
POLONIA AL FOTOFINISH - IL NAZIONAL-SOVRANISTA KAROL NAWROCKI VINCE LE ELEZIONI PRESIDENZIALI DI MISURA, CON IL 50,89% CONTRO IL MODERATO RAFAL TRZASKOWSKI, SINDACO DI VARSAVIA (CHE SI FERMA AL 49,11%) – NAWROSKI, SUPPORTATO DA DONALD TRUMP, HA VINTO NONOSTANTE LE POLEMICHE PER IL PASSATO CONTROVERSO, TRA MAXI RISSE, GIRI DI PROSTITUTE E LEGAMI CON MALAVITA – SI COMPLICA IL PIANO DI RIFORME DEL PRIMO MINISTRO, DONALD TUSK, CHE CONTINUERÀ A ESSERE UN’ANATRA ZOPPA (IL PRESIDENTE PUÒ IMPORRE IL VETO AI SUOI PROVVEDIMENTI)
PRESIDENZIALI IN POLONIA, NAWROCKI VINCE CON IL 50,89%
(ANSA) - Il il sovranista Karol Nawrocki ha vinto il ballottaggio per le elezioni presidenziali in Polonia con il 50,89% dei voti (10.606.628), mentre il suo rivale - il sindaco di Varsavia, Rafal Trzaskowski - ha ottenuto il 49,11% (10.237.177 voti): lo riporta l'agenzia di stampa polacca Pap, che cita i dati della Commissione elettorale nazionale dopo lo scrutinio di tutti i seggi elettorali. L'affluenza alle urne è stata del 71,63%. (ANSA).
LO STORICO «TRUMPIANO» E IL SINDACO POLIGLOTTA: CHI PASSA DECIDE IL DESTINO DELLA SVOLTA DI VARSAVIA
Estratto dell’articolo di A. Mu. Per il “Corriere della Sera”
Notte di passione per i due sfidanti alla poltrona di presidente in Polonia. Soprattutto per il sindaco liberale di Varsavia Rafal Trzaskowski: i primi exit poll lo davano in vantaggio ma all’inizio della notte, con metà delle schede scrutinate, risultava indietro.
L’incubo di ripetere il flop di 5 anni fa, quando perse di misura contro Andrzej Duda gli avrà tolto il sonno. A minare il suo successo, soprattutto il fatto di presentarsi come il candidato del governo: il premier Tusk ha condotto la campagna al suo fianco in elezioni che si sono trasformate in un referendum informale sull’operato dell’esecutivo.
Per cercare di bloccare la sua ascesa era intervenuta a gamba tesa nientemeno che la segretaria per la Sicurezza interna degli Stati Uniti, Kristi Noem, che a un raduno globale dei conservatori in Polonia, lo ha definito «un disastro di leader», esortando i polacchi a votare per il candidato dell’opposizione nazionalista.
La sua vittoria è considerata fondamentale per consolidare l’eredità di Donald Tusk come premier destinato a salvare la democrazia polacca, liberandolo da un presidente che pone il veto agli sforzi per ricostruire le istituzioni democratiche, a iniziare dal sistema giudiziario, accusato di essere stato ultra politicizzato dal precedente esecutivo PiS.
[…] Figlio di un compositore jazz dissidente, conserva l’aria da (bravo) ragazzo malgrado i suoi 52 anni. Colto e abile oratore, parla fluentemente cinque lingue, tra cui l’italiano: per questo è apprezzato dai sostenitori, ma deriso dagli oppositori, che vedono in queste capacità un segno di elitarismo e lo chiamano «bazur», storpiatura polacca di bonjour.
Alle spalle studi internazionali: dal Collegio d’Europa di Varsavia si è spostato in Australia, negli Usa e a Oxford, dove ha scritto la tesi di dottorato sulla riforma istituzionale dell’Ue.
Proprio a Bruxelles ha mosso i primi passi in politica: qui è stato consigliere al Parlamento europeo prima di essere eletto eurodeputato. È tornato in Polonia nel 2013 per ricoprire la carica di ministro e parlamentare. Cinque anni dopo l’incarico da sindaco.
Viene ricordato per aver rimosso le croci dagli edifici comunali, aver introdotto nelle scuole superiori la figura dell’insegnante di sostegno per studenti Lgbtq e creato la prima zona a basse emissioni del Paese.
È considerato il volto simbolo delle zone urbane, cosmopolite e in rapida crescita della Polonia mentre è guardato con sospetto nelle aree rurali, conservatrici e ultracattoliche, per il suo aperto sostegno all’aborto e ai diritti Lgbtq+. Al suo fianco la moglie Malgorzata, con cui fu amore a prima vista nel 1997, quando erano ancora studenti. Da allora non si sono più lasciati.
Anche per il suo sfidante Karol Nawrocki sono ore di fibrillazione. Le proiezioni delle 23 lo hanno rilanciato davanti, e il primo spoglio, concentrato nei piccoli centri, lo conferma tale. Ha ripetuto come un mantra, «vincerò», fin dalla mattina quando ha deposto la scheda insieme alla madre, alla moglie Marta, ai due figli e anche il ragazzo avuto da lei da una precedente relazione.
Questo ex pugile dilettante, senza esperienza politica è stato scelto dal Pis per cercare di rilanciare con un volto nuovo il partito sconfitto alle ultime politiche dopo la svolta autoritaria realizzata nei due mandati, dal 2015 al 2023.
Storico specializzato in crimini nazisti e comunisti, si è presentato come l’incarnazione dei valori tradizionali e patriottici in stile Maga: contrario all’aborto e ai diritti Lgbtq+, vuole norme più stringenti sui migranti, maggior sovranità del Paese dentro la Ue ed è pronto a rinnegare il sostegno polacco all’Ucraina che non vuole entri nella Nato. Ha l’appoggio della Casa Bianca e del premier ungherese, Viktor Orbàn.
Ma la sua rapida ascesa politica non è stata priva di controversie, con segnalazioni di legami con personaggi della malavita e un giro di prostitute che avrebbe gestito mentre lavorava in un hotel. È emerso che aveva preso parte a una maxi rissa tra teppisti a Danzica nel 2009, da lui difesa come un combattimento «nobile».
Anche lo sniffare a suo dire del tabacco durante un dibattito presidenziale ha generato discussioni. I suoi sostenitori liquidano le accuse come motivate politicamente.