
PUTIN, ZELENSKY: LA FATE 'STA PACE SÌ O NO? - IL 2 GIUGNO SI POTREBBE TENERE A ISTANBUL UN SECONDO ROUND DI NEGOZIATI TRA RUSSIA E UCRAINA: LO HA PROPOSTO IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI MOSCA LAVROV - KIEV HA ACCETTATO, MA PRIMA ZELENSKY VUOLE LEGGERE IL MEMORANDUM CON LE RICHIESTE RUSSE PER RAGGIUNGERE UN CESSATE IL FUOCO - IL RISCHIO È CHE LE SPROPORZIONATE PRETESE DI MOSCA (UCRAINA MAI NELLA NATO, ANNESSIONE DELLE QUATTRO REGIONI OCCUPATE) NON PERMETTANO DI RAGGIUNGERE UN ACCORDO E CHE RENDANO L'INCONTRO UNA PERDITA DI TEMPO...
MOSCA PROPONE COLLOQUI IL 2 GIUGNO KIEV: PRIMA CI DIANO IL MEMORANDUM
Estratto dell'articolo di Uski Audino per "la Stampa"
LA TELEFONATA TRUMP-PUTIN VISTA DA GIANNELLI
Un secondo round di negoziati tra Russia e Ucraina potrebbe cadere il prossimo 2 giugno a Istanbul. La proposta è arrivata ieri pomeriggio dal ministro degli Esteri russo Lavrov, dopo che il presidente ucraino Zelensky in visita a Berlino si era dichiarato disponibile a un incontro con Putin «in qualsiasi formato», anche alla presenza di Donald Trump. La delegazione di mediatori russi è pronta a sedersi nuovamente ad un tavolo di fronte agli ucraini, per presentare il proprio memorandum di pace.
Era stata bocciata invece la richiesta di Kiev di un incontro tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky allargato a Donald Trump, che secondo il Cremlino potrà tenersi soltanto dopo «accordi specifici» tra le parti. In serata è arrivata la risposta di Kiev alla proposta di Istanbul.
L'Ucraina si dice pronta a nuovi colloqui, ma vuole ricevere prima il memorandum di Mosca «affinché l'incontro non sia vuoto e possa davvero avvicinarci alla fine della guerra. La parte russa ha almeno altri quattro giorni prima della partenza per fornirci il suo documento da esaminare», ha detto il ministro della Difesa Rustem Umerov.
MEME SULL INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY A SAN PIETRO BY EMAN RUS
Il presidente degli Stati Uniti intanto prende tempo: «Non impongo nuove sanzioni perché potrebbero ostacolare i negoziati», ha detto Trump, che ha confermato che la sua pazienza nei confronti del Cremlino si sta esaurendo: «In due settimane sapremo se Putin ci sta prendendo in giro o no», ha detto il presidente americano, ribadendo la «delusione» per i massicci raid sull'Ucraina dei giorni scorsi. [...]
STOP ALLE SANZIONI, TERRITORI E NEUTRALITÀ LO ZAR TRATTA MA VUOLE DETTARE LE REGOLE
Estratto dell'articolo di Giuseppe Agliastro per "la Stampa"
Il Cremlino propone che il 2 giugno rappresentanti di Russia e Ucraina si incontrino a Istanbul per nuovi colloqui diretti. Kiev si dice pronta. E al centro dei possibili negoziati potrebbero esserci i memorandum con le richieste delle due parti per mettere fine alla guerra. Ma cosa significa in termini pratici? Tutto dipenderà ovviamente dai contenuti dei documenti.
Finora la Russia di Putin non si è schiodata di un millimetro dalle sue pretese: chiede, tra le altre cose, che l'Ucraina non entri nella Nato e che le ceda per intero quattro regioni che le truppe di invasione russe controllano solo in parte. Cambierà ora qualcosa nella posizione di Mosca?
Resta da vedere. Kiev da parte sua auspica «garanzie di sicurezza» da Europa e Usa per «scoraggiare eventuali future aggressioni». E preme per essere ammessa nella Nato, ma su questo punto non pare avere l'appoggio di Trump.
Stando a tre fonti russe interpellate dall'agenzia Reuters, Putin vorrebbe che i Paesi occidentali revocassero parte delle sanzioni imposte alla Russia per l'aggressione contro l'Ucraina e si impegnassero per iscritto a non allargare la Nato: cosa che di fatto equivarrebbe a escludere l'ingresso di Ucraina, Georgia e Moldova nell'alleanza. E il ministro degli Esteri russo Lavrov ha ribadito che Mosca pretende la «neutralità» di Kiev.
«Putin è pronto alla pace, ma non a qualsiasi prezzo», ha dichiarato una delle fonti all'agenzia di stampa. E sempre una di queste fonti ha avvertito che «se Putin si renderà conto di non essere in grado di raggiungere un accordo di pace alle sue condizioni, cercherà di dimostrare agli ucraini e agli europei con vittorie militari» che «la pace di domani sarà ancora più dolorosa».
Recep Erdogan volodymyr zelensky
Colloqui a Istanbul si sono già svolti il 16 maggio e hanno portato al rilascio di 2.000 prigionieri, ma non al cessate il fuoco di almeno 30 giorni auspicato da Usa, Europa e Kiev ma finora lasciato inascoltato da Mosca. L'Ucraina considera la tregua un prerequisito per i colloqui di pace, ma il Cremlino la vede diversamente. [...]
L'Ucraina e i suoi alleati europei sospettano che Mosca voglia prendere tempo mentre le sue truppe continuano ad avanzare. Il Cremlino nega. La guerra però non si ferma. E se Putin nei giorni scorsi ha dichiarato che i suoi soldati starebbero tentando di creare «una zona cuscinetto lungo la frontiera» con l'Ucraina, ora Kiev sostiene che «più di 50.000» militari russi siano schierati di fronte alla regione ucraina di Sumy. [...]
RECEP TAYYIP ERDOGAN E VLADIMIR PUTIN AD ASTANA
volodymyr zelensky e vladimir putin 1
volodymyr zelensky Recep Erdogan
Aereo russo a Istanbul