
"A 11 ANNI PAROLIN GIA’ RECITAVA LA MESSA" – VIAGGIO A SCHIAVON, VICINO VICENZA, LA TERRA D’ORIGINE DEL PAPABILE PIETRO PAROLIN – “A UNDICI ANNI 'PIERO' INDOSSAVA IL GREMBIULE DELLA MAMMA, USCIVA SUL BALCONE, COSTRUIVA UN ALTARE CON I SANTINI E DICEVA MESSA” – NEGLI ANNI DEL SEMINARIO LO CHIAMAVANO “DON CHIESA” – “IL PARROCO CI DISSE RIFERENDOSI A LUI: QUI ABBIAMO UN PAPA. NOI ERAVAMO POCO PIÙ CHE BAMBINI E CI SIAMO MESSI A RIDERE. MA FORSE UN PAPA LO AVEVAMO PER DAVVERO…”
Laura Berlinghieri per "La Stampa" - Estratti
Il maxi schermo allestito al bar Centrale è il racconto delle speranze di questo spicchio d'Italia.
Schiavon, un paese che si sviluppa lungo una strada: la statale 248 che lo taglia a metà. Il bar, il salone d'acconciatura, il negozio di mobili da un lato della via Roma. Tutto il resto dall'altra parte: l'asilo, la scuola elementare, l'osteria, il municipio e la chiesa con il cimitero. Quel che basta per fare un paese.
Ed è in questo paese della campagna vicentina, che sfiora le Prealpi, che è nato ed è cresciuto il cardinale Pietro Parolin. Il porporato che in tanti pensano possa avere una carta più degli altri per assumere l'eredità di Papa Francesco. Il porporato che qui - in questo paese da poco più di duemila persone che si chiamano tutte per nome - è ancora, semplicemente, "don Piero".
È il Veneto bianco, il Veneto dei campanili. Pietro è nato al civico 45 di via Roma. Quella via Roma che ieri è stata un andirivieni di giornalisti. Ora, al piano terra, c'è un negozio d'acconciatura, ma prima ci vivevano in sette. La famiglia Parolin: Luigi e Ada Miotti con i due figli, Pietro e Maria Rosa.
E la famiglia Bertinazzo: Giovanni e Maria Scuccato, con il figlio Maurizio. «Ho rilevato la ferramenta dal padre, che nel frattempo si era dato al commercio di attrezzi agricoli e bombole. Ventimila lire d'affitto al mese per il negozio e la casa: una cucina in sette, un bagno in sette. Abbiamo vissuto così sette mesi» racconta Giovanni Bertinazzo, che adesso, con l'attività, si è spostato al lato opposto della strada.
Se si vuole conoscere Pietro Parolin prima della sua vita cardinalizia, è da qui che bisogna partire. «Aveva undici anni e già si vedeva che era un bambino speciale», dice Maria Scuccato, «mentre mio figlio andava al campetto, Piero indossava il grembiule della mamma, usciva sul balcone, costruiva un altare con i santini e diceva messa». «Per loro era Papa già allora» sorride Maurizio, chiamato in causa.
Qui a Schiavon lo dicono un po' tutti. Lo dice il cugino Sergio, ammettendo: «Io non sono credente, ma, se don Piero diventasse pontefice, sarei contento».
il giuramento di pietro parolin prima del conclave 1
Lo racconta Enzo Petucco, amico d'infanzia, che tira fuori un aneddoto che sfida la solenne ritualità del conclave.
«Pietro avrà avuto 12 anni, era all'inizio della vita in seminario. E il parroco, don Augusto Fornasa, ci disse: qui abbiamo un Papa. Noi eravamo poco più che bambini e ci siamo messi a ridere. Ma forse un Papa lo avevamo per davvero».
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E c'è già chi immagina la festa, se la fumata bianca dovesse regalare a questo spicchio d'Italia la gioia di un pontefice. «Intanto, andiamo subito a festeggiarlo: anche se io, in Vaticano, sono già stato a trovarlo due volte - aggiunge Giovani Bertinazzo -. E magari cambiamo pure il nome al paese, come hanno fatto a Riese, quando è stato eletto Pio X».
pietro parolin nella cappella sistina per il conclave
pietro parolin NELLA CAPPELLA PAOLINA PRIMA DELLA PROCESSIONE PRE CONCLAVE
pietro parolin NELLA CAPPELLA PAOLINA PRIMA DELLA PROCESSIONE PRE CONCLAVE
il giuramento di pietro parolin prima del conclave 2