanto il Tesoro ha scelto per gestire l’asta un operatore diverso rispetto alle prime due, la piccola Banca Akros.
Anche il risultato è stato diverso: non la vendita a decine di soggetti come in passato, ma solo 4 compratori. Infine il prezzo: il leggero premio del 2% sul valore di Borsa è probabilmente assai minore di quello che i nuovi azionisti avrebbero dovuto pagare per comprarsi un pacchetto di controllo della banca senese sul mercato.
Mps ha poi deciso di lanciare una sua ops – azioni in cambio di azioni – su Mediobanca, della quale i suoi soci Caltagirone e Delfin provano da tempo a prendere il controllo (ne possiedono insieme il 27%) per arrivare a mettere le mani sulle Generali (Mediobanca è il primo azionista col 13%, seguono Delfin col 10 e Calta col 6,9%). In questo caso sono i tempi della scalata di Mps a non tornare. L’ad del Monte Luigi Lovaglio ha detto in assemblea dei soci che “l’operazione è partita, ideata a novembre, dopo l’annuncio di Unicredit dell’operazione su Bpm”.
Il riferimento è all’improvvisa scelta di Andrea Orcel di scalare Pop Milano, a cui il governo ha reagito mettendo paletti assai stretti a Unicredit via golden power. In realtà, dice a Report un ex manager Ubs, banca che fa da consulente al Monte nella scalata, l’operazione Mediobanca era iniziata prima di novembre: “I dettagli della scalata di Mps si iniziano a definire a settembre del 2024, quando uomini della nostra banca partecipano a una riunione organizzativa a Palazzo Chigi”. Chi la presiede? Caputi e Fazzolari.