
QUANDO SI PARLA DI SPIONAGGIO, È SEMPRE UNA QUESTIONE DI REPUTAZIONE – L’HACKERAGGIO DEL CELLULARE DI FRANCESCO CANCELLATO METTE IN IMBARAZZO “PARAGON”, CHE SI È SEMPRE VANTATA DI NON INTERCETTARE I GIORNALISTI. MA ANCHE IL GOVERNO, CHE È STATO SBUGIARDATO DALLA SOCIETÀ ISRAELIANA (“NON HANNO VOLUTO SAPERE SE E CHI HA SPIATO” IL DIRETTORE DI “FANPAGE”) – LA REPLICA DEI SERVIZI: “SE LE VERIFICHE FOSSERO STATE REALIZZATE DA UN SOGGETTO PRIVATO E STRANIERO, AVREBBERO SEVERAMENTE COMPROMESSO LA REPUTAZIONE DELLE AGENZIE ITALIANE”. PIANTEDOSI: "PARAGON AFFERMA IL FALSO" - RESTA IL MISTERO: CHI HA SPIATO CANCELLATO? E PERCHÉ?
PARAGON CONTRO L'ITALIA "NON HA VOLUTO SAPERE CHI SPIAVA CANCELLATO"
Estratto dell’articolo di Giuliano Foschini per “la Repubblica”
https://www.repubblica.it/cronaca/2025/06/10/news/paragon_italia_cancellato_spiato-424658422/
Il Governo ha avuto un modo per determinare se il suo sistema fosse stato utilizzato contro il giornalista Francesco Cancellato ma non ha voluto utilizzarlo. Per questo abbiamo risolto i contratti in Italia».
Nel giorno dell'insuccesso referendario, arriva da Israele il guaio principale per l'esecutivo di Giorgia Meloni.
Con uno statement affidato al giornale Haaretz, Paragon infatti accusa governo e Parlamento sostenendo di non essere voluti andare in fondo nel capire chi, come e perché abbia spiato il direttore di Fanpage, il giornalista Cancellato: nella relazione finale del Copasir, il Comitato parlamentare che controlla il lavoro dell'intelligence, infatti, […] si dice che non è stato possibile sapere se e chi ha spiato Cancellato. Perché non è stata trovata alcuna traccia nei server dei nostri Servizi.
ALFREDO MANTOVANO E GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE
«Non hanno voluto farlo», dice ora Paragon. «Abbiamo offerto un modo per determinare se il suo sistema fosse stato utilizzato contro il giornalista. Ma poiché hanno scelto di non procedere abbiamo risolto i contratti in Italia».
Un'accusa violenta che infatti ha meritato la risposta durissima del Dis, il nostro dipartimento dell'intelligence. E dello stesso Copasir, che ha accusato Paragon di mentire.
[…] lo scandalo scoppiato in Italia mette in grande difficoltà l'azienda israeliana con gli altri clienti internazionali, in termini di credibilità. Si è scoperto infatti come un loro motivo di vanto — «non intercetteremo mai con il nostro software Graphite attivisti e giornalisti» — è facilmente superabile con un inganno lessicale: è bastato non chiamare Casarini attivista per spiarlo.
Di più: è un momento di grandissima tensione tra Italia e Israele e a Tel Aviv sanno quanto un caso del genere può mettere in difficoltà il governo. Che comunque è sicuro della correttezza del proprio comportamento.
Come Repubblica ha potuto verificare, effettivamente, nella audizione al Copasir Paragon non era mai stata così esplicita come nella nota di ieri.
Anzi, a domanda aveva spiegato che per verificare c'erano due strade: una — scelta dal Copasir — di effettuare un controllo in presenza nei database dell'intelligence. L'altra quella di rivolgersi a Paragon.
«Avevano parlato di opzioni assolutamente equivalenti» dice oggi il Copasir. «Non è accettabile — rincara il Dis — che un'azienda privata e straniera […] chieda di installare un proprio software su server di strutture che si occupano della sicurezza nazionale». Si tratta di «pratiche invasive» che «avrebbero severamente compromesso la reputazione delle Agenzie italiane ed esposto dati riservati».
Ora, al di là di dove stia la verità, il punto è capire chi ha intercettato illegalmente Cancellato. La palla è sulla scrivania delle procure di Roma e Napoli che […] hanno aperto un fascicolo per intercettazioni abusive […].
GIORNALISTI SPIATI, SCONTRO CON IL COPASIR SULL’ANNULLAMENTO DEL CONTRATTO A PARAGON
Estratto dell’articolo di Rinaldo Frignani per il “Corriere della Sera”
[…] «Paragon ha affermato il falso», dichiara il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Poche ore prima una nota ufficiale del Dis, il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, aveva parlato esplicitamente di rescissione del contratto «di comune accordo»: «È noto a tutti che il 14 febbraio scorso le agenzie e Paragon decisero di comune accordo la sospensione dell’uso dello spyware Graphite», e non è accettabile «la proposta di Paragon di effettuare una verifica sui log di sistema delle piattaforme Graphite in uso ad Aise e Aisi», perché «invasive, non verificabili nell’ampiezza, nei risultati e nel metodo e, pertanto, non conformi alle esigenze di sicurezza nazionale».
In quanto, è stato sottolineato ancora dagli 007, se «tali verifiche fossero state realizzate da un soggetto privato e straniero, avrebbero severamente compromesso la reputazione delle agenzie italiane nella comunità intelligence internazionale ed esposto dati per loro natura riservati». A questo punto non è escluso che i magistrati che indagano sulla denuncia presentata da Cancellato sentano i vertici di Paragon, disponibili «in caso di richiesta ufficiale».
«Per scoprire chi mi ha spiato basta chiederlo ufficialmente a Paragon: che lo dicano una volta per tutte, che di bugie, omissioni, silenzi, opacità, in questa storia ne abbiamo già sentite abbastanza», commenta Cancellato.
giorgia meloni al festival il giorno della verita foto lapresse 1
Ma il nuovo scontro ha scatenato le opposizioni. Per Matteo Renzi, leader di Iv, il «governo di Giorgia Meloni sta distruggendo lo stato di diritto in Italia. Chiederemo che si faccia chiarezza in Parlamento e non al Copasir su questo Watergate all’italiana».
E il leader di Avs Nicola Fratoianni rincara la dose: «È evidente che qualcuno ancora nasconde qualcosa, e qualcuno addirittura mente. Siamo fiduciosi che la magistratura faccia luce fino in fondo». A chiederlo è anche il presidente dell’Ordine dei giornalisti Carlo Bartoli, che parla di «confusione e ambiguità».
GIORGIA MELONI E ALFREDO MANTOVANO - FOTO LAPRESSE
ALFREDO MANTOVANO E GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE